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Kazaki del Kazakistan

Il variegato quadro etnico dell’Asia centrale è stato plasmato da secoli di migrazioni e invasioni e dalla posizione geografica della regione, un crocevia situato nel cuore dell’Oriente. Viaggiando da Ashgabat ad Almaty balza agli occhi la grande diversità di tratti somatici: turchi, slavi, cinesi, mediorientali e perfino mediterranei, tutti invariabilmente incorniciati da copricapi altrettanto variegati.

Prima della rivoluzione russa del 1917, i popoli centroasiatici si definivano ‘etnicamente’ come nomadi o come sart (sedentari), come turchi o come persiani, semplicemente come musulmani o ancora in base all’appartenenza a una determinata tribù. Successivamente, per ordine di Stalin, gli studiosi sovietici ‘identificarono’ delle nazionalità distinte. I problemi che questo ha creato sono evidenti, eppure alcuni kazaki e kirghisi sostengono che la loro sopravvivenza come nazione si deve proprio al processo sovietico di costruzione a tavolino delle diverse nazioni.

Fino agli anni ’20 i kazaki sono stati un popolo di pastori nomadi a cavallo; in effetti pare che il termine ‘kazako’ significhi proprio ‘guerriero libero’ o ‘nomade della steppa’. Le origini di questo popolo risalgono al XV secolo, all’epoca in cui alcuni membri di un khanato uzbeko si ribellarono e andarono a stabilirsi nell’attuale Kazakistan. Qui si suddivisero ulteriormente in tre gruppi principali, o zhuz, corrispondenti alle storiche Grande Orda nel Kazakistan meridionale, Orda Media nel Kazakistan settentrionale e orientale, e Piccola Orda nel Kazakistan occidentale La famiglia e l’albero genealogico conservano tuttora un’importanza cruciale per kazaki, che spesso esordiscono proprio con la fatidica domanda: “A quale zhuz appartieni?”.

La maggior parte dei kazaki presenta caratteri somatici mongoli, simili a quelli dei kirghisi.

Quasi tutti indossano abiti occidentali o russi, ma non è raro vedere le donne – soprattutto in occasioni speciali – vestite con lunghi abiti dai colletti rigidi, corpetti di velluto riccamente decorati e pesanti gioielli.

In tali occasioni, gli uomini possono indossare pantaloni e camicie dalle forme ampie, giubbetti senza maniche e lunghe tuniche di lana o di cotone; spesso completano il tutto con uno zucchetto o con un alto cappello di feltro guarnito di fiocchi che ricorda i cappelli degli gnomi.

La letteratura kazaka si basa sull’epica eroica, incentrata prevalentemente sui conflitti del XVI secolo fra kazaki e mongoli calmucchi e sugli eroici batyr (guerrieri) di quei tempi. Oltre ai vari sport equestri , un passatempo molto amato dai kazaki è l’aitys, in cui due persone tessono le lodi della propria città o regione o tribù, ridicolizzando l’altra con versi pieni di giochi di parole e allusioni alla cultura kazaka. Perde chi non è in grado di ribattere con arguzia.

I kazaki aderiscono piuttosto tiepidamente all’Islam, in parte per la posizione del Kazakistan ai margini del mondo musulmano, in parte per il loro tradizionale stile di vita nomade, che non ammette un’autorità religiosa centrale. I loro primi contatti con la religione ebbero luogo a partire dal XVI secolo attraverso gli asceti o i dervisci sufi girovaghi. Molti si convertirono solo nel XIX secolo, e probabilmente lo sciamanesimo riuscì a convivere con l’islam anche dopo la conversione.

Avendo vissuto nell’orbita russa più a lungo di altri popoli centroasiatici ed essendo attualmente più soggetti a influenze internazionali, dato il crescente interesse che il mondo riserva all’economia di libero mercato e al petrolio del Kazakistan, i kazaki – o almeno quelli che vivono nelle città – sono probabilmente il popolo più cosmopolita dell’Asia centrale.

Le donne sembrano più sicure di sé e meno legate alla tradizione rispetto alle altre centroasiatiche – nonostante il costume di rapire la donna che si desidera sposare (con o senza il suo consenso) non sia completamente scomparso dalle zone rurali e nelle città a maggioranza kazaka del Kazakistan meridionale. Solo recentemente i circa 10 milioni di kazaki sono diventati la maggioranza nel ‘loro’ paese, il Kazakistan.

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