HIMALAYA E DINTORNI - News letter N° 55 giugno 2011


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In questo numero

- Buon Vesak

- Mustang addio: procedono i lavori della strada nel (ex) regno di Lo

- Tre tazze di tè (amaro)

- La settimana del Tibet all'Auditorium di Roma

- Il Karmapa al TCV di Leh e Lobsang Sangay in Zanskar

- L'Everest val bene una vita?

 


BUON VESAK

Il Vesakh è la festività più importante per i Buddhisti: in essa si commemorano i principali avvenimenti della vita di Buddha. Quest’anno la festa, è stata celebrata l’8 aprile in Giappone, il 10 maggio in Corea, Cina, Taiwan, Viêt Nam, Singapore per i buddhisti "mahayana" e il 17 maggio in Thailandia, Sri Lanka, Cambogia, Birmania, Laos e altri Paesi per i buddhisti della scuola "theravada". In Italia l'UBI l'ha celebrato il 28-29 maggio, il fine settimana più vicino alla luna nuoba del  31 maggio / 1° giugno. In Ladakhi (ed anche all'Istituto di Pomaia) il mese di Saka Dawa Dunchen, inizia il 2 giugno e termina il primo luglio. Nella luna piena di questo mese, il 15 giugno (Buddha Purnima o Buddha Jayanti),  si commemorano nascita, illuminazione e parinirvana di Buddha Sakyamuni. In tutto questo mese i meriti sono incrementati di 100.000 volte.

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MUSTANG ADDIO: PROCEDONO I LAVORI DELLA STRADA NEL (EX) REGNO DI LO

KAGBENI-JOMSONQuando nel 1952, il geologo svizzero Toni Hagen ritrasse i portatori della Kali Gandakhi con il Nilgiri sullo sfondo, scelse questa immagine come copertina del suo volume Nepal. Per decenni quell'immagine fu il simbolo della bellezza nascosta del Nepal ed anche l'icona della sua carenza di infrastrutture.

 

La testimonianza della gola più profonda del mondo fra gli Annapurna ed il Dhaulagiri: KAGBENI-TANGBEuna gola fossile perché la Kali Gandaki vi scorre da prima che l'Himalaya si innalzasse (assieme al plateau tibetano).

 

Hagen, che morì nel 2003, probabilmente non avrebbe mai immaginato che sessant'anni dopo una strada avrebbe risalito la valle che studiò per primo. Ho avuto la fortuna di percorrere la Gandaki trent'anni fa, e di ritornarvi per accedere al Mustang.

 

CHELE-SAMARLe immagini inviatemi in questi giorni da Fausto Sparacino, vicepresidente dell'Associazione Italia Tibet, mi hanno quindi lasciato stupefatto ma non sorpreso. La strada era da anni nel programma elettorale di tutti i partiti ed era prevedibile che il cantiere sarebbe andato oltre Kagbeni. Ora manca solo il tratto Chele - Syammochen e poi si potrà andare da Pokhara a Lo tranquillamente in macchina

 

 .La strada è sicuramente una necessità per gli abitanti della valle del Gandaki, ma una delle principali risorse economiche,quella degli escursionisti occidentali, è andata definitivamente perduta. Ma la nostra è una considerazione "con gli occhi dell'occidente". Al nuovo turismo indiano, che per numero di presenze sta surclassando come fonte di reddito la presenza occidentali qui in Nepal come in Ladakh, il fascino delle escursioni a piedi non interessa. Ed inoltre il prossimo stato della Gandaki, parte della Repubblica Federale di Nepal, avrà come principale fonte di reddito l'energia idroelettrica prodotta e venduta all'India.  Il prossimo completamento della ring-road che abbraccerà tutto il massiccio dell'Annapurna è stata segnalata anche dalla BBC Nepal’s shrinking Annapurna Circuit: finirà allora un'epoca, con buona pace di chi ancora sogna il perduto regno di Lo, sulle pagine di Snellgrove, di Peissel e di Tucci.

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TRE TAZZE DI TÈ (AMARO) La fondazione Central Asia Institute è un colosso da 25 milioni di dollari l’anno. Ha fatto quindi scalpore negli Stati Uniti, l'intervista a Jon Krakauer nella rubrica della CBS "60 minuti" su Greg Mortensen, fondatore della grande organizzazione umanitaria, che ha raccontato la sua avventura nel best-seller “Tre tazze di tè”. A Jon Krakauer non piacciono le mezze misure, né nella scelta degli argomenti dei suoi libri, né nella vita. Da ex-fan ed ex-sponsor di Mortensen, Krakauer ha ricostruito la vicenda raccontata nel libro, è stato in Afghanistan, ha cercato le scuole e ha scoperto che alcune non esistono e che altre sono vuote. "60 minuti" è una rubrica basata sui fatti e Krakauer dimostra che i fondi dell’organizzazione non sono sempre ben spesi, demolendo così questo modello di “counter-insurgency” che ispira molte delle forze della coalizione. Leggendo la trascrizione dell'intervista, colpisce soprattutto l'affermazione che le spese di promozione per la raccolta fondi e per mantenere l'organizzazione stessa siano superiori agli investimenti in Pakistan ed Afghanistan.

La vicenda offre spunto per una riflessione: AaZ onlus, l'associazione cui appartengo assieme a molti lettori di questa newsletter, dedica il 7% delle spese annuali al proprio funzionamento ed alla promozione, usando proventi che non vengono dalle quote dei soci ma da piccole attività di merchandising e soprattutto per il contributo di lavoro volontario di molti soci attivi che permettono di mantenere questa voce di bilancio abbastanza contenuta. Migliaia di ragazze e ragazzi hanno potuto studiare grazie a Mortensen e migliaia di americani hanno sostenuto l'idea che in Afghanistan si possa costruire la pace tramite lo studio e non con le armi. Mortensen ha dedicato energie ed una esistenza a quei ragazzini, forse è stato un po' troppo distratto. Ma rimane un amaro in bocca, dopo questo tè. (Il bilancio di AaZ onlus è pubblicato nel sito associativo alla pagina dei bilanci)

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LA c.d. SETTIMANA DEL TIBET ALL'AUDITORIUM DI ROMA

contributo di Marialaura Di Mattia

Allegato al settimanale Panorama si trova un pamphlet pubblicitario dal titolo: “Tibet, meraviglia sul tetto del mondo” dove viene promossa la ‘Settimana della cultura del Tibet in Italia – 19/22 maggio 2011’. Il pamphlet contiene documenti, foto, prati verdi, immagini sorridenti di persone asiatiche, e viene presentato il Tibet in una versione serena, meravigliosa, paradisiaca. In un capitolo dal titolo ‘La libertà di vivere la religione’ si parla persino delle diverse confessioni religiose che possono liberamente convivere senza interferenze. Dalla Prof.ssa Marialaura Di Mattia, riceviamo e volentieri pubblichiamo questo contributo:

Foto Marilia Bellaterra (c) 2011"Ho letto velocemente l'opuscolo della vergogna e della menzogna allegato a Panorama e, per quanto riguarda la vergogna, questa ricade purtroppo su tutta la filiera di pavidità ossequiosa: da chi l'ha scritto (su ovvia commissione delle autorità cinesi), chi l'ha tradotto, chi l'ha pubblicato, chi l'ha allegato al suo settimanale, chi ha ospitato la mostra (mostriciattola di falsità).

L'unica affermazione contenuta nell'opuscolo che non è una menzogna riguarda l'inaugurazione dell'anno culturale della Cina in Italia alla presenza dei due premier, Wen Jiabao e Silvio Berlusconi, quest'ultimo uso a baciar le mani ai dittatori e a dichiarare ufficialmente di "non volerli disturbare" mentre reprimono e massacrano il loro popolo. Quella che ritengo una "bufala" è invece l'affermazione che "durante il capodanno cinese i festeggiamenti e gli spettacoli di Piazza del Popolo hanno attratto milioni di italiani".

Una delle tante menzogne contenute nell'opuscolo riguarda il conferimento dei titoli di Dalai Lama e Panchen Lama dalla dinastia Qing: com'è noto il titolo di Dalai Lama venne conferito a Sonam Gyatso nel 1578 da Altan Khan, capo della tribù mongola dei Tumed, e il titolo verrà esteso retroattivamente ai suoi due predecessori, mentre fu il V Dalai Lama, Nawang Losang Gyatso (1617-1682) a dare inizio al lignaggio dei Panchen Lama, riconoscendo la reincarnazione del suo maestro nel 1662.

Poi sinceramente ci vuole molto stomaco e una totale assenza di vergogna da parte delle fonti cinesi nel citare il festival di Ganden e "i preziosi oggetti (...) chiusi nella loro casa del tesoro" dopo che durante la rivoluzione culturale (1966-1977) i militari cinesi hanno distrutto il grande monastero fondato nel 1409 dal Lama Tsong Khapa impiegando l'artiglieria e grandi quantità di dinamite. A Ganden prima dell'olocausto vivevano 3.000 monaci, oggi si parla di poche centinaia.

È inoltre paradossale che le autorità cinesi denuncino "i gradi di deforestazione" e si interroghino su "le cause di questo fenomeno" quando, com'è noto, il manto forestale tibetano prima del 1950 - prima dell'occupazione cinese - si estendeva per 25.2 milioni di ettari, mentre nel 1985 era ridotto a 13.57 milioni di ettari: il disboscamento delle foreste d'alto fusto del Tibet orientale ha reso ai cinesi nel 1985 ben $ 54 milioni di dollari USA.

Infine in tutto l'opuscolo i nomi tibetani vengono orribilmente storpiati: "Hada" al posto di "Khata", la scuola "Saturday- kya-pa" (forse la Sakyapa?), "Zhebung" per il monastero di Drepung, e via discorrendo.

Concludo copiando di seguito alcune frasi che non meritano alcun commento, ma solo sdegno verso questa vergognosa operazione dell'ambasciata cinese in Italia:

" (...) quest'anno, il popolo tibetano festeggia la ricorrenza del 60° anniversario dell'Emancipazione pacifica della propria terra" "la pacifica liberazione" (secondo fonti dello stesso PLA, tra il marzo e l'ottobre 1959 i militari cinesi uccisero 87.000 membri della resistenza tibetana a Lhasa e dintorni); " (...) notevoli progressi sono stati compiuti nell'ambito della difesa dei diritti umani"; "Il Governo Cinese ha adottato una politica di piena libertà religiosa"; "La strategia del governo riguardante la libertà di religione, permette di pregare in qualsiasi momento (...) e impegnarsi in varie attività religiose riconosciute legalmente".

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IL KARMAPA  AL TCV DI LEH e LOBSANG SANGAY IN ZANSKAR AD AGOSTO

HH Ogyen Trinley Dorje (cliica per ingrandire)La disputa, tutta in seno al Buddismo di Diamante, fra i sostenitori di Ogyen Trinley Dorje e quelli di Trinley Thaye Dorje, le due reincarnazioni del Karmapa, lascerebbe chi non pratica il Buddhismo se Trinley Dorje non fosse  sempre più considerato il possibile successore del Dalai Lama come guida spirituale del popolo tibetano, il possibile tutor del futuro XV Dalai Lama in assenza del Panchen Lama (che ci auguriamo ancora vivo in qualche residenza della Cina). Dispute come questa sul Karmapa o l'incomprensibile faida sulla venerazione di Shugden (narrata ne Il demone ed il Dalai Lama di Bultrini) possono incuriosire, ma non appassionare. Trinley Dorje ha visitato il Ladakh ed anche il Tibetan Children's Village di Choglamasar (clicca sulla fotografia, rilasciando per l'occasione una intervista riportata integralmente da Asia News.

Ugualmente di non immediata comprensione è stata l'elezione di Losang Sangay alla carica di Kalon Tripa (PM, Prime Minister) del Governo Tibetano in esilio che succede a Lobsang Tenzin (più conosciuto come  Samdhong Rinpoche) presenza tranquilla e poco nota al di fuori della Diaspora. Il nuovo capo del governo ha già accettato l'invito di visitare lo Zanskar, la terra dei puri, come immodestamente si definisce questa piccola enclave nella Trans Himalaya indiana. La visita dovrebbe avvenire in Agosto dopo il suo insediamento ufficiale. Lo ha dichiarato il Ven. Konchok Tenzin, Chairman del Ladakh Bawan a New Delhi.

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L'EVEREST VAL BENE UNA VITA?

Il 24 giugno 1924 scomparve George Leigh Mallory, 37 anni, padre di tre figli, diplomato a Oxford, amico di Virginia Woolf, la celebre scrittrice. Membro di uno dei più importanti circoli letterari londinesi, era un uomo colto e raffinato. Il suo corpo,  per espresso volere della famiglia, è stato tumulato là dove à stato ritrovato nel maggio del 1999 sulla montagna che voleva scalare semplicemente "perché è là", come una volta rispose ad un giornalista durante un giro di conferenze negli Stati Uniti. Irivne, il suo compagno venne ritrovato nel 2010 (Himalaya e dintorni, n° 49).

Il 9 maggio, Shailendra Kumar Upadhyaya, 82 anni, ex ministro degli Esteri e rappresentante permanente del Nepal alle Nazioni Unite negli anni 70-80, con il sogno di diventare il più anziano scalatore a conquistare l'Everest, è morto mentre tentava l'impresa. "L'alpinismo è spesso associato alla forza fisica, ma occorre essere forti mentalmente per riuscire in questa ascensione", aveva dichiarato Upadhyaya. "Voglio provare che le persone anziani, come me, sono capaci di compiere certe performance". Si trovava ad un'altitudine di 6350 metri quando è stato colto da un malore causato dalla mancanza di ossigeno. Una squadra di soccorso ne ha recuperare il corpo.

Alla fine di maggio, mentre in Inghilterra i suoi amici erano a letto a dormire, dall’altra parte del mondo il sedicenne George Atkinson ha raggiunto, dal versante tibetano, la vetta dell’Everest, che ha toccato alle 8.45 di giovedì 26, (come leggete nel suo blog), diventando il più giovane inglese a salire sul tetto del mondo, nonché il più giovane in assoluto a scalare le «Seven Summits», ovvero le montagne più alte dei sette continenti.

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