Ladakh

il paese degli alti valichi 
di Marco Vasta
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questa pagina che leggi è basata sulla edizione 1988

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Arte sacra in Himàlaya:
dipingere e meditare
 

Quelle che a noi appaiono splendide raffigurazioni di demoni, divinità, simboli, episodi storici, decorazioni semplici, e dei quali siamo in grado di valutare la qualità e apprezzare l'esecuzione come opere d'arte, hanno per i popoli himalayani un significato che non può essere afferrato e compreso se non si conosce il complesso simbolismo religioso. Il turista deve quindi integrare i propri criteri estetici sia in campo architettonico, che pittorico o statuario, con un sistema di riferimento che prenda in considerazione sia le concezioni filosofiche del Buddhismo che le credenze religiose del Vajrayana evolutesi nel corso dei secoli. 
Le divinità del Vajrayana sono di natura diversa da quelle delle altre religioni. L'unica realtà permanente è il vuoto che lo spirito sperimenta distaccandosi dai moti dell'animo per raggiungere la piena autocoscienza. Da questa pienezza del vuoto (concezioni difficilmente comprensibile perché a prima vista contraddittoria) emanano radiazioni luminose che assumono la forma di presenze spirituali; esse rappresentano le virtù alle quali il fedele deve tendere. La funzione dei vari esseri illuminati è quella di essere simboli di stati mistici ed oggetto della meditazione. 
L'artista aiuta quindi l'asceta e la pittura sacra è un mezzo per compiere un esercizio interiore di meditazione. Le tecniche ascetiche utilizzano le immagini come strumento di liberazione e le figure sono indirizzate non solo alla salvezza dell'artista ma anche di tutti quei fedeli che hanno mezzi ed attitudini sufficienti per comprenderne il significato. 
Il religioso, nel corso dei suoi studi e delle pratiche di meditazione, riceve dal proprio maestro un yddam (skt. istadevata), cioè una divinità personale. L'yddam non è un protettore al quale ricorrere in caso di pericolo, ma è la visualizzazione di particolari caratteristiche psicologiche che il maestro ha individuato nell'allievo e che devono essere sviluppate. Identificandosi nella meditazione con il proprio yddam, l'allievo cerca di liberarsi da ogni passione, di liberare tutte le energie che ha in sé di sviluppare al massimo ogni aspetto positivo della propria personalità. 

per saperne di più: 
E.F. Lo Bue Sku- thang, pitture tibetane dal quindicesimo al ventesimo secolo, Firenze 1983. 

 

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