Letture suggerite in ordine
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In breve: Martin, un dicassettenne dalle scelte ancora incerte, vive nella Terra del Fuoco e precisamente a Ushuaia, la cittadina più meridionale del paese. Insieme a lui vivono la madre e il patrigno. Il giovane frequenta un liceo dalle strutture fatiscenti con un sorvegliante ditattore e un direttore altrettanto dispotico. Martin è angosciato per l'assenza del padre vero, lontano da casa da troppo tempo. |
In breve: Quando l'autore incontrò per la prima volta le organizzazioni mapuche, era un winka, un "invasore", una persona di cui diffidare. Ora, dopo anni di esperienze condivise, è considerato un peñi, un "fratello". Forte di queste premesse, il libro narra l'avvincente e sofferta storia dei Mapuche, finalmente dal loro punto di vista. |
In breve: Anni '70. In Argentina una giunta militare sale al potere e in una notte fa incarcerare un gruppo di studenti contestatori. Solo uno di loro riuscirà alla fine ad uscire di galera anche se molto provato nel fisico e nella mente. |
In breve: Dispotico, violento, amante insaziabile ma frettoloso, vendicativo, sanguinario e superstizioso, il "patriarca" è il dittatore di una sperduta isola dei Caraibi. Vive in un palazzo in rovina, circondato da postulanti e adulatori, ma la solitudine del potere è spaventosa: poco più che selvaggio analfabeta, il "patriarca" è giunto ormai al termine della sua vita e, quando la morte arriverà, non potrà che mostrare il vero, umanissimo e mostruoso volto del potere. |
In breve: Mettiamo sulla bilancia due cose: da un lato, il silenzio narrativo che ingenuamente Garcia Marquez s'impose anni fa "finché Pinochet non fosse caduto" e gli articoli spesso a carattere politico (anch'essi ingenui e spesso francamente mediocri) che scrisse per qualche anno e che un quotidiano italiano (al pari di una catena di giornali di tutto il mondo) pubblicò regolarmente; e dall'altro, questa lunga intervista al regista cileno Miguel Littin, il quale, colpito da un mandato d'arresto permanente, ha intrapreso la rischiosa avventura di andare a vedere e filmare la vita cilena sotto la dittatura di Pinochet, dopo dodici anni di oppressione. Non vi sono dubbi: la seconda soluzione, l'intervista a Littin, è e sarà di gran lunga più efficace dei primi due espedienti. |
In breve: «Ha percorso l'America latina ascoltando anche la voce dei reietti oltre che quelle di leaders e intellettuali, ha vissuto con indios, contadini, guerriglieri, soldati, artisti e fuorilegge; ha parlato con presidenti, tiranni, martiri, preti, eroi, banditi, madri disperate e pazienti prostitute». Così Isabel Allende nella lunga prefazione a questo saggio di Eduardo Galeano. |
In breve: Una regista inglese affascinata da uno spettacolo di tango, propone al celebre ballerino argentino Pablo Veron di insegnarle l'arte di quel ballo. Durante incontri che hanno luogo a Londra, Parigi e Buenos Aires, la cineasta scopre, con passione crescente, le proprie risorse di musicalità e il proprio amore per il superbo ballerino. Una travolgente storia d'amore avvolta dal sensuale battito del tango. |
In breve: Dopo la Conquista, numerosi cronisti spagnoli hanno tentato di descrivere la favolosa civiltà degli Inca, ma le loro parole nascevano più da pregiudizi e incomprensioni che da serena obiettività. Solo Garcilaso de la Vega, inca da parte di madre, racconta nella lingua dei vincitori, il passato della propria razza con accenti di malinconico amore per il suo popolo sconfitto e oppresso. La sua testimonianza, per chiunque voglia ripercorrere le leggende, la storia, l'arte, la vita quotidiana degli Inca, è di valore incalcolabile. Anche in questo saggio essa è la base preziosa da cui si dipana la riflessione del moderno studioso francese, fatta anche di nuove scoperte archeologiche, di interpretazioni originali, di recenti ipotesi scientifiche. |
In breve: Un treno vecchio e cigolante ha portato Paul Theroux ai confini del mondo, nell'ultimo tratto di un lungo viaggio iniziato mesi prima a Boston una fredda mattina d'inverno e proseguito a zig zag lungo tutto il continente americano. |
In breve: "Il nostro è un mondo silenzioso e misterioso, a volte terrificante, ma, conoscendolo, si impara a rispettare la forza della natura e di Dio e a vivere in armonia con l'universo. Le cose in cui crediamo, i nostri miti, le divinità, gli "apu" e "la Pachamama", non sono superstizioni di un popolo primitivo: sono la forza e la salvezza della nostra gente". |