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L' uomo che piantava gli alberi

Giono Jean


Editeur - Casa editrice

Salani

Mondo




Anno - Date de Parution

1996

Pagine - Pages

2008

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

Istrici d'oro


L' uomo che piantava gli alberi L' uomo che piantava gli alberi  

Durante una delle sue passeggiate in Provenza, Jean Giono ha incontrato una personalità indimenticabile: un pastore solitario e tranquillo, di poche parole, che provava piacere a vivere lentamente, con le pecore e il cane. Nonostante la sua semplicità e la totale solitudine nella quale viveva, quest'uomo stava compiendo una grande azione, un'impresa che avrebbe cambiato faccia della sua terra e la vita delle generazioni future. Una parabola sul rapporto uomo-natura, una storia esemplare che racconta "come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la distruzione".

 



Recensione in lingua italiana

La recensione de L'Indice
scheda di Bongiovanni, C., L'Indice 1996, n. 5


"Non bisogna disdegnare nulla. La felicità è una ricerca. Occorre impegnarvi l'esperienza e la propria immaginazione". Queste parole di Jean Giono fanno oggi quasi paura. Prefiggersi come scopo la felicità, propria o altrui, sembra eccessivo, smodato, presuntuoso, ma queste poche pagine ci dimostrano che siamo noi, cittadini, scettici, disillusi e delusi, a sbagliare: la felicità può e deve essere inseguita con serena e immutabile costanza.La costanza dell'uomo che piantava gli alberi.Nel 1913 Giono attraversa a piedi "quell'antica regione delle Alpi che penetra in Provenza", una regione particolarmente desolata il cui aspetto desertico contribuisce a incattivire e imbarbarire i pochi poveri abitanti, ma proprio qui, in una baita isolata, incontra una persona indimenticabile. Un pastore silenzioso e quasi solenne nella sua burbera riservatezza che ha dedicato la sua vita a un unico grandioso progetto.Ogni giorno pianta cento alberi. Di anno in anno Giono torna a trovarlo, e, di anno in anno, ammira, stupefatto, la nascita della nuova foresta dovuta allo sforzo tenace di un unico uomo, sconosciuto a tutti, "che ha saputo portare a buon fine un'opera degna di Dio".


Biografia

Giono Jean

Jean Giono è nato il 30 marzo 1895 a Monosque, nella Haute Provence. Il padre, d’origine italiana, era calzolaio e sua madre stiratrice. Leggerà da solo la Bibbia e Omero, tra l’officina del padre e l’atellier della madre.
Per venire incontro alle difficoltà finanziarie dei genitori, è costretto a lasciare il collegio e a diventare impiegato di banca, fino alla guerra del 1914. Nel 1919, passata la guerra, che l’ha enormemente segnato (Le grand troupeau, 1931), riprende il suo lavoro e, nel 1920, sposa un’amica d’infanzia, Elise, da cui avrà due figle, Aline e Sylvie. La sua cultura, immensa, è quella di un autodidatta con una curiosità universale. Nel 1930, dopo il successo di Collines e di Un de Baumugnes, abbandonerà la banca per dedicarsi completamente alla letteratura
Giono lascerà Monosque soltanto per dei brevi soggiorni a Parigi e per dei brevi viaggi all’estero, tra cui quello che gli ha permesso di scrivere il suo Viaggio in Italia, nel 1953. Nello stesso anno ottiene il Premio Ranieri di Monaco, per l’insieme della sua opera. Nel 1954 entra a far parte dell’Accademia Goncourt e del Consiglio Letterario di Monaco, nel 1963.
La sua opera comprende una trentina di romanzi, tra i quali Le chant du monde, Que ma joie demeure, Un roi sans divertissement, L’ussaro sul tetto, Le moulin de Pologne, saggi, dialoghi, poesie e commedie teatrali.
Giono è l’autore che ha descritto la natura, in una lingua sana e naturale e in una scrittura spoglia. E’ morto a Monosque nel 1970.