Ladakh
 il paese degli alti valichi 
bandiere di preghiera nel vento dei cinquemila metri

Una casa in Himàlaya

La casa dell'amico Sonam, nel pieno centro storico di Padum, è disposta su vari livelli: un ingresso buio e stretto attraversa il pian terreno dove in invemo viene riparato gli asinelli, si sale per una scala in pietra (nelle case vicine ho visto rudimentali scale in argilla od in legno) verso il primo piano con gli appartamenti invernali. Nelle stanze v'è poco da descrivere, si assomigliano tutte, con i muri spogli, qualche tappeto e qualche cuscino, al più un tavolinetto ed una cassapanca. Nelle case dei Ladakhi v'è in genere un grande salone che serve da dormitorio, soggiorno e cucina per tutto il lungo inverno, al centro del pavimento v'è un rozzo e poco funzionale focolare e poveri scaffali allineano le stoviglie. Sonam appartiene ad una famiglia benestante e quindi i membri della famiglia hanno ognuno la propria stanza. La grande cucina dove Dolma, la giovine sposa, sta trafficando per prepararci il tea, è un'ampio locale al cui centro troneggia un monumentale focolare quadrato, alto circa un metro e largo altrettanto. È un massiccio blocco di argilla nera con ornamenti modellati che raffigurano i tradizionali motivi simbolici: il fior di loto, la ruota della vita e la losanga intrecciata. Tutt'attorno, sulle pareti, corre una impalcatura a più ripiani, molto semplice e senza ornamenti, essenziale nella sua linearità; vi sono disposte in bell'ordine lunghe file di pentole di rame lucente di ogni dimensione, teiere in ottone e rame arabescate in argento ed anche alcune immagini sacre davanti alle quali brillano i lucignoli di sette coppette d'ottone. 
Sonam ed io, 1985 - quando il mondo era giovane (foto Lidia Cassini)Dall'andito dove si aprono le varie stanze si sale ulteriormente con altri ambienti e ripostigli alcuni chiusi con una porta massiccia, altri con un pesante tendaggio. Si sale ancora verso l'ultimo piano (è stato calcolato che più di metà delle case ladakhe raggiunge i cinque piani) dove il patio è composto dal loggiato, sostenuto da pilastri in legno, sul quale si aprono le stanze dei quartieri estivi. Vi sono meno stanze ma sono più alte e più ventilate di quelle sottostanti che han poche finestre per trattenere meglio il calore. In questi mesi «torridi» (anche i Ladakhi sudano. ..) la famiglia dorme sul tetto. Quassù vi è una cucina estiva ed un salotto di rappresentanza dove anni fa abbiamo ricevuto la festa dell'accoglienza. Una porticina si apre sulla cappella di famiglia, altra caratteristica stanza comune a tutte le case. È un ambiente un po' cupo con grandi e piccole statue di Buddha, tanka e fotografie di religiosi con i quali la famiglia è in rapporto di amicizia o di parentela.  

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