il sito di marco vasta

lento pede ambulabis

Pamir Orientale Trek

27 luglio - 17 agosto 2018
con Marco Vasta ed Avventure nel mondo lungo la Via della Seta sul "tetto del mondo", tra natura e popoli dell’Asia Centrale in Tajikistan, sull'altopiano del Pamir

"Se non sali la montagna, non potrai ammirare il paesaggio" Paolo Neruda

 

Zurkul - Dzjarty Gumbaz


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Dal lago Zurkul alle  terme di Dzjarty Gumbaz

Lago Vittoria? Sir-i-kol o Zurkul?

"...on five o’clock in the afternoon of 19th of February 1838, we stood, to use a native expression, upon the Bam-i-Duniak, or “Roof of the World”...

 

La spedizione guidata dal tenente Wood nel 1838 stabilì che il lago era la sorgente del mitico Oxus (Oxos in greco e in persiano Jayḥūn). Quel 19 febbraio 1838 era giunta la notizia della salita al trono della regina. Il primo impulso fu di dedicarle il lago, allora chiamato Sir-i-kol, ma poi Wood scrisse la seguente considerazione:

 

".... we had received the news of her gracious Majesty's accession to the throne, I was much tempted to apply the name of Victoria to this, if I may so term it, newly re-discovered lake: but on considering that this introducing a new name, however honoured, into our maps, great confusion in geography might arise, I deemed it better to retain the name of Sir-i-kol, the appellation given by our guides. The description of this spot given by good old traveller Marco Polo, nearly six centuries ago, is so correct in all its leading points, that I have deemed it right to subjoin a considerable portion of it."

A Journey to the Source of the River Oxus

 di John Wood - Publ. Murray 1872

 

Il lago Zurkul guardando verso sud est.

 

Darya vuol dire "fiume" in persiano e Amu significa "mare" in turco (in tagico Амударё - Amudaryo), è il fiume più lungo dell'Asia centrale. La sua lunghezza totale è di 2650 chilometri ed è navigabile per oltre 1450 chilometri. Il lago Zurkul è considerato l'origine dell'Amu Darya e l'area del lago e dintorni è il Pamir-e Kalan (Chong Pamir).

 

 "Siamo sui 4.000 m. Sulla sponda meridionale del lago c'è l'Afghanistan precisamente il c.d. corridoio del Wakhan. Lo Zor Kul è situato in un ambiente a dir poco sbalorditivo. Sul lato sud, la catena del Great Pamir precisamente la catena del Wakhan mentre a sud ovest è ben visibile la bastionata dell'Hindu Kush del Pakistan, mentre a sud est vista sui monti del Karakorum sempre del Pakistan e a nord est è visibile il Muztagh-Ata in territorio cinese, che luogo!!!"

dalla relazione 2017 di Massimo Castellucci

 

Questa "terra di nessuno", è "zona franca" ed oltre alle yurte kirghise vengono qui a pascolare e commerciare i pastori wakhi afghani con i loro yak.

Nei documenti storici cinesi il lago è indicato come "Grande lago del dragone" (cinese: 大 龙池) (ma potrebbe esservi confusione con il Grande Karakul a nord) ed era una volta nel territorio del mir di Wakhan, ma il lago e il fiume furono stabiliti come confine tra la Russia e l'Afghanistan per accordo tra i russi e gli inglesi nel 1895.

Il lago Zurkul guardando verso ovest

Prima di Wood da queste parti passo Marco Polo, anche se il percorso non è chiaro(1), e transitò Bento de Góis (Benedetto Goes) le cui peripezie, scritte in appunti, furono assemblate da Matteo Ricci, gesuita di Macerata:

"Da ciò in dieci giorni raggiunsero Serpanil; ma questo era un luogo completamente desolato e senza alcuna presenza umana; e poi arrivarono alla salita della ripida montagna chiamata Sacrithma. Nessuno, se non il più robusto dei cavalli, potrebbe affrontare questa montagna; oppure doveva passare da una strada più lunga ma più facile...

...E così, dopo un viaggio di venti giorni, raggiunsero la provincia di Sarcil [Sarikol, l'altopiano del Pamir orientale. Ndr], dove trovarono un certo numero di villaggi vicini. Si fermarono lì due giorni per riposare i cavalli, e poi in due giorni raggiunsero i piedi del monte chiamato Ciecialith. Era coperto di neve e durante l'ascesa molti erano morti di ghiaccio, e nostro fratello riuscì a malapena a fuggire, perché erano rimasti per sei giorni nella neve."

"The Journey of Benedict Goës from Agra to Cathay" trad. Henry Yule

 

"Alle ore 8,00 colazione abbondante, alle ore 9,00 partiti in auto, dopo aver fatto diverse foto alle donne che mungono le mandrie. Varie soste per fotografare lo spettacolare scenario che porta al lago Zorkul. Dopo circa un'ora siamo all'estremità nord-est del lago. Passiamo dalla stazione di soldati ex-Urss circondata da filo spinato ma ora abbandonata. Varie soste: più a sud, in lontananza, vediamo alcune torrette di osservazione vicino al lago. Gli autisti (Mr Mendibai ndr) dicono che all'interno ci sono i soldati tagjki che controllano il confine con Afghanstan. Alle ore 10,45 siamo a 4.430m vicino alla riva del lago. C'è un piccolo insediamento di tre case di gente di etnia Wakhi. Ci invitano e offrono yogurt e pane. Dopo trenta minuti ripartiamo con le 4x4 usciamo dallo sterrato per arrivare alla riva del lago non è facile, ma i nostri autisti sono ottimi guidatori in un posto incantevole. Scendiamo e camminiamo lungo la riva, la camminata dura un'ora che luogo magico, poi saliamo in macchina percorriamo circa 5-6 km per arrivare al termine del lago dove inizia il fiume Panji(2). Siamo al confine con l'Afghanistan sull'altra sponda. Basterebbe attraversarlo per mettervi piede".

dalla relazione 2017 di Massimo Castellucci

La caserma abbandonata (37.449593,73.819115)
Пограничная застава "Озерная" - Ozernaya - Avamposto di frontiera

 

"Poi iniziamo con le auto a ritornare indietro. Passiamo da un'altra caserma abbandonata. Durante il periodo sovietico doveva essere una caserma che aveva oltre un centinaio di soldati. Il luogo così dismesso è suggestivo; ora nel periodo estivo ci vivono alcune famiglie di pastori. Una donna ci chiede medicinali per il mal di denti, ripartiamo sempre tornando indietro per lo stesso sterrato. Ci fermiamo presso una casa: ci offrono yogurt e pane. Anche qui sosta prolungata, poi in auto ritorniamo alle yurte di Kara Jlga".

dalla relazione 2017 di Massimo Castellucci

 

Sopra: I permessi per l'area di Zurkul

 

Diario del gruppo Vasta - 8 agosto 2017 Il "worker", guardia venatoria, ecologica o che altro, ci rilascia i permessi con tanto di ricevuta e, senza caricare i bagagli che restano nella yurta, ci dirigiamo su un orrendo sterrato verso i due laghi Kukchigit 1 e Kukchigit 2 (37.45555, 73.93333). Scorgiamo solo un gabbiano (ma potrebbe essere anche un airone...), anche se la avifauna dovrebbe essere molto ricca, specialmente di oche a testa barrata (Anser indicus).

La catena di montagne mostra valli glaciali e ci entusiasma. Poi la pista migliora. Si scorge una torretta a sud ma non è la torre segnata sulle mappe.

Man mano che avanziamo verso ovest si svelano i ghiacciai del versante settentrionale della catena che costeggia la valle la cui linea di cresta è marcata dal confine. Collegare la prospettiva dal basso, dove ci troviamo, e le mappe non è facile. Di sicuro quella che vediamo è la Catena del Wakhan, che nasconde alla nostra vista la catena dell'Hindu Kush  che marca il confine fra il Corridoio afghano(3) ed il Pakistan e distante una sessantina di chilometri. Forse individuiamo il Concord Peak (Pik Soglasiya, 5.649m), così variamente posizionato che potrebbe essere addirittura nascosto anch'esso, ma l'entusiasmo è per la maestosità dell'ambiente a meridione, mentre sulla nostra destra picchi e mammelloni tajiki sembrano essere meno interessanti.

La mappa elettronica indica una torre di avvistamento, ma a quelle coordinate troviamo solo una garitta su un cocuzzolo seguita poi dalla caserma abbandonata (Ozernaya - Avamposto di frontiera - Пограничная застава "Озерная"; 37.449593,73.819115).  La pista verso ovest segue la sponda settentrionale del lago affiancata da una linea elettrica in disuso che collega la caserma al posto di controllo, tutt'ora funzionante, di Khargush distante circa 45 chilometri. Con i mezzi ci avviciniamo al lago ed a piedi raggiungiamo la sponda, regno dei mosquito.

Wakhan, Grande Pamir, Piccolo Pamir

Il lago Zurkul è un "luogo" della storia della esplorazione del Pamir, il giro di boa meridionale del nostro viaggio. Siamo ben contenti di non aver camminato nella piana sotto il sole per raggiungere solamente il lago Kukchigit 1 ma essere andati oltre in 4x4 fino al lago Zurkul.

L'insediamento di Qarabulac (Qarah Būlāq) dovrebbe essere vicino alla torre di osservazione. Secondo Mr Mendibai, Qarabulac è abitato da nomadi kirghisi di nazionalità afghana. Ma di più non è dato sapere... Delle guardie tajike neppure un'ombra.

Mr Joomart ci indica il punto panoramico sul crinale a nord (37.52415, 73.81138) da cui ci saremmo affacciati per scorgere solo parzialmente il lago Zurkul. Mr Mendebai aggiunge che su questo versante il pendio è troppo scosceso per potere essere fatto in 4x4. Sicuramente non fa una grande differenza, anzi forse dal valico si apprezza una vista più ampia, ma ora qui abbiamo messo il piede dove sono stati il tenente Wood ed il Liut. Col. Gordon ed è una soddisfazione essere nello stesso luogo rappresentato nello schizzo di Gordon (sotto).

Sopra. Una guida Wakhi e un cavallo che riposa nel Grande Pamir.

Disegno abbozzato da Sir Thomas Edward Gordon durante la sua spedizione in Asia centrale con John Moubray Trotter (1842- 1924) e John Biddulph (1840-1921) nel 1873-1874. (Lieut. Col. TE Gordon, CSI. The Roof of the World è la narrazione di un viaggio sull'altopiano del Tibet fino alla frontiera russa e le sorgenti dell'Oxus (1876, p. 155, ['Great Pamir (Victoria) Lake - Eastern End']).

 

Da Kara Djilga al lago Zurkul (percorso gr. Vasta 2018)
(Clicca sul rettangolo in alto a destra per avere la mappa a pieno schermo)

 

Breve sosta con camminata al lago distante trecento metri, poi fuggiamo dagli insetti e riprendiamo le macchine. Tornando verso la caserma, a settentrione si scorge una cupoletta di terra su un cocuzzolo ad un centinaio di metri a nord della pista. La guida afferma che è una delle cinque fantomatiche tombe, anche se potrebbe essere solo una garitta. In un'ora torniamo alla yurta di Kara Jilga, pranziamo e, caricati i bagagli, ci dirigiamo verso est lungo la piana. Non percorriamo la pista di andata, più diretta verso la nostra méta, ma aggiriamo da sud il Monte Ystik (Ыстык. 4639m su OSM), peraltro insignificante.

Impercettibilmente svalichiamo ed entriamo nel bacino idrografico del torrente Ystik (sembra che il toponimo sia stato piazzato un po' dappertutto). Il paesaggio è ampio ed arido, incontriamo alcune yurte, recinti e case di fango, mandrie vagano nella ampia valle che si allunga davanti a noi verso oriente chiusa dalle sottocatene dei Pamir. La pista volge a nord e dopo alcuni stazzi ed una yurta isolata (37.500496,74.1314) ed una piccola salita (che parrebbe un valico ma non lo è), in breve arriviamo alla alla strada principale (quella percorsa dagli autista al ritorno da Murgab) e, passati sotto la ex-colonia estiva sovietica (3558617,74.150027) raggiungiamo le terme. Siamo sulla riva sinistra del torrente, e il ponte per macchine è crollato, sostituito da una passerella di legno. Sempre su questa sponda ovest del torrente, visitiamo le vecchie terme, un edificio buio con tetto in lamiera, abbastanza squallido ed ora usato solo dai locali.  Queste sono le famose terme di Jarty Gumbez (Dzharty - Gumbez - Джарты - Гумбаз; ru: Джарты - Гумбаз).

Una 4x4 guada il fiume con i bagagli mentre noi passiamo il precario resto del ponte e raggiungiamo la Guest House (nel programma di Mr Daler è indicato come Guest House di Kuban) (37.5645595, 74.1581978)). Accanto all'edifico c'è un cantiere: Mr Mendibai sta costruendo una sua GH! La 4x4 guada il torrente, ampio una decina di metri e porta i bagagli alla nuova struttura che raggiungiamo a piedi. È una guest house pretenziosa, con pavimenti e letti in legno. L'acqua termale riscalda continuamente i termosifoni che vanno a tutto spiano creando un caldo insopportabile.

Subito vorremmo tuffarci nelle due piscine coperte annesse alla GH, ma l'acqua è bollente. Piana piano ci immergiamo ed alla fine apprezziamo la torrida sauna. Peccato che non vi siano docce né rubinetti d'acqua fredda. Mr Akim gentilmente fa la spola fra il fiume e il solario con secchi  d'acqua gelida. Le immagini che girano su internet di un edificio buio con il tetto in lamiera si riferiscono alle vecchie terme ad ovest del ponte, usate ora dai locali.

Cena più che apprezzata, sia per il plov sia perché possiamo cenare seduti !

Il significato del toponimo è ambiguo, Jarty Gumbez - Mezza Tomba può indicare le tombe diroccate poste nelle vicinanze, sia oppure significare che si trovano a metà strada fra altre due rombe. Ma l'enigma non toglie fascino a questo luogo abbandonato che cerca di risorgere...

Svelato invece un altro mistero: le Terme e l'Hunting Camp sono la stessa località. Le relazioni ed i diari di viaggio riportano ora l'uno, ora l'altro dei due nomi. Sembrerebbe che i kirghisi gestiscano le terme, mentre l'hunting camp sia appannaggio dei tajiki.

AAA Ci sono due Hunting Camp, uno è quello scorto l'altro giorno fra Ak Zoo e Mashali, l'altro è questo.

 

Dal Lago Zurkul alle terme di Dzjarty Gumbez (percorso gr. Vasta 2018)

In rosso il percorso diretto del gr Giacomini 2017

Note

(1) "... trovate un grande lago tra due montagne, e fuori da esso un fiume che scorre attraverso un semplice valle ... " in Il Milione, capitolo 32: "del grande fiume del Badahshan, e le pianure del  Pamier". Lago nella traduzione di Heny Yule, Piano nella edizione Adelphi 1975 a cura di Valeria Bertolucci Pizzorusso.

(2) Per la precisione questo emissario è indicato come fiume Pamir che in località Langar si unisce la fiume Wakhan per formare il fiume Panji.

(3) Il Corridoio del Wakhan, o Corridoio Afghano, secondo alcuni geografi e politologi è solo la parte più stretta di questa fascia di terra che doveva dividere l'impero zarista da quello britannico. Più in generale è formato dalla parte più stretta e da due valli parallele solcate dal fiume Pamir, più settentrionale (Grande Pamir), e fiume Wakkan, più meridionale (piccolo Pamir). La valle settentrionale è divisa fra Tajikistan e Afghanistan, la valle meridionale è interamente afghana.

Avrei difficoltà a scrivere che nel 2014 sono stato in Wakhan quando ho percorso lo sterrato che costeggia il fiume Panji fra il ponte per Ishkashim e Langar (circa 150 km) poi da Langar risalendo il fiume Pamir fino al passo Kargush (73 km). Anche se ho risalito quasi una metà del Wakhan, dimostrerei ignoranza geopolitica, superficialità o spocchieria. Per me il Whakan è la valle meridionale, dove si trova Boza-i Gumbaz, là dove il luogotenente dei dragoni Francis F. Youngsband venne fermato dai cosacchi del colonnello russo Yanov nel 1891 (alcuni storici più sbrigativi indicano l'incontro al passo Boroghil sul confine.

E questa volta? Si, sono stato in Wakhan, ma ai suoi bordi e non ho incontrato le donne  wakhi con i loro abiti colorati. Dovrei tornare e inoltrarmi da Ishkashim nel Piccolo Pamir Afghano, sui sentieri tracciati dalla spedizione di Mountain Wildernes che ha creare una rete di percorsi e home stay finanziata dalla Aga Khan Foundation.

 

 

 

Dist. Disl tot + Disl. Tot - Alt. max. Alt. Min. Tempo effettivo Gruppo
19,08 km +37 -192 4.317 m 4.127 m 1h7' 4x4

https://it.wikiloc.com/percorsi-4x4/pamir-east-2018-08-08-a-kara-jilga-zurkul-27417457

44.32 km +318 m -335 m 4.302 m 4.124 m 2h3' 4x4

https://it.wikiloc.com/percorsi-4x4/pamir-east-2018-08-08-b-zurkul-terme-jarty-gumbaz-27418102


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Appendice 1
Da Kara Gilga alla sorgente calda di Jarty Gumbez. Percorso diretto gr. Giacomini

"Ripartiamo alla volta di Jarty Goumbez, facciamo un piccolo pezzo in macchina e il resto a piedi. Arriviamo alle terme per pranzo, alcune parti sono già costruite, altre sono un cantiere, è un posto strano che vuole essere lussuoso ma è solo un mix di lusso e sgarrupatezza. Comunque le pozze, che sono dentro l’edificio, sono piacevoli, la doccia finale si fa prendendo secchi di acqua dalla vasca…

Le stanze sono addirittura riscaldate dall’acqua che poi arriva alle pozze."

Dalla relazione di Valentina Giacomini.

 

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Appendice 2.

Escursione da Kara Jylga al laghetto di Kukchigit I (gr Giacomini 2017).

Distanza 7.3 km; Tempo in movimento: 1.40 ore; Quota minima 4204, quota massima 4339 D+ 198 m, D- 71 m

Possibilità ovviamente di non effettuare la camminata e raggiungere la destinazione con le 4x4.

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