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19/04/2024 23:30:13

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Genti di Dio

Viaggio nell'altra Europa

Bulaj Monika


Editeur - Casa editrice

Frassinelli

Religiione
Cristianesimo
Europa


Città - Town - Ville

Milano

Anno - Date de Parution

2008

Pagine - Pages

328

Titolo originale

Genti di Dio. Viaggio nell'altra Europa

Lingua originale

Lingua - language - langue

italiano

Traduttore

Tomassucci G.; Buffa A.


Genti di Dio Genti di Dio  

Viaggiare è un modo di vivere: Monika Bulaj viaggia da sola attraverso foreste e pianure innevate, si sposta veloce e con pochi mezzi, dorme sulle rive dei fiumi, abita terre di nessuno e attraversa confini; geografici, ma soprattutto confini tra culture e religioni. Questo libro è dedicato ai mondi minori, tra Baltico, Mar Nero e Mediterraneo, alle frontiere della spiritualità orientale, in bilico fra cristianesimo, islam ed ebraismo, cattolicesimo e ortodossia. Centri di resistenza contro l'aggressione dei pensieri unici e delle intolleranze. Mondi viscerali, nemici dei dogmi e delle gerarchie, ma anche straordinari anticorpi allo scontro tra fondamentalismi. Per gli stereotipi che rompe, questo viaggio nel sacro è forse la cosa più dissacrante che ci sia. Mostra musulmani che festeggiano il shabbat, ebrei che leggono il Corano, cristiani che sgozzano capre per un santo venuto da Karbala, musulmani che pregano la Madonna, feste di primavera cui partecipano islamici e cristiani, turchi, macedoni e zingari. Persone che sembrano uscite da un film di Kusturica, un racconto di Borges, un romanzo di Màrquez."Ho conosciuto un poeta che sapeva a memoria Il capitate di Marx, costruiva aspirapolveri per le mucche e aspettava l'arrivo del Messia alla fine dei tempi", dice Monika. "La chiesa cristiana d'Oriente è un'inesausta fonte di spiritualità. Il bisogno del sacro. Intemperante, smodato. Fatto di anima e corpo." È l'universo segreto di Monika, viaggiatrice delle periferie d'Europa.

 



Biografia

Bulaj Monika

Monika Bulaj, nata a Varsavia nel 1966, è fotografa, scrittrice, filmaker, pubblica reportage sui confini estremi delle fedi; scrive le sceneggiature per i documentari, tra cui il film Romani Rat 2002 di M. Orlandi, sull’Olocausto dei Rom. Collabora a: D - La Repubblica, Io Donna, ­ Corriere della Sera, National Geographic, EAST, Courrier International, Gazeta Wyborcza, Internazionale, GEO. Ha pubblicato i libri: Libya felix; Donne, storie... ; Gerusalemme perduta, con Paolo Rumiz, Figli di Noe. E’ Regista, fotografa e sceneggiatrice del film documentario Figli di Noè (produttore: Lab80 FILM). Ha presentato mostre fotografiche individuali in Italia e Europa.

Hanno scritto di lei
«Se avete il sospetto che la fede non stia nelle piazze strapiene o nel marmo delle cattedrali, ma nelle periferie, nei villaggi ai confini dell'impero, allora guardate il lavoro di Monika Bulaj sui microcosmi
perduti dell'Est».
La Repubblica, Roma

«Le sue foto hanno l'odore della terra umida, dell'incenso, trasmettono la luminescenza dei ceri, riflettono la chiarezza del cielo pannonico. E oggi Monika Bulaj è riconosciuta nell'universo della foto artistica».
Le Soir, Bruxelles

«Questa antropologa curiosa, colta e appassionata, viaggia dal Marocco all'Iran su linee di frontiera che non troverete sulle carte, tra ciò che conosciamo e il mondo che rimane nascosto nel cono d'ombra della storia».
L'Eco di Bergamo

«La Bulaj abbina fotografia e scrittura, li mescola in una forma nuova di comunicazione, anche nella sua lingua nuova, l'italiano. Prosa forte, immaginifica, di un realismo fantastico.Va da sola d'inverno per piste da bracconieri, abita terre di nessuno, si infratta nelle «borderline», si sposta a una velocità incredibile, con pochissimi mezzi, dorme sotto le stelle, ha una resistenza da guerrigliero afghano».
Il Piccolo, Trieste

«Attraversa le frontiere d'Europa per catturare le immagini di una fede bollata come «popolare, folcloristica, esaltata». Un mondo di minoranze che il Muro ci ha impedito di conoscere per lunghi anni e ora rischia di sparire».
Il Riformista, Milano

«Il suo lavoro è un'occasione straordinaria di capire che non siamo solo europei, ma che ci sono minoranze culturali e religiose che il Muro tra Est e Ovest ci ha impedito per anni di conoscere».
Liberazione, Roma

«La luce, tutta interiore, esplode in sequenze blu notte, rosso e giallo oro. I volti – vecchie monache che biascicano le litanie, giovani donne che al corteo funebre portano il cibo per i morti, sposi che mostrano una icona sacra per essere accolti dalla comunità. L'obiettivo di Bulaj ritrova tracce del fervore apocalittico che contagiò la Polonia Nord Orientale nei primi decenni del secolo scorso e le traspone nei colori panici e nella luce che accelera la corsa estatica della donna scalza fra il grano maturo».
Alias, Roma

Consulta anche: Monika Bulaj (articoli) su Eastonline
Consulta anche: Nell’ora delle ombre schiacciate. Intervista a Monika Bulaj.