Nepal sconosciuto

Homestay: nei villaggi

Scritto il 2 giugno 2021 - 

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Quello delle homestay è un tipo di turismo sostenibile recentemente lanciato dal Nepal Tourist Board, per favorire un'attività turistica gestita direttamente dagli abitanti dei villaggi, a cui va (o dovrebbe andare) l'intero guadagno, in alternativa alle catene alberghiere, che non lasciano alcun vantaggio per le comunità locali. Diverse homestay sono rapidamente sorte in vari villaggi ed anche in qualche città, ma quelle proposte dal Nepal Sconosciuto sono soprattutto homestay di villaggi isolati, dove l'intera comunità partecipa all'offerta turistica, attraverso programmi culturali, danze e cerimonie, che fanno conoscere al visitatore la cultura e le tradizioni della popolazione.

Si è ospiti di famiglie locali, che possono normalmente alloggiare poche persone, in una o due stanze della loro casa: a volte le sistemazioni sono molto rustiche, come a Gale Gaon mentre nei villaggi che da più tempo hanno aderito a questo progetto, come Sirubari, sono state attrezzate camerette con qualche maggiore comodità: più spazio, letti più comodi, coperte migliori, una sedia o un tavolino, luce elettrica e persino qualche presa per ricaricare le batterie, anche se la corrente elettrica va sempre un po' a singhiozzo (come del resto in tutto il Nepal). Alcune famiglie hanno anche costruito piccole casette di una sola camera a fianco della loro abitazione, per dare maggiore intimità agli ospiti. Il bagno è sempre esterno, tenuto pulito per gli ospiti, ma solo con una turca e un rubinetto (niente lavandino). A Ghalegaon e Sirubari c'è spesso anche una doccia e a volte pure l'acqua calda, attraverso un sistema di riscaldamento a gas, che deve essere fatto accendere dalla famiglia. 

I pasti si consumano con la famiglia e sono piuttosto gustosi, anche se alla lunga sempre uguali, con zuppa di lenticchie o fagioli, riso in bianco con alcune verdure, patate in umido molto saporite e pezzi di pollo, mentre le bevande vanno prese a parte. In ogni villaggio c'è infatti almeno un piccolo spaccio, in cui si possono comprare bibite, acqua minerale e birra. Ogni famiglia ha poi una sua produzione di grappa (abbastanza leggera e dal gusto un po' strano), che viene spesso offerta a fine cena.  L'alloggio non si paga alle famiglie, ma ad un responsabile eletto dalla comunità, che ripartisce il ricavato per il 60% alle famiglie ospitanti e per il 40% al villaggio. Leggi anche la pagina Cosa mangio in Nepal.

Il prezzo comprende comunque anche altre attività, come le danze e le immancabili cerimonie di benvenuto e addio, con offerte di collane di fiori e a volte con musiche e canti, per cui può anche essere superiore a quello delle più anonime homestay delle città.

La Lonely Planet, nella traduzione italiana della EDT, è abbastanza esauriente su tutte le località turistiche, ma non dice nulla dei villaggi del nostro programma, ad eccezione del solo Sirubari (descritto tra i "dintorni" di Pokhara), che deve essere stato il primo ad aderire al progetto delle homestay.

Questo tipo di turismo è del resto nuovo e villaggi come Ghalegaon sono ancora pressoché sconosciuti al turismo internazionale, il che è anche uno dei motivi del loro interesse. Qualcosa si può trovare in Internet, ma in genere si tratta solo dei programmi offerti da agenzie locali, spesso copiati l'uno dall'altro. Non resta quindi che affidarsi all'esperienza del corrispondente e delle sue guide. 

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