Nel corso dell'ultimo decennio l'attività escursionistica degli stranieri si è sviluppata enormemente nelle valli del Karakorum, privilegiando alcuni percorsi classici nelle valli del Baltistan e tralasciando quelle dell'Hindu Kush o quelle che conducono a campi base di cime minori. Chi decide di trascorrere le sue vacanze fra queste montagne è portato a prendere come punto di riferimento le camminate che si possono svolgere sulle Alpi, percorrendo le nostre stupende «alte vie», oppure ai piedi dell'Himalaya nepalese dove, da ormai quarant'anni, migliaia di turisti affollano i percorsi classici attorno al massiccio dell'Annapurna o verso il campo base del monte Everest.
Non si può paragonare un'escursione sulle nostre Alpi con una sgambata di dieci o venti giorni in Pakistan e la prima notte di trekking non è il momento migliore per scoprire che non è facile dormire in una tenda ed in un sacco a pelo lontani da ogni comodità. Prima di orientarsi su un trekking è bene valutare la propria disponibilità ad accettare situazioni in cui si dipende in tutto e per tutto da strutture «provvisorie» ed occorre adeguarsi ad abitudini di vita diverse dalle proprie. Non è un problema di resistenza fisica ma psicologica: dal guado gelato che intirizzisce i piedi fino a far lacrimare, al freddo di una notte in quota, dal cibo di gusto diverso al giaciglio duro e scomodo. In ogni caso è bene abituarsi all'idea che la vita da campo è spartana, che il cibo può risultare monotono, che gli spazi per le tende sono ristretti, che i pasti vanno consumati frettolosamente perché la temperatura raffredda velocemente il cibo. Ma difficoltà e disagi saranno ripagati da esperienze affascinanti ed indimenticabili.
Prendere le sgambate in Nepal come punto di riferimento è parimenti sbagliato per vari fattori: in primo luogo, tranne che sul Baltoro, non vi è l'affollamento che si incontra sui sentieri nepalesi, inoltre l'organizzazione logistica e l'ambiente naturale sono completamente differenti. Tranne che nelle zone del Baltistan dove i portatori da decenni sono a contatto con le grandi spedizioni, nelle altre località è difficile trovare personale esperto sia nella guida del gruppo che nell'organizzazione logistica e ciò aumenta i già notevoli problemi cui normalmente si va incontro inoltrandosi verso i grandi campi base del Concordia. Infine la solitudine che regna in questi valloni e la distanza fra oasi ed oasi, unita all'impossibilità di potersi facilmente approvvigionare lungo il cammino, comporta la necessità di essere autosufficienti e trasforma anche semplici camminate in vere e proprie minispedizioni.
Mai da soli! Questo è il primo consiglio da rispettare scrupolosamente. Chi si considera esperto di trekking solitari (dagli inglesi meglio definito come «back-packing») non affronti mai da solo questi percorsi. Saper portare sulle proprie spalle tutto il materiale necessario per essere autosufficienti è si possibile ma altre sono le considerazioni da fare. E' meglio organizzarsi in piccoli gruppi con il supporto logistico di una organizzazione locale.
Camminando in compagnia non si può pretendere di procedere come un treno in perfetto orario. Un trekking sviluppa al massimo la capacità di adattarsi a situazioni insolite, insegna ad accettare confusione e mancanza di certezza. Gli orari sono flessibili e talvolta non esistono neppure: questo perché tanti sono i fattori che possono incidere su un cammino di più giorni.
Riguardo al trekking di gruppo vi sono tanti luoghi comuni da sfatare, ad esempio non è detto che una compagnia affiatata sia sempre la miglior soluzione: tante volte ho visto amici di vecchia data separarsi dopo furibonde liti causate da problemi secondari. La quota, la stanchezza, le diverse motivazioni, l'aspirazione al comando (molti si sentono Ardito Desio alla conquista del K2) portano a rotture insanabili. Nella mia esperienza con gruppi autogestiti ho imparato come spesso sia più facile convivere con persone che prima non si conoscevano e le amicizie nate nel corso di questi trekking sono continuate anche dopo la conclusione del viaggio.
Vi sono diverse agenzie italiane ed europee che organizzano trekking in Pakistan appoggiandosi ad agenzie locali. Chi si rivolge a queste organizzazioni ha già risolto ogni problema e può, in genere, affidarsi tranquillamente all'organizzazione che risolverà qualsiasi difficoltà, a partire dal volo intercontinentale ai permessi di trekking ed alla sua realizzazione. In questa formula di «trekking tutto compreso» sono offerti servizi non abituali per chi va in montagna (montaggio, tenda, preparazione del pasto, suddivisione delle tappe, organizzazione del bagaglio, ecc.).
Trekking autogestiti con un capogruppo coordinatore vengono periodicamente organizzati dalla più spartana delle associazioni di viaggio, Avventure nel Mondo, all'interno della più ampia gamma di viaggi organizzati in Pakistan.
Chi vuole affrontare percorsi di fondovalle in «zone aperte» può organizzare in proprio il trekking rivolgendosi alla PTDC che ha filiali in tutte le cittadine del nord. Per i trekking nelle «zone ristrette» il ricorso ad una agenzia è di fatto necessario per abbreviare i lunghi tempi morti delle pratiche burocratiche e soprattutto per riuscire ad avere degli efficienti guide od ufficiali di collegamento che sappiano trattare con i portatori.
Agenzie di trekking
Il grande alpinista pakistano Nazir Sabir ha recentemente aperto un sua agenzia di trekking a cui si affidano anche gli organizzatori delle spedizioni in alta quota. La sua conoscenza con guide e portatori pakistani e l'amicizia con scalatori e trekker di tutto il mondo fan si che Nazir possa offrire ogni tipo di organizzazione e soddisfare ogni tipo di richiesta.
Nazir Sabir Expedition
Mountainering, Trekking & Wilderness Trips
P.O. Box 1442 Islamabad Pakistan
tel.: 853672, telex 5811 NAIBA PK
Ed inoltre:
Travel Waljis LTD. %Indus Guides
P.B.O. 1088 Waljis Building %Egerton Road
10-Khayaban Suharwardy %Lahore
Islamabad tel.: 304190, telex: 44144 DEENs Pk
Pakistan Tours Ltd. %Chogori Adventures Ltd
Flashman's Hotel %P.B.O. 1345
The Mall %Islamabad
Rawalpindi %tel. 2 3795
Karakorum Travels %Sitara Travel Consultants
Rawal Hotel %P.B.O. 63
Shahrah-e-Palevhi %25-26 Shalimar Plaza
Rawalpindi %Rawalpindi
Koh-e-Noor treks %Karakoram Tours
6-6/1 T&T Centre %F-7/2 street 19
Aabphara Centre %1-Baltoro House
Islamabad %Islamabad
L'assicurazione è fondamentale per muoversi con un minimo di sicurezza in vista di incidenti che possono capitare ai portatori. I costi sono relativamente bassi. Se ci si appoggia ad una agenzia conviene controllare che essa l'abbia stipulata poichè per il governo il responsabile è il capo spedizione od il capogruppo straniero, non l'agenzia o la guida. Occorre quindi stipulare l'assicurazione a Rawalpindi od Islamabad e poi inviare i moduli per posta. Ad Islamabad è meglio dichiarare più portatori di quanti in effetti possano essere necessari.
Ingaggiati i portatori occorre per prima cosa registrare le loro generalità e farle sottoscrivere alla guida, in modo che, se durante il percorso egli sostituisce i portatori, la responsabilità è sua.
Rilevate le generalità trascriverle sul facsimile dell'Assicurazione e farle sottoscrivere e datare dal più vicino posto di polizia spedendolo poi il prima possibile.
Grazie al cielo non so come funzionino le assicurazioni in Pakistan, segnalo un'agenzia abbastanza usata dai trekker:
Easter Federal Union Insurance C. Lim.
P.O. Box 17, Bank road Rawalpindi
tel. 63065
Nel 1983, con l'apertura della Karakorum Highway (per allora limitata al ponte di Batura), le autorità pakistane presero alcune importanti decisioni per facilitare il flusso dei turisti.
I trekking possono raggiungere liberamente il tetto dei 6.000 metri. Il territorio è stato diviso in «zone aperte» (open zone) e «zone chiuse» (restricted zone).
Le disposizioni vigenti sul trekking sono state emanate dal Ministero della Cultura, Sport e Turismo.
Il trekking come percorso a piedi può raggiungere la massima quota di 6000 metri per finalità di turismo, anche culturale, in zone dove non sono a disposizione moderni mezzi di trasporto.
Il rilascio dei permessi va così distinto:
a. Trek in zone aperte. Non è necessario alcun permesso né l'assunzione di una guida.
b. Trek in zone ristrette. E' necessaria l'autorizzazione del Ministero del Turismo. E' possibile utilizzare operatori turistici autorizzati dal governo; portatori e guide devono essere assicurati per le cifre indicate dal governo. Il governo si riserva di ritirare i permessi già concessi.
Registrazioni in ingresso ed in uscita
Il responsabile dei gruppi interessati alle zone ristrette deve informare l'Ufficio del Turismo, dove l'incaricato fornirà notizie riguardanti la sistemazione, l'acquisto di viveri, le trasmissioni relative alle previsioni del tempo. Verrà inoltre fissata la data di registrazione formale (briefing), il che avverrà non prima di 24 ore dalla partenza esclusi i venerdì e le festività. Sono perciò necessari 4 o 5 giorni di soggiorno a Rawalpindi-Islamabad. Al rientro si svolgerà il debriefing con le stesse modalità.
La guida sarà indicata dal governo o dalla agenzia di trekking autorizzata. Il gruppo pagherà le spese di trasporto della guida da Rawalpindi al ritorno. Fino al debriefing verrà alloggiata assieme al gruppo. Anche i pasti saranno consumati con il gruppo. Se ciò non fosse possibile alla guida spettano 40 rp per l'alloggio e 30 rp per ogni giorno di viaggio. E' inoltre necessario un cuoco a sua disposizione che verrà pagato dal gruppo. Alla guida non verrà anticipato denaro, ma a lei verrà affiancato un membro del gruppo per indicare i viveri richiesti. La guida trasporterà i suoi effetti personali come gli altri membri del gruppo. La guida verrà consultata in caso di scelta di un percorso diverso da quello prefissata e sulla sistemazione delle tende nei pressi dei villaggi. Il responsabile del gruppo non è vincolato dal parere della guida. Qualora la guida ritenga dannosa una scelta diversa da quella indicata, si farà consegnare una nota scritta con le motivazioni del disaccordo. Se l'attività del gruppo danneggia la sicurezza del paese, la guida chiederà l'intervento della polizia e, al rientro, segnalerà quanto successo al Ministero del Turismo.
La guida non maneggerà denaro, ma si adoprerà per il risultato positivo del trek. Farà da interprete, ma terrà la disciplina fra i portatori e, in caso di contrasti, cercherà di risolvere i problemi emersi.
Per la guida. Alla guida dovrà essere fornito il seguente materiale: abbigliamento (calzamaglia di lana, maglia di lana, camicia, maglione, jeans, impermeabile, pantaloni impermeabili, guanti, berretto di lana); calzature (un paio di scarpe da tennis, due paia di calze di lana); bivacco (sacco a pelo, materassino impermeabile), attrezzatura (tenda singola, zaino, occhiali da sole, borraccia, bastoncini da sci, torcia con batterie).
Per i portatori. Per il percorso su sentiero: un paio di scarpe da tennis, guanti, due paia di calze di lana, fornello (uno ogni otto persone), tarpal (telo impermeabile 4m x 4m, uno ogni otto persone), impermeabile o fogli di plastica, occhiali da sole. Per il percorso su morena e ghiacciaio: in aggiunta una giacca. Per il percorso su neve: in aggiunta un paio di scarponi. Il materiale dovrà essere consegnato prima della partenza alla presenza della guida. Non si partirà se i materiali saranno incompleti o di qualità scadente. La guida controllerà a Rawalpindi.
Razione viveri per i portatori
farina 22 once al giorno
burro 2,5 " " "
zucchero 2
tè 1/2
latte 2
sale 1/2
lenticchie cotte (dal chana) 1/2
lenticchie crude (dal) 2
sigarette 10
fiammiferi Una scatola alla settimana
carne 3 1/2
cipolle secche 1/4
condimenti 1/4
Attrezzatura e materiale non di consumo. L'ingresso in Pakistan non sarà assoggettato a dazi o tasse se verrà integralmente riesportato.
Beni di consumo e medicinali. Come sopra. Non si applica nel caso di cessione gratuita previo accordo con il Governo.
E' necessario inviare in triplice copia un elenco dei materiali indicando il costo dei singoli pezzi.
Le tariffe per i portatori o i mezzi meccanici sono stabilite dal Governo. Il pagamento dei portatori avverrà con le seguenti modalità. Per ingaggio inferiore ai 7 giorni: 50% al giorno dell'ingaggio e 50% al congedo.
Per ingaggio superiore ai 7 giorni: il 50% della tariffa settimanale all'ingaggio e poi su base settimanale. Ai portatori vanno fornite le razioni viveri indicate o, in alternativa, una somma fissata dal Governo. In caso di forzata sosta è dovuto il pagamento integrale. Spetta al responsabile del gruppo se sostare. In caso la guida non ritenga opportuno proseguire il percorso in contrasto con il responsabile, questi dovrà motivare per iscritto la scelta.
Assicurazione
La guida dovrà essere assicurata per almeno 75.000 rupie in caso di morte, i portatori per 25.000 (tariffe "86).
Il gruppo deve essere accompagnato da un medico che presti servizio anche alla guida ed ai portatori, ma se risulta inferiore ai cinque membri, il medico può essere sostituito da un esperto in pronto soccorso. Se la guida si infortuna deve essere trasportata presso la più vicina carrozzabile e da qui all'ospedale. Tutte le spese sono a carico del gruppo. Se il portatore si infortuna, è pagato metà della tariffa giornaliera. Le spese relative ad un eventuale ricovero sono a carico del gruppo. Quando il trasferimento via terra può essere pericoloso, va richiesto l'elicottero. Le spese sono a carico del gruppo.
Le fotografie aeree sono consentite solo previo permesso del comandante di bordo. E' vietato fotografare: installazioni militari, mezzi militari, aeroporti, donne, ogni altro oggetto od area proibita.
La produzione di filmati commerciali o TV è soggetta al controllo della guida ed alla identificazione dell'operatore. L'esportazione è consentita se la guida ha certificato che non sono stati filmati soggetti proibiti. Il permesso di filmare e di fotografare viene concesso a condizione che il gruppo ceda al Governo pakistano una copia del film o un gruppo di immagini.
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