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un libroper una scuola

Verso il
Cuore del Mondo

di Claudio Cardelli

 

Una lettera di Fosco Marani

 

Carissimo Claudio

Scusami se scrivo a mano, con calligrafia così tremolante, ma i guai della salute mi impediscono di far uso della macchina dattilografica, d’altra parte ho fretta. Se chiedessi ad un amico di copiare il mio testo, così sarebbe altri giorni preziosi. Dunque non resta che questa via bastarda. Perdonami, ti prego.

Ti ringrazio per avermi mandato il testo del tuo libro “Verso il cuore del mondo”. Mi hai fatto dono dei tuoi ricordi, lo viaggio attraverso una mezza dozzina di paesi dell’Asia, compiuti nell'arco di una trentina di anni, ed accompagnati dalle tue splendide fotografie, stampate in un  modo del tutto esemplare, ma questa preziosa messa di stimoli mi ha riportato agli occhi ed alla mente una vera valanga di ricordi.

Quando traversasti la Turchia, il Curdistan e poi l’Islam, il panorama mondiale era ben diverso da quello di oggi, molto più amichevole e tranquillo.  Purtroppo, con l’11 settembre del 2001 e l’assalto delle Torri di New York tutto è cambiato. Si è aperta una guerra di genere del tutto nuova, che non rispetta affatto le vite dei civili innocenti, anzi di gloria della loro distruzione, della loro strage.

Penso che oggi, dopo altri episodi del genere che hanno colpito Bali, Mosca, fino agli eventi di Mombasa e il continuo stato di angoscia che attanaglia Israele, non sarebbe più possibile seguire il tuo stesso itinerario, facendo amicizie che trascendono i confini culturali e religiosi, e trovando dappertutto delle accoglienze così affettuose e simpatiche. In questo senso si può dire che gravi sul mondo, ma anche cupa di incertezza e di pianto.

È con vero sollievo dunque, carissimo Claudio, che ci affrettiamo a seguirti nelle tue esperienze indiane. Certo, non mancano anche degli sconti, tra religioni diverse, che esistono però, quasi in ombra di fronte alle anticipazioni di fedi profonde vissute al più alto livello dello spirito.

Il Khumb-Mela è un grandioso avvenimento che coinvolge migliaia di fedeli in riti complessi e diversi, talvolta sorprendenti (o scandalosi? almeno a sentire alcuni...)

Il Khumb-Mela da te osservato, ed inoltre documentato da ben 43 delle splendide fotografie, si svolse nel febbraio al marzo del 1986 ad Haridwad la "porta santa" là dove il Gange sfocia nelle gole   tra i monti dell’Himalaya, ed inizio il suo corso regolare e solenne attraverso le pianure sconfinate dell’India settentrionale. Questo capitolo, così sembra, costituisce davvero il cuore dei tuoi viaggi, ed il cuore dei tuoi rapporti con l’Asia. In esso, mi pare, raggiungi il tuo più alto livello di partecipazione spirituale, nel testo, e di entusiasmo visivo nelle splendide immagini fotografate.  Vorrei qui inoltre complimentarmi con la BAYER, che ha avuto la lungimirante fiducia nelle tue capacità di narratore e di interprete delle realtà attraverso il linguaggio magico ed intuitivo della fotografia.

Il Khumb-Mela,sai, ha molti elementi che ricordano i famosi riti dello Hinto giapponese: i "Màtsuri". Anche in queste religioni s’invocano gli dei (i Kami) a scendere fra gli uomini per un festivo in tutta la comunità (villaggio o quartiere cittadino) prende parte. Infine gli atei, come ospiti di grande riguardo vanno inoltre tenuti col massimo del rispetto e della venerazione, Il  Màtsuri si conclude quasi sempre con danze, canti, gare di astuzia o rappresentazioni teatrali, con musiche, canti, percussioni… Da noi, un tipico Màtsuri può dirsi il Palio di Siena.

Breve ma suggestivo il capitolo dedicato al Bhutan, l’unico regno dell’Asia che segue ufficialmente la religione buddista, nella sua versione lamaista.

Quanti felici ricordi anche qui! Dagli Dzong, gli imponenti e bellissimi monasteri fontificati, al “Covo della Tigre” il minuscolo monastero sperduto tra le montagne, miracolosamente aggrappato ad una paurosa rupe di pietra nuda, sospeso sulle valli e le selve rigogliose di pini.

Infine l'ultimo appassioanto raid in sella ad una moto nella parte più setentrionale dell'India.

Un’India però insolita e raramente agitata. Quella di certe valli remote che s'infilano tra le montagne dell’Himalaya e del karakorum.

Qui, partendo dal Ladakh sei approdato alle valli remotissime del Nubra, attraverso (in motocicletta, ricordate!) il passo più alto del mondo, il Khardung-La alto ben 5670 metri di quota.

Arrivato a Leh, hai incontrato un nostro santo e venerato amico, il Dalai Lama, che tiene sempre altissima la propria identità culturale e spirituale del Tibet.

   



Claudio desidera che il ricavato sia versato al
Tibet Children Village di Choglamsar (Ladakh)
ed alla Lamdon Model High School in Zanskar (33%=10€).