|
||||||||||||
Karsha Gompa དཀར་ཤ་དགོན་པ།Karsha Chamba Ling (luogo dedicato a Maitreya) è il più grande monastero dello Zanskar con una comunità di 80 berretti gialli. Il gompa e le bianche case sottostanti sono visibili da lontano, sarebbero proprio le case dei due insediamenti a dare il nome a dKarSha, «la bianca coppia». Collegato sia a Tungri che a Padum con strada camionale, il gompa è frequentato da molti turisti che lo raggiungono in fuoristrada. I monaci hanno ottenuto il permesso di spostare nei mesi estivi la festa religiosa che si svolgeva in inverno ed alla quale presenziavano solo gli avventurosi che si avventurano sul tChàdar. Ora si svolge 15 giorni prima di quella di Sani. dKarsha Byalspagling fu costruito dal «traduttore dello Zanskar» Phagspa Shesrab nell’11° secolo e quattro secoli dopo Shesrab bZangpo promosse l’adesione, da parte dei monaci, alla riforma di Tsongkapa. L’escursionista che giunge a Karsha a piedi dal villaggio sale a zigzag verso il monastero. Subito all’inizio, quasi incluso nel villaggio, vi è un primo tempio. Il sentiero arriva ad un ampio terrazzo (cui si giunge anche dalla strada per le fuoristrada). Qui si trova il Lhabrang, Thugse Chempo Lhakang, dedicata ad Avalokiteshvara (due grandi statue di Buddha; sulle pareti divinità tantriche da un lato ed i cinque Buddha supremi dall’altro), il Dukang Yongma e una piccola cappella è dedicata al «traduttore» Rin-chen bZangpo. Queste cappelle racchiudono pitture murali di stile indo-kashmiro. Si sale ancora per scale esterne lastricate, fra cucine e abitazioni di monaci. Arrivati al nucleo centrale del monastero, un buio androne conduce al grande cortile dove si svolgono le danze cham. Sul lato nord del cortile si trova il tempio maggiore. Fra le colonne della navata centrale: seggi del Dalai Lama e del fratello, dietro ad essi immagine di Lasho Cho Rimpochè, sormontata da una corona dorata nella quale sono incastonate pietre preziose e turchesi. La corona è stata trafugata a Lhasa dai fedeli e portata qui negli anni 60. Opposta al tempio una scala conduce al Gonkang (preceduto da un ampio vestibolo con maschere): grande immagine di Mahakala posta fra Maitreya ed Avalokiteshvara, ed al dukang superiore (ve ne sono due). Alle pareti quattro grandi statue di Sakyamuni, Tsongkapa e le due Tara. Infine il pemzokang, la biblioteca, contiene testi sacri, una statua di Sakyamuni e belle pitture murali con immagini dei vari Buddha. I due templi originari dell’11° secolo corrisponderebbero l’uno al tempio di Maitreya, l’altro a quello posto sotto le rovine del castello. Il tempio del Buddha futuro, racchiude immagini recenti di scarso valore, è circondato all’esterno da incisioni e graffiti sparsi sulle rocce. Essi sono di antica data ed il tempio sarebbe l’antico santuario di Byamspagling. Sopra il villaggio, ma sull’altro versante della valletta da cui scende un torrentello, si trova la comunità femminile con il piccolo tempio di Chub Chi Zhal111 (Chuchikjyal). In alto vi sono le rovine di un antico forte, distrutto probabilmente nel 1700. Alla sua base si trovano chorten oramai completamente abbandonati e vi è anche il tempio, dedicato ad Chukchiggyal, l’Avalokiteshvara con undici teste. Qui anticamente sorgeva Karsha. Un chorten di ingresso di fronte al tempio principale racchiude preziosissimi dipinti del 14° secolo. La parte muraria del “Chorten della regina” sarebbe di due secoli più vecchia. Sonam Wangchug, lompo (amministratore) di Karsha e Lama Angchuk hanno tradotto i cartigli. Una descrizione della comunità è stata pubblicata su D di Repubblica nel numero del 17 marzo 1998. Ladakh Monache in quota - Vita quotidiana di dodici religiose buddhiste in un convento nido-d'aquila sulle vette dell'Himalaya, di Elisabeth D. Prasetyo. Sulla rinascita delle vocazioni femminili in Zanskar a Chuchikjyal vedi: Gutschow, Kim 2000. Yeshe's Tibetan Pilgrimage and the Founding of a Himalayan Nunnery. In “Innovative Buddhist Women: Swimming Against the Stream”. Karma Lekshe Tsomo, ed. London: Curzon Press. Pp. 212-228.
|