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Il cham a Sani

Da più di vent'anni assistiamo alla festa religiosa che si svolge a Sani. Il primo gruppo di AnM che ebbe la possibilità di far coincidere il viaggio con la festa in onore di Naropa fu il trek da Darcha a Lamayuru, coordinato da Jimmy Giacobbe nel 1986.

A quel tempo solo camion e jeep giungevano a Padum sulla strada appena terminata nel 1980. Oggi la strada passa accanto la monastero, ed il villaggio si anima in occasione della festa perché questa è la celebrazione maggiormente sentita dalla valle. Un migliaio di fedeli giungono dai tre rami della valle e assistono alle danze oppure compiono 108 giri della kora attorno al santuario. Famiglie festose fanno picnic vicino al laghetto sacro ed altri si riposano sotto i pochi alberi del villaggio.

Momento importante è l'apertura annuale della cappella dove sarebbero i resti proprio di Naropa. Sani (Sani Khar) è l’unico monastero dello Zanskar ad essere stato costruito su un pianoro secondo la consuetudine dei luoghi di culto più antichi di queste regioni (vedi ad es. Alchi o Tabo in Spiti). Appartiene quindi ai primi templi vajarayana, quando ancora essi non si arroccavano in posizione difensiva, venne fondato nell’11° secolo in un luogo consacrato dalla presenza di Padma Sàmbhava e da quella successiva di Naropa. Il nome religioso è «fortezza della terra dei due (maestri)» ed attualmente vi appartengono circa una cinquantina di monaci druk-pa kagyü pa. Il muro di pietra, intervallato da chorten, lo racchiude completamente e forma un grande recinto rettangolare. Il chorten di ingresso aveva una stanza superiore vietata alle donne. Ora si entra da un cancello di ferro approntato per far arrivare la macchia di SS il 12° Gyalwang Drukpa, Jigme Pema Wangchen, fino al tempio...

Al primo piano del Gompa vi è la stanza dell’abate ed un balcone da cui le autorità assistono alla importante festa di Sani (in genere in Agosto). Sani gustor (Narjal) cade un paio di settimane dopo la festa di Karsha e coinvolge per tre giornate tutta la vallata. Il tempio è circondato su tre lati da un buio corridoio su un modello di impianto che in Tibet si trova nel tempio di Shalu dove esiste un meraviglioso grande corridoio processionale (khor-lam).

Il dukang, volta sorretta da sedici colonne di legno, ospita volumi del Tangyur, tre grandi immagini di Sakyamuni e Maitreya. Sulle pareti i dipinti, attribuiti a Zadpa Dorje, riproducono da un lato i sedici Arhat e dall’altro le immagini di Vajrasattva e Vajradara. Nella cappella retrostante volumi del Kangyur, due grandi immagini di Sakyamuni e Vairocana e otto Bodhisattva. Una porticina viene aperta durante la festa e conduce nel cortile retrostante.

Nel cortile, chorten Kanika, attribuito ai missionari del re kushianide Kanishka ma molto più probabilmente contiene i resti di Kanishka, un maestro che visse intorno all’anno mille. Nell’ala nord si trovano due antichi templi: Gamshot Lhakang dove avrebbe dimorato Padma Sàmbhava per ben cinque anni. Al centro una statua del santo in meditazione affiancato da nicchie con dodici bodhisattva. In una vetrina vi sono Mahakala e Mahakali ed alle pareti le divinità tantriche nelle loro forme terrificanti guardano i fedeli. Naropa Lhakang con una statua-reliquiario del maestro. Leggenda o storia, Naropa sarebbe sepolto a Sani (Guenther H.V., The life and teaching of Naropa, OUP 1963)

Il Naro Nasial si svolge aogni anno tra la fine di luglio e agosto. Viene evocata la presenza di Naropa e le cerimonie sono arricchite dalle danze rituali. L'origine del Naro Nasial giunge dai tempi del grande mistico Naropa, che nell’XI secolo, dopo essere stato Abate di Nalanda, l’università monastica indiana più importante di quei tempi, per realizzare pienamente gli insegnamenti mistici ricevuti dal suo Guru Tilopa dimorò in ritiro all’eremo di Dzongkhul, raggiungibile facilmente in macchina da Sani con la strada costruita apposta per la visita di SS il 12°Drukpa.

Naropa è importantissimo nella tradizione tibetana, essendo anche l’autore del testo esoterico sui sei yoga, che funge tutt’ora da riferimento per gli yogi tibetani ed i praticanti tantrici ed è uno dei testi principali della tradizione Kagyupa. Quando Naropa concluse il suo lungo ritiro a Dzongkhul e si apprestava ad andarsene, la popolazione di Sani e i monaci di questo antico monastero lo implorarono di restare; egli non poté accontentarli, ma lasciò una minuscola immagine di sé, grande come un chicco di grano, all’abate di Sani, dicendo che questo oggetto avrebbe sostituito la sua presenza fisica. La minuscola statuetta crebbe da sola di dimensioni, diventando grande più di una spanna, fatta di oro e abbellita con pietre preziose, e venne custodita e venerata a Sani per i secoli seguenti. Quando giunsero i musulmani nella valle, uno di questi la trafugò, ma ebbe paura del suo atto perché la gente della valle insorse furibonda, e quindi per liberarsene la gettò nelle acque del fiume Stod (Doda), dove venne poi miracolosamente ritrovata sulla riva da un monaco. Da allora la statua viene tenuta chiusa in un tempietto all’interno delle mura che delimitano il recinto sacro di Sani, adiacente allo stupa che contiene i resti di Kanishka e viene esposta una sola volta all’anno, durante il Naro Nasial.

Il Naro Nasial richiede una lunga preparazione da parte dei monaci di Sani, che sono discepoli in linea di trasmissione orale del maestro Naropa, i quali eseguono nei giorni precedenti cerimonie religiose, con l’uso di strumenti tradizionali e canti dai toni bassi. Il giorno antecedente l’apertura del tempio di Naropa vengono eseguite diverse danze in costume, tra cui la danza dei cappelli neri (Sha-Na Cham) e dei tamburi (Sha-Na Nga Cham), per purificare in modo adeguato il luogo. Nel secondo giorno al mattino alcuni monaci siedono di fronte al tempietto di Naropa recitando preghiere in onore del maestro e nel cortile antistante il tempio (sul lato opposto) continuano con le danze. Tradizionalmente il Naro Nasial non prevedeva la parte del Cham (danze rituali), queste furono introdotte verso la metà del secolo scorso su richiesta della gente del villaggio; la danza delle otto manifestazioni di Guru Rimpoce (Guru Tshen Gye) che si svolge nel secondo giorno è stata l’ultima ad essere introdotta e infatti le maschere utilizzate sono particolarmente naif e di evidente fabbricazione recente.

(organizzazione tecnica Viaggi nel Mondo
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