Musica e feste

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Scimitarre e feste

di Agostino Rossi

<MI>«Nessuna descrizione della vita dei Pathan è completa se non si accenna alle loro danze. Esse hanno luogo per le feste dell'Id o per celebrare patti tribali, o per festeggiare la fine delle ostilità fra due tribù o due fazioni. <D>

<MI>Essi scelgono un terreno piatto e vi si pongono al centro. Gli uomini si dispongono quindi su una serie di cerchi concentrici ed iniziano a muoversi in tondo, ognuno tenendo il centro alla propria sinistra e fanno sfoggio della loro abilità nell'uso delle spade. I più vecchi ed i meno esperti si pongono nei cerchi interni, verso l'esterno si mettono i giovani, che danzano con sorprendente agilità, spesso con un fucile in una mano e la spada nell'altra e li fanno mulinare alternativamente sulla testa. Su un cerchio ancora più esterno si dispongono i cavalieri, mostrando la loro agilità sulla sella e e la propria abilità con la spada ed il fucile al tempo stesso.<D>

<MI>I musicanti accompagnano la danza con tamburi e trombette. All'inizio il ritmo è lento ed i cerchi si muovono con passo cadenzato: poi la musica diventa sempre più veloce ed i danzatori accelerano i passi con una eccitazione sempre maggiore e sopra i cerchi sembra no muoversi ondate di fucili e sciabole scintillanti. Le carabine vengono di tanto in tanto ricaricate ed i colpi esplosi in aria ed i cavalieri aumentano le loro evoluzioni. Chi assiste si chiede come mai le teste non cominciano a cadere in questa sarabanda di spade sguainate. La musica cessa di colpo, ognuno si ferma a riprendere fiato per poi ricominciare dopo alcuni minuti. Quando la frenesia della danza raggiunge il massimo e le evoluzioni divengono intricate, sembra di assistere ad un vero e proprio combattimento».<D>

Questa descrizione fatta da Pannel, medico missionario alla frontiera con l'Afghanistan agli inizi del secolo, mi ha sempre affascinato ed ora mi torna in mente mentre da Peshawar risaliamo verso Chitral a bordo di un autobus Fiat noleggiato presso il Governative Transport Service.

Nell'afa del meriggio ci fermiamo presso un campo militare. Presso la recinzione un gruppo di soldati assiste alla danza di un commilitone e noi ci uniamo agli spettatori. Divisa nera come gli occhi ed i mustacchi, il milite muove passi ritmati con step, ma legati fra loro da un flessusoso, sinuoso e sensuale ondeggiare. L'accompagnamento è fatto da tre militari con tamburi e cornette mentre un sottufficiale assiste sorridendo ed è invidiabile l'impeccabile portamento con i bermuda caki della divisa che fanno risaltare la nostra italica cialtronesca incapacità di indossare i calzoni corti. Si avvicinano due giovani musulmani, musici ambulanti, che chiedono di venire con noi fino a Dir e ce ne ripartiamo fra canti, scambi di canzoni e molta allegria.

Ciò a cui abbiamo assistito mi ricorda che le danze contemporanee del Pakistan ebbero origine sui pavimenti di marmo delle corti moghul e fra i campi verdi e dorati unificando il genere classico con quello popolare. La danza classica acquisì grande importanza quando i Moghul aprirono i cancelli dei loro palazzi ai ballerine dei templi e delle moschee. Il passaggio dalla abilità di appagare gli dei con i movimenti  ritmici e sacrali all'arte di compiacere un pubblico vivo portò ad una modifica, ad un adattamento ed ad una standardizzazione.

Tra le danze classiche la kathak è la più apprezzata in Pakistan. Questa parola significa storia e la kathak, avendo le sue radice in questa parola, si sviluppò da una semplice forma di danza che raccontava una vicenda con una complicata serie di esempi ritmici, variazioni lucenti intensificate da cadenze perfette. Con l'affinarsi della tecnica, pause di silenzio cominciarono ad essere usate per aumentare i movimenti provocati delle piroette. Le bole (sillabe ritmiche), pronunciate durante la danza, sono diventate una serie altamente tecnia di vocalizzi. La conoscenza degli intricati movimenti delle mani e dei piedi, l'espressione facciale, l'uso degli occhi e linguaggio dei gesti richiedono molti anni di studio con maestri eruditi. L'impatto dei Mughul sulla kathak fu così forte che i costumi delle corti reali dicennnero il modello per i ballerini.

L'abito indossato nelle cerimonie consiste in pantaloni stretti, vivacemente colorati, sotto un costume trasparente chiamato angrakka. La camicia, soffice, scampanata è lunga come le maniche ed è sfoderata. Le donne indossano un panciotto ricamato per mettere in evidenza i loro contorni naturali. La musica di accompagnamento alla kathak è fornita da un cantante e da uno, due od occasionalmente più strumentisti. Uno fornisce la melodia, l'altro il ritmo. Lo strumento essenziale è la tabla (un paio di piccoli tamburi verticali). Il ritornello è la ripetizione di una frase musicale detta taal. Le danze popolari seguono il ciclo delle stagioni, descrivendo lo stato d'animo e le emozioni della gente, curando le terre, mietendo il raccolto.

In tutte le sue forme di esultanza la danza popolare nelle diverse regioni del Pakistan riflette l'elemento di identità organica e caratteristica di comunità etnica del paese. Jhoomar e luddi ad esempio sono popolari in tutto il Pakistan, con leggere variazioni di formazione dovute al colore locale.

La jhoomar (che significa far girare o girare su se stessi) è danzata in un cerchio accompagnata da battiti sincronizzati con i movimenti dei piedi, il rapido piroettare del corpo segue il ritmo dato dai tamburi. Nel procedere nella danza i partecipanti si spezzano in differenti gruppi che eseguono movimenti diversi finché si raggiunge un crescendo e viene riformato un cerchio attraverso un andamento graduale di ricomposizione della schiera dei danzatori. La jhoomar è popolare fra le donne, ma è danzata con uguale facilità e maggior vigore dagli uomini. E' popolare sia in Sind che in Baluchistan.

La luddi è danzata sia dagli uomini che dalle donne ma separatamente. Qualsiasi tipo di cerimonia o di vittoria in unagara, è occasione per la luddi. Viene danzata maggiormente quando i campi sono pronti per la semina. Mentre la versione degli uomini è veloce quella delle donne è più lenta e più gentile. Le donne, disposte in cerchio fanno tintinnare i braccialetti e battono le mani, compiendo piccoli salti e mezzi giri, accelerando il ritmo secondo il battito del tamburo suonato sul dholok (tamburo allungato).

Un'altra danza popolare, soprattutto per le donne, è la sammi. Ha un movimento lento accompagnato da una canzone triste associata alla tragica storia d'amore della principessa Sammi ed il principe Dhole. Al colpo ritmato di un tamburo i movimenti della mano della ballerina si alternano ai movimenti del piede, seguendo uno scheama che contempla periodici battimani e facendo tintinnare dei bastoncini tenuti in entrambe le mani.

Una particolare variazione della kathak è eseguita dai Pathani ma nelle cerimonie che si tengono a Peshawar essa è ben diversa da quella festa selvaggia descritta da Pannel. E' una danza alla quale partecipano solo gli uomini. In origine era parte della preparazione alla guerra contro le tribù rivali e per la consequente celebrazione della vittoria. Oggi ogni evento gioioso è occasione per questa virile e dinamica danza. Vestiti in shalwan rigonfi, panciotti ricamati e con un grande fazzoletto, impugnando occasionalmente una spada, ogni attore si muove in cerchio in una formazione circolare più grande facendo scattare la testa in movimenti rapidi, alzando ed abbassando ad ogni scatto, capelli lunghi fino alle spalle, agitando il fazzoletto e la spada in una frenesia i ballerini girano fanno salti mortali, ondeggiano e volteggiano con la spada energicamente, accompagnati dagli strumenti a fiato e tamburi. Ci sono variazioni regionali delle kathak: in una versione i ballerini hanno dei battagli di campane simili alle nacchere spagnole, tengono il tempo delle campanelle e danzano in cerchio, cantando canzoni.

La bhangra è un'altra danza popolare. Di solito danzata all'inizio della primavera per celebrare la stagione del raccolto, è la preferita dai contadini del Punjab. Essa è sottolineata da una canzone ed alla fine di ogni verso il tamburo rimbomba. L'ultimo verso della canzone viene ripreso da tutti i ballerini e ripetuto in coro. La bhangra varia da villaggio a villaggio ed è più un'espressione spontanea di gioia che una danza con passi codificati. I ballerini circondano il suonatore di tamburo, in cerchio, ognuno con proprii passi individuali, grida, dimena le spalle e volteggia sul piede, spesso tenendo un pezzo di tela con tutte e due le mani sopra la testa. Il dhol (un tamburo enorme appeso al collo ed alle spalle), il joi (un paio di flauti) ed il kiuta (un paio di molle di ferro), combinate alle grida gioiose dei ballerini costituiscono un intrattenimento spettacolare.

La heyamalo è una danza del Sindh che interpreta la battaglia e le leggende popolari della regione. Viene danzata in occasione di festività ed celebrazioni. I ballerini circondano il suonatore di tamburo, cantando e mimando.

Le danze pakistane non sono solo motivo di divertimento, ma piuttosto vanno interpretate come tentativi dei ballerini di esprimere una fusione del loro carattere particolare e condizioni ambientali con il loro entusiasmo per la bellezza.


dal 1° gennaio 2002

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