lento pede ambulabis
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19-20 Ottobre 2025
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Viaggio di 17 giorni dal 11 al
27 ottobre 2025
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Zhanak: i cappelli neri ཞྭ་ནག་
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Zhanak: le danze del
cappello nero
Lo Zhanak (ཞྭ་ནག་),
o danza del Cappello Nero, è una delle danze sacre più popolari dell'Himalaya
buddhista durante i cham ed eseguita senza maschera.
Al turista la danza è immediatamente
riconoscibile per il cappello nero ma in realtà il nome definisce varie danze
eseguite con gli stessi paramenti ma con differenti simbolgie.
La danza prende il nome dai cappelli neri indossati
dai danzatori ed ha un profondo significato spirituale, viene infatti eseguita come atto
di rituale e pratica religiosa e non come intrattenimento.
La tunica (paramento)
I danzatori dello Zhanak
indossano una lunga tunica di seta chiamata phoego (ཕོད་གོ་), che viene
legata intorno ai fianchi dall'interno con un apposito supporto in modo che la
tunica ruoti fluidamente ed elegantemente quando i danzatori eseguono movimenti
rotatori. Le tuniche sono realizzate in broccato di seta di diversi colori e
presentano motivi a righe sia sul corpo che sulle maniche, che hanno
un'estremità molto ampia. I danzatori indossano il coprispalle dorji gong
(རྡོ་རྗེ་གོང་) e un
grembiule scuro con raffigurato un volto irato e nappe
sul fondo. All'interno della tunica, i danzatori indossano i loro abiti abituali
e un paio di pantaloni rosa. Per la danza Zhanak, quando le persone possono
permetterselo, i danzatori indossano normalmente gli stivali tradizionali
realizzati in Ladakh.
Il cappello
La caratteristica più
distintiva dei costumi da danza è il cappello nero, che ha una base circolare
piatta su cui a volte sono disegnati diagrammi tantrici o mantra. La parte
centrale è la copula, che viene indossata sulla testa del danzatore e
legata con una cinghia che passa sotto il mento. La copula presenta numerose
caratteristiche, tra cui forme a cupola e sovrapposizioni di dischi solari e
falciformi lunari in alcuni casi, teschi e un apice decorativo a forma di
specchio, vajra o gioiello, spesso ornato con piume di pavone. Sui due lati dei
pali centrali si trovano motivi di serpenti, draghi, fogliame, fiamme, sciarpe,
ecc. La copula rappresenta il mandala cosmico dei tre mondi del desiderio, della
forma e dei regni senza forma, oppure il Monte Meru circondato dai continenti e
dai subcontinenti. Illustra come il maestro che indossa questo cappello
trasformi il mondo ordinario in un campo di energia illuminata.
La danza del Cappello Nero è la rappresentazione di una delle pratiche più
esoteriche e potenti del Buddhismo Vajrayana. Basato sul Buddhismo Mahāyāna e
sulla sua teoria dell'altruismo (compassione) per condurre tutti gli esseri senzienti alla
liberazione, ma dotato di eccezionali espedienti, il Buddhismo tantrico promuove
l'uso di metodi violenti e terrificanti, spinti da una compassione spietata, per
domare gli esseri ribelli. Il danzatore del Cappello Nero rappresenta un maestro
del Buddhismo tantrico o Vajrayana che possiede il potere spirituale di
soggiogare una forza demoniaca e trasformare l'energia negativa in positiva. Per
accentuare l'aura feroce rappresentata dall'abbigliamento e dai movimenti, la
fronte e le guance dei danzatori sono segnate con fuliggine per creare un volto
terrificante, e il volto è parzialmente oscurato da nappe nere che pendono dal
cappello nero.
Le nappe simboleggiano anche i lunghi capelli dei sacerdoti
tantrici, in contrasto con i monaci rasati. L'abbigliamento terrificante e i
movimenti del ballerino con il cappello nero rappresentano l'uso della forza e
della paura, seppur per compassione, per aiutare una forza maligna a fermare
ulteriori mali, ponendo fine a essi. Ciò avviene attraverso la pratica
dell'uccisione compassionevole, nota come "liberazione", in cui la coscienza
della vittima viene liberata mentre la sua personalità ordinaria viene uccisa.
Per simboleggiare questo
rituale di uccisione e l'offerta dei suoi resti alle terrificanti forze
illuminate, i danzatori brandiscono un pugnale phurpa (ཕུར་པ་) e una sciarpa
nera chiamata yabdar (གཡབ་དར་) nella mano destra, e una coppa a forma di teschio bhāṇḍa nella sinistra.
“Il corpo dovrebbe essere in grado di assumere gli
atteggiamenti visti quando gli dei eseguono una danza accompagnati dalla musica,
La voce dovrebbe rimbombare come un tuono quando pronuncia i mantra segreti, La
mente dovrebbe ricevere un'adeguata formazione spirituale eseguendo i due tipi
di meditazione... Gli atteggiamenti assunti nella danza venivano chiariti
e plasmati senza commettere errori”
(1).
A livello esoterico, il pugnale e la coppa simboleggiano
l'unione di saggezza e metodo, ma nel rituale vero e proprio, il pugnale è uno
strumento per l'uccisione e la coppa bhāṇḍa per offrire i resti della vittima ai
Buddha irati. L'uccisione, in teoria, rappresenta l'eliminazione di ogni senso
di dualità e attaccamento, e la dissoluzione
dell'esperienza empirica ordinaria nello stato di realtà o dharmadhatu.
Durante la Danza Zhanak, ai danzatori vengono anche offerti dei calici per
offrire libagioni all'essere illuminato e alle divinità protettrici, chiedendo
il loro supporto per portare a termine con successo l'uccisione rituale. La
sciarpa yabdar viene solitamente utilizzata per evocare e attrarre le forze del
male, che devono essere "liberate". Il sacerdote capo, in un rituale tantrico di
esorcismo o pratica sādhanā su un Buddha irato, è spesso vestito da danzatore
con il cappello nero.
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La leggenda di Lhalung Pelkyi
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Il
regicidio di Langdarma
Sonam Tobgay©2015 |
La danza del Cappello Nero è, quindi, una rappresentazione del rituale tantrico
di annientamento delle forze demoniache ribelli. Viene eseguita anche come rappresentazione di un
episodio storico di tale pratica. Dopo
l'assassinio dell'ultimo grande re buddhista del Tibet, Tri Ralpachen, nell'836
d.C., suo fratello Darma salì al trono. Gli storici buddhisti tibetani affermano
che Darma condusse una persecuzione calcolata della fede buddhista durante i sei
anni del suo regno.
Incapace di sopportare la distruzione del patrimonio
buddhista supportato dai re precedenti, si dice che Lhalung Pelkyi, un monaco
tantrico in meditazione, si sia presentato sotto le spoglie di un danzatore in
vesti scure con fodera interna bianca e maniche lunghe e ampie. Pelkhyiaveva
nascosto arco e frecce nelle maniche e era arrivato in groppa a un cavallo
bianco che aveva dipinto di nero con il carbone.
Avvicinandosi al re, eseguì una danza spettacolare per distrarlo e, nel farlo,
lo uccise con la sua freccia. Poi si lanciò a cavallo attraverso il fiume che
lavò via il carbone. Inoltre, rovesciò la veste. Così, quando gli uomini del re
andarono a caccia di un cavaliere nero su un cavallo nero, la gente riferì di
aver visto solo un cavaliere bianco su un cavallo bianco. Alla fine fuggi nel
Tibet orientale, dove si stabilì con altri buddhisti. Oggi, la danza del
Cappello Nero, con i suoi costumi e il suo scopo di eliminare una potenza
malvagia, è vista come un ricordo delle eroiche gesta di Lhalung Pelkyi Dorji
per il bene della fede buddhista.
Nelle festività ladakhe, la
danza del Cappello Nero, che rappresenta questa pratica tantrica di
sottomissione attraverso attività terrificanti dettate dalla compassione, è
comunemente nota come Zhanak o danza del Cappello Nero per la consacrazione
della terra. La danza simboleggia lo sterminio delle forze negative da un'area
in cui si svolgono attività spirituali. Un'altra danza del Cappello Nero viene
eseguita anche con piccoli tamburi ed è nota come Zhanak Ngacham o danza del Cappello
Nero con tamburi. Questa danza simboleggia la celebrazione della liberazione e
della sottomissione del male, nonché la vittoria del bene sul male.
La danza del Cappello Nero, come la maggior parte delle altre danze, viene
eseguita dai monaci come dimostrazione di pratica tantrica esoterica, i
danzatori devono essere teoricamente praticanti tantrici esperti, in grado di
eseguire tale pratica.
Note
(1) Nebesky-Wojkowitz, 1976, p.243
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