Home ] il mondo tibetano ] Altre proiezioni ] Prossime Conferenze ] Serate di diapositive ]

Il sentiero di ghiaccio ] Ladakh - dove i valichi toccano il cielo ] [ Il sacco di Lhasa ]

Il sacco di Lhasa

altro titolo

Lhasa le sfide del cambiamento

un viaggio nel Tibet di oggi
e nella storia della sua architettura,
specchio del cambiamento che negli
ultimi 50 anni accompagna il Tibet verso il futuro

 

Per contattarmi

Strumentazione e ulteriori supporti

La proiezione

L’11 gennaio 2002 Xinhuanet (versione On Line dell'agenzia di stampa statale cinese) pubblicava un articolo in inglese, “Lhasa migliora i vecchi quartieri’’ (1), sostenendo che “fra tre anni, non solo  i residenti faranno fatica a riconoscere il quartiere in cui abitano, ma anche i visitatori stranieri non riusciranno a capire in che zona di Lhasa si trovano’’.

La conferenza propone allo spettatore di percorrere assieme il cambiamento sempre più veloce che ha portato Lhasa a perdere le proprie caratteristiche urbanistiche ed architettoniche ed a trasformarsi in una città cinese. Un sistematico piano di distruzione della identità di un popolo ormai divenuto straniero sulla propria terra. Un genocidio per sommersione che le autorità cinesi stanno attuando dopo lo sterminio avvenuto negli anni 60 e 70 che ha visto la morte di oltre un milione di tibetani.

Con immagini scattate in prima persona nei viaggi del 1986, 1994, 1997 e 1998 l'autore presenta questo processo sempre più veloce che ha portato  la 25° e la 26° sessione del World Heritage Committee (Unesco)ad esprimere profonda preoccupazione sulla sicurezza di un "patrimonio dell'umanità quale è il centro di Lhasa.

Il saccheggio e la distruzione

Il sacco di Lhasa, la distruzione sistematica del patrimonio culturale tibetano, è iniziato durante l'insurrezione del 1959, anche se nelle province orientali l'asportazione dai templi di  oggetti di valore era già una pratica corrente.

Accanto a questa opera predatoria, è stata attuata una totale distruzione di templi e monasteri, acuitasi con le campagne delle Guardie rosse negli anni 60.  Nei primi anni 80, quando nella Repubblica Popolare Cinese vengono riammessi i vari culti religiosi, pur sempre sotto controllo statale, pochissimi erano i templi agibili o parzialmente aperti ai fedeli ed ai turisti.

Nella città di Lhasa si sono salvati il Potala, il Norbulinka e il Jokhang (in parte danneggiato. Si narra che fosse stato Ciu En lai, presidente della RPC a far schierare l'esercito [Esercito Popolare di Liberazione] a difesa del Potala).

Lo sviluppo urbanistico

1948 Urban Areas Lhasa Urban areas 1980 Lhasa Urban area 1998

1948
aree urbane in blu

1980
aree urbane in blu

1998
aree urbane in blu

L'intervento dell'Unesco

Nel 1984 il palazzo del Potala era stato inserito dall'UNESCO nell'elenco dei monumenti considerati Patrimonio Mondiale (World Cultural Heritage). Il Jokhang venne inserito alla fine del 2000 ed il Norbulinka nel dicembre 2001. Vengono indicati collettivamente come "Historic Ensemble of Potala Palace, Lhasa". In base agli accordi attorno ad ognuno di questi monumenti veniva creata una fascia di rispetto affinché i monumenti fossero pienamente inseriti nell'ambiente in cui erano stati costruiti.

Risanamento o distruzione del centro storico di Lhasa

Nel 1977 rimanevano solo 200 degli antichi originali edifici esistenti nel 1949. Il risanamento dell'area attorno al Jokhang ha portato negli anni 90 all'abbattimento di moltissime delle case rimaste. Mentre era in atto un'opera di ristrutturazione nel rispetto dei canoni di salvaguardia dell'architettura da parte della ONG Tibetan Heritage Fund (da non confondere con la cinese Tibetan Development Fund, con la quale ha collaborato anche una ONG italiana) le autorità cinesi abbattevano tranquillamente case antiche, compiendo "qualche errore" nel piano regolatore come disse il Sindaco di Lhasa di quegli anni). Il rappresentante della Tibet Heritage Fund, Andre Alexander, veniva espulso nell'agosto del 2000 per aver protestato contro la politica distruttiva degli amministratori. La violazione dei parametri di protezione del Potala e dell'area del Barkhor, così come era stata concordata dalla Cina con l'UNESCO, assume aspetti preoccupanti.

La campagna demolizioni del 2002

Nel corso del 2002 il paesaggio urbano tradizionale di Lhasa ha subito dei cambiamenti significativi, mentre proseguono senza sosta le demolizioni e le ricostruzioni nella parte vecchia della città e cresce la preoccupazione per il futuro del nucleo antico della capitale tibetana. Questo proiezione   è un resoconto generale e fotografico dei cambiamenti, con la valutazione delle loro conseguenze sul paesaggio urbano di Lhasa attuale e futuro e del loro impatto sulla popolazione tibetana nelle zone interessate dal fenomeno. Il rapporto prende in esame le notizie dei mass media cinesi per quanto riguarda queste trasformazioni e il loro rapporto con lo status di Lhasa in quanto patrimonio dell’umanità (World Cultural Heritage) (2).

Fra business turistico e riserva indiana: quale futuro?

Se dal punto di vista politico la Cina sta annientando il popolo e la cultura tibetana, dal punto di vista economico Lhasa ed il Tibet sono divenuti in un gigantesco affare commerciale. Ai turisti cinesi ed occidentali viene presentata una città ordianta e pulita, di aspetto sempre più cinese-postmoderno. I tre monumenti principali sono ormai estranei al loro stesso contesto urbanistico e storico che li ha prodotti.

Le immagini di monasteri ristrutturati, di monaci in preghiera, che accompagnano la proiezione per quanto belle nascondono una realtà di annientamento, di oppressivo e massiccio controllo di ogni dissenso.

1 "Lhasa to improve its old quarters" in Xinhuanet (11 gennaio 2002). "The litter of daily life will also disappear after the local residents have changed their habits to gather litter and put it in proper places".

2 L'autore ha curato la pubblicazione in lingua italiana del dossier  Lhasa del Tibet Information Network

Strumentazione

Possibilità di proiezione tramite videoproiettore se la sala ne è dotata e vi è un PC come strumentazione.

oppure

possibilità di effettuare la serata con videoproiettore

Contattarmi

Per informazioni su prossimi viaggi o su conferenze in programma contattare:
Marco Vasta
tel. +39-030-3099092
rep. +39-347-7001081
e-mail: info@marcovasta.net