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14/05/2024 20:45:42

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Morte in Persia

Schwarzenbach Annemarie


Editeur - Casa editrice

E/O

Medio Oriente
Asia Centrale
Iran


Città - Town - Ville

Roma

Anno - Date de Parution

1998

Pagine - Pages

134

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

Dal mondo

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Morte in Persia

Morte in Persia Morte in Persia  

Nata nel 1908 in una delle più ricche famiglie svizzere, da una madre che avrebbe voluto un figlio maschio e come tale la vestì e la considerò,
Annemarie Schwarzenbach ebbe una vita difficile, appassionante e intensa, sempre cercando di sfuggire la soffocante tutela materna.
Fu amica dei fratelli Erika e Klaus Mann, di Erika fu anche l'amante così come la scrittrice amercana Carson McCullers. Visse tra Parigi e Berlino, partecipando attivamente alla vita culturale, ma abbandonandosi anche a ogni eccesso.
Fu in quegli anni che i fratelli Mann la introdussero all'uso della morfina, da cui divenne dipendente per il resto della vita. Cercò scampo all'infelicità nell'impegno politico antifascista e nei viaggi, sopratutto in Oriente. La sua figura slanciata, androgina e adolescenziale, lo sguardo buio di malinconia, l'abbigliamento vagamente maschile, colpivano quanti la conobbero. "Angelo devastato" scrisse Thomas Mann.
"Angelo inconsolabile" gli fece eco Roger Martin du Gard. In Morte in Persia ritroviamo l'abissale senso di estraneità che connota tutta la sua opera e la sua vita. L'autrice lo definisce un "diario impersonale", ma è in verità un conglomerato di generi narrativi: autobiografia, cronaca di viaggio, racconto. Che cosa l'aveva spinta verso i deserti della Persia, verso quelle montagne e quelle valli desolate che sembravano lo scenario del dolore universale? Una fuga disperatamente e insieme il sogno di un miracoloso ritrovamento di se stessa e degli altri.

 



Biografia

Schwarzenbach Annemarie

Fortemente androgina, apertamente omosessuale, grande viaggiatrice, dipendente da alcol e droghe (morfina in particolare), ribelle e contrastata, Schwarzenbach fu una delle controverse protagoniste della vita culturale bohémien mitteleuropea tra la prima e la Seconda guerra mondiale.
Nata in una famiglia di industriali svizzeri con forti simpatie naziste, entrò nel circolo di Erika e Klaus Mann, i figli di Thomas Mann, e fu proprio grazie al loro incoraggiamento che intraprese la professione di scrittrice.
Viaggiò molto in Oriente assieme alla compagna, la fotografa Ella Maillart, scrivendo narrativa di viaggio oggi molto apprezzata. Dal 1933 partecipa in Oriente ad alcune campagne di scavi archeologici. Soggiorna per periodi più o meno lunghi in Siria e in Iran. Il 25 maggio 1935 sposa Claude Clarac, diplomatico francese a Teheran. Viaggia molto negli Stati Uniti dove scrive molti servizi giornalistici e fotografici, pubblicati in diversi quotidiani svizzeri.
Dopo la sua morte, avvenuta per le conseguenze di un incidente in bicicletta accadutole il 6 settembre 1942, Schwarzenbach cade ben presto nell'oblio, fino alla metà degli anni 1980, quando l'editore svizzero Huber iniziò a ripubblicare le sue opere. Roget Perret ha curato, per l'editore Lenos di Basilea, la stampa di alcuni testi inediti, lasciati all'archivio svizzero di letteratura presso la Biblioteca nazionale svizzera a Berna.
In questo fondo, oltre ai manoscritti, alla corrispondenza e ai lavori nell'ambito giornalistico, si trovano circa 7.000 fotografie che documentano i diversi viaggi intrapresi da Annemaire Schwarzenbach negli anni 1933-1942.
Biblliografia:
Gli amici di Bernhard, traduzione di Vittoria Schweizer, L'orma editore, Roma, 2014,
Sibylle, Casagrande, Bellinzona, 2002,
La valle felice, Tufani, Ferrara, 1998,
La gabbia dei falconi, BUR, Milano 2007,
Dalla parte dell'ombra, Il Saggiatore, Milano, 2001,
Oltre New York. Reportage e fotografie 1936-1938, Il Saggiatore, MIlano, 2004,
Morte in Persia, E/o, Roma, 1998,
La via per Kabul. Turchia, Persia, Afghanistan 1939-1940, Il Saggiatore, Milano, 2002,
La notte è infinitamente vuota, Il Saggiatore, Milano, 2014,
Ogni cosa è da lei illuminata, Il Saggiatore, Milano, 2012.

Consulta anche: Annemarie Schwarzenbach in Wikipedia