HIMALAYA E DINTORNI - News letter N° 47 - Dicembre 2009


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In questo numero:

 

- Kundun in Zanskar ed alla nostra scuola

- Grazie a Luigi Fieni torna a splendere il Regno di Lo

- My Diary of India - il diario indiano di Claudio Cardelli

- Calendario 2010 - I Giorni del Sogno per aiutare AaZ onlus

- Mönlam Chenmo 2137 - In Amdo per la grande preghiera di Tsongkhapa

- Tibet: quale futuro? Un documentario di Guido Ferrari

 


 

KUNDUN IN ZANSKAR ED ALLA NOSTRA SCUOLA

 

Il Dalai Lama è tornato in Zanskar in agosto, giorni vissuti intensamente dalla popolazione e dalla ZBA Zanskar Buddhist Association che lo aveva invitato. I dirigenti della ZBA assieme ai rappresentanti italiani e francesi di Aiuto allo Zanskar hanno avuto un incontro privato con Kundun nel Podang, l’edificio che per tradizione la popolazione edifica in occasione delle visite del Dalai Lama.

Tenzin Gyatso ha premesso di non voler perder tempo con il rituale omaggio delle kata ma preferiva sfruttare al massimo l'incontro per esprimere il proprio pensiero. “La situazione in Tibet è pessima. - ha esordito il Dalai Lama - Se non si risolve, il Tibet diventerà "han" (ha proprio detto così, non "cinese") e il Ladakh assieme a tutta la fascia meridionale dell'Himalaya, la Mongolia ed alcuni stati ex sovietici, sarà l'unico erede della millenaria cultura del Tibet”. Il Dalai Lama ha poi visitato la LMHS il 19 agosto trattenendosi per un’ora, il doppio del tempo previsto, ricordando agli studenti che nel lontano 1997 aveva inaugurato l’attuale edificio. Oltre allo staff (insegnanti, ausiliari e Managing Committee) erano presenti 400 genitori, gli allievi delle classi superiori, ed una rappresentanza di soci italiani, francesi e statunitensi.

Kundun ha parlato in tibetano colloquiale, tradotto in ladakho, ed ha insistito sull’importanza della educazione moderna inserita nella tradizione buddhista. Ha promesso il suo aiuto alla scuola, soprattutto per quanto riguarda lo studio della dialettica e di logica, utili e propedeutiche a tutte le materie inclusa la IT (Information Tecnology). La collaborazione ha già trovato attuazione e, su invito del Dalai Lama, otto dei nostri insegnanti al termine dell'anno scolastico hanno raggiunto Dharamsala, valicando il Pensi-la poche ore prima che il valico fosse definitivamente chiuso dalla neve. Seguiranno corsi di aggiornamento presso il TCV Tibet Children Village. Torneranno a Padum a fine febbraio percorrendo il fiume Zanskar ghiacciato.

Video su YouTube

Danze preparate dalle allieve con l'aiuto di Shri Padma Youdol, nostra insegnante ed animatrice della Women Association of Zanskar.


 

GRAZIE A LUIGI FIENI TORNA A SPLENDERE IL REGNO DI LO

 

Il 18 novembre a New York si è tenuta la premiere di "Mustang - Journey of Transformation", "Lost Cave Temples of the Himalayas'" and "Secrets of Shangri-La", prodotti dalla PBS (Public Broadcasting Service, l'alternativa non-profit ai grandi network della TV commerciale USA), con la consulenza di Luigi Fieni, il maggior esperto di Mustang. Lo abbiamo incontrato nel giugno scorso mentre risaliva la Kali Gandakhi e per i nostri lettori così ha riassunto la sua avventura "iniziata in modo casuale". Lasciati alle spalle gli studi di aeronautica, alla vigilia del diploma di restauro a Roma, nel 1999, segue il professore Rodolfo Lujan Lunsford come assistente in un progetto di restauro e insegnamento in Nepal per l'American Himalayan Foundation, "Non sapevo nemmeno dove fosse il Mustang...".

Nel 2004 Fieni diventa direttore di tutti i progetti di restauro. Una carriera che lo porta a lavorare in Bhutan e anche in Cina, nel Sichuan, con la Kham Aid Foundation. Conferenze in Europa, America e Asia su i restauri in Himalaya. National Geographic chiede la sua collaborazione per un libro sull'Himalaya e per tre documentari sul Mustang. "La soddisfazione più grande (salvo restando che non esiste soddisfazione più grande che vedere dei templi rinascere sotto le mani di contadini del posto che siamo riusciti a trasformare in restauratori), è arrivata l'anno scorso, quando ho girato un ennesimo documentario con l'American Himalayan Foundation, al fianco del Dalai Lama e Richard Gere: mai avrei immaginato che la vita mi ringraziasse con un onore così grande...

Ed ora eccomi qui, con una specie di fama che non so nemmeno se merito... È sicuramente una bella sensazione... ma alla fine di tutto preferisco perdermi tra le montagne dell'Himalaya, lavorando al fianco di persone che hanno bisogno di una mano, nel buio di quei monasteri... Ma quando esci a prendere una boccata d'aria, ti rendi conto che lavori nell'ufficio più bello del mondo!". Una visita al suo nuovissimo sito vi porta in un mondo affascinante.

Schede

Lost Treasures of Tibet

Mustang - Journey of Transformation

Secrets of Shangri-La

Lost cave temples of the Himalaya


 

IL DIARIO INDIANO DI CLAUDIO CARDELLI

 

Ancora un libro di Claudio Cardelli, Presidente di Italia Tibet, per la editrice Mediane di Milano. Dopo "Tibetan Shadows", uscito l’anno scorso di questi tempi, Cardelli ha raccolto, in un ricco volume di trecentosessanta pagine, immagini e ricordi dei viaggi più significativi nel subcontinente indiano. Dal suo monumentale archivio fotografico Claudio sceglie e ci regala non l’India un po’ scontata e già troppo vista dei Taj Mahal o del Palazzo dei Venti assieme all’iconografia un po’ retorica, pur vera, dei sahari e dei turbanti. Con una grande varietà di straordinarie immagini prive di retorica ma molto eloquenti, assieme ad efficaci descrizioni il lettore viene trasportato tra la gente, le feste, le carraie di montagna su autobus, i trenini giocattolo, a piedi o in sella alle mitiche Royal Enfield Bullet con le quali ormai da alcuni anni Cardelli solca le strade di montagna dell’India del nord e alle quali è dedicato l’ultimo capitolo. Per chi già ama l’India e per chi ha la curiosità di “iniziarsi” al più caleidoscopico paese del mondo “My Diary of India” ci accompagna in un viaggio colorato e struggente assieme al miliardo di abitanti del subcontinente indiano.


 

È ARRIVATO IL CALENDARIO 2010 - I GIORNI DEL SOGNO

 

Per finanziare i progetti in Himàlaya, AaZ onlus avvia una raccolta fondi tramite l'offerta del calendario I Giorni del Sogno (immagini Tina Imbriano - Testi Gabriella Biglia). Il calendario è in formato 22 cm di larghezza x 22 cm di altezza. Il calendario racconta con parole ed immagini "sognatori" di tutto il mondo. Una "fase REM (Remote Eyes Movements)" lunga un anno e che avvolge in un delicato ritratto i sogni e le speranza di dodici persone. Le vivaci immagini a colori, da qui il titolo del calendario 2010, scattate da Tina Imbriano nei suoi lunghi vagabondaggi in Italia ed all'estero, accompagnano i racconti di Gabriella Biglia.

Per ricevere il calendario, diventarne "spacciatore" o trovarlo a Brescia, Genova, Roma e Torino clicca qui

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TIBET: QUALE FUTURO? - DOCUMENTARIO DI GUIDO FERRARI

 

I Tibetani sono ad un bivio: seguire ancora il Dalai Lama sulla via della autonomia o lottare per l'indipendenza? Da oltre vent'anni Kundun e il governo in esilio, chiedono alla Repubblica Popolare Cinese l’apertura di un dialogo. Pur avendo chiaramente rinunciato alla richiesta di indipendenza in favore di una “genuina autonomia” (la Via di Mezzo), Pechino si è sempre rifiutata perfino di ammettere che esista un “problema Tibet”. Nonostante questa posizione di netta chiusura, il Dalai Lama continua a sperare che prima o poi la Cina riuscirà a comprendere quanto sia nell’interesse di tutti garantire al Tibet ed al suo popolo una effettiva autonomia che soddisfi almeno in parte le aspettative dei tibetani e al tempo stesso salvaguardi l’unità della Repubblica Popolare.

Ma di fronte alla assoluta mancanza di risultati della politica del Dalai Lama, una parte minoritaria ma rappresentativa della comunità dei rifugiati, chiede che si torni a chiedere la totale indipendenza del Tibet. Questi profughi considerano conclusa l’ipotesi della Via di Mezzo e si preparano a una rinnovata stagione di lotte per la libertà del Tibet.

Guido Ferrari si è recato a Dharamsala, capitale morale della comunità degli esuli tibetani, dove ha intervistato i principali esponenti di questo dibattito che sempre più attraversa il mondo della diaspora. Sarebbe interessante conoscere anche l'opinione di Tibetani che vivono in Tibet. Ma questo purtroppo né a Ferrari, né ad altri, è concesso documentare.
Per riceverlo: http://www.sonam.info/shop/scheda.asp?id=60

 

MÖNLAM CHENMO 2137 - IN AMDO PER LA GRANDE PREGHIERA DI TSONGKHAPA
 

Per il calendario tibetano, il nostro 2010 è il 2137, l’anno della tigre di ferro (in verità è il "tigre maschio") e inizia il 14 febbraio, primo giorno del calendario lunare. Alcuni giorni dopo si tiene la festa più importante, il Mon Lam, la grande preghiera.

La Grande Cerimonia della Convocazione, conosciuta anche col nome di Monlam, il più importante e grande raduno religioso del Tibet, trae origine da un grande raduno di preghiera organizzato al gompa di Jokhang da Je Tsong Khapa il fondatore della scuola riformata Gelukpa nel 1409. Con più fulgore che a Lhasa. la festa si celebra al Monastero di Labrang, uno dei sei maggiori monasteri dell'ordine Gelukpa, è l'evento più grandioso ed attira migliaia di pellegrini e nomadi dai coloratissimi costumi tradizionali, monaci e religiosi da ogni contrada per le cerimonie religiose che durano due settimane.

Per saperne di più vai al sito del viaggio


Serate e conferenze di Marco Vasta su Tibet e Zanskar

http://www.marcovasta.net/serate/ps.asp


 

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