Numero di utenti collegati: 3020

libri, guide,
letteratura di viaggio

28/03/2024 10:05:18

benvenuto nella libreria on-line di

.:: e-Commerce by Marco Vasta, solidarietà con l'Himàlaya :::.

Saga di Eirik il rosso

AA.VV.


Editeur - Casa editrice

Sellerio Editore Palermo

Europa
Europa del Nord
Islanda


Grande Nord

Città - Town - Ville

Palermo

Anno - Date de Parution

1991

Lingua - language - langue

italiano

Traduttore

M. Scovazzi

Curatore

S. Piloto di Castri


Saga di Eirik il rosso Saga di Eirik il rosso  

Numerose evidenze - reperite dalle diverse scienze, geografiche, archeologiche, storiche, etnologiche, letterarie - confermano la presenza in terra americana dei Vichinghi, da prima del Mille in pieno feudalesimo continentale, a stabilirvi approdi insediamenti e commerci. E una delle prove letterarie è la Saga di Eirik il rosso (l'altra, la Saga groenlandese, con questa raccoglie tutta l'epica dei Normanni di Groenlandia, prima orale e poi trascritta).
Ma il racconto di Eirik, capo e capostipite della sua stirpe, accanto alle res gestae americane, tramanda di un «Mediterraneo» nordico e freddo, che univa e divideva, in traffici e civiltà, la Scandinavia, la Scozia, l'Islanda, la Groenlandia, e la Vinlandia, la Terra del vino, ossia l'America. Mare vivo di pescatori mercanti e guerrieri, che la rivoluzione commerciale del Mediterraneo, nei secoli dopo il Mille, avrebbe guidato al tramonto.
L'ultimo dei Vichinghi di Groenlandia fu visto morire da marinai europei nel 1540, quando già l'impresa di Cristoforo Colombo cominciava a riportare dalle parti degli uomini del Nord l'asse della civiltà occidentale. L'America dunque, guardando dal punto di vista di Eirik il rosso, tornava in Europa, facendo e sfacendo civiltà, come un corso e ricorso, una storica ciclicità di giustizia (nella quale, bisogna ricordarlo, gli americani di prima di Colombo, di prima di Eirik il rosso, non hanno trovato una giustizia loro, malgrado le profezie della loro mitologia).

 

Consulta anche: Scoperta dell'America. Primato ai Vichinghi


Recensione in lingua italiana

Cristoforo Colombo può quindi riposare sugli allori, anche se non fu affatto il primo a metter piede nel Nuovo Mondo. Attorno all'anno 1000, cioè 492 anni prima del Genovese, furono i Vichinghi a sbarcare sulle coste del nord America, ma di questo primato si trovano scarse tracce sui nostri testi di storia, di qualsiasi livello. Inspiegabilmente è una scoperta rifiutata sia dai libri che dal pubblico, quasi fosse un fatto incerto, leggendario. Invece è una scoperta con tutte le carte in regola.
■ Cinque secoli prima di Colombo
Dell'arrivo dei Vichinghi in America vi sono documentazioni scritte confermate da testimonianze archeologiche provenienti da scavi effettuati dal 1961 a Anse-aux-Meadows, sulla costa nordoccidentale di Terranova. Due manoscritti scandinavi del XIII secolo, noti come la «Saga dei Groenlandesi» e la «Saga di Erik il Rosso», raccontano di cinque diverse spedizioni dalla Groenlandia a Vinland («Terra delle viti»). I viaggi, che si svolsero nell'arco di un decennio, furono organizzati da due figli, una figlia e una nuora di Erik il Rosso, il capitano che nel 984 aveva fondato la prima coloniain Groenlandia; i primi quattro furono effettuati con una sola nave, all'ultimo parteciparono due o tre imbarcazioni. I vichinghi provenienti dalla Groenlandia crearono un campo base a Anse-aux-Meadows dove poter svernare e dedicarsi alle esplorazioni verso sud in cerca di legname e minerale di ferro. Gli archeologi che dal 1961 hanno scavato l'insediamento hanno portato alla luce otto costruzioni in pietra, tra cui tre sale in grado di alloggiare 80 persone ciascuna, una fucina, una falegnameria e un'officina per la riparazione delle navi.
Il primo a sbarcare sulla costa americana fu Leif Eriksson, figlio di Erik il Rosso. L'incontro coi nativi fu cruento. I vichinghi uccisero otto indigeni (skraelings) che dormivano sotto le loro imbarcazioni di pelle; questo provocò la reazione di altri indigeni che attaccarono in forze gli stranieri uccidendo Thorvald, altro figlio di Erik il Rosso. Successivamente vi furono contatti pacifici e scambi (pellicce contro stoffa rossa), ma ben presto ripresero gli scontri. I vichinghi capirono che non era possibile vivere sotto assedio e decisero di tornare in Groenlandia. Ma fu una partenza con armi e bagagli, non una fuga: gli archeologi hanno trovato solo 99 chiodi di ferro spezzati, un chiodo intero, un fuso, uno spillone di bronzo, una perlina di vetro, una pietra abrasiva, qualche pezzetto di legno lavorato e un ferro per lavorare a maglia. Misere cose dimenticate che assegnano la scoperta dell'America ai Vichinghi. Dopo cinque secoli arrivò Colombo, e fu vera scoperta.

Consulta anche: Scoperta dell'America. Primato ai Vichinghi