La Cirenaica

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La Cirenaica è la zona più ricca della Libia. L’altopiano del Gebel in particolare, grazie alla presenza di piogge, offre maggiori possibilità di coltivazione e di allevamento del bestiame che nel resto del Paese. La vita delle popolazioni seminomadi di religione musulmana è regolata dalla Senussia, un’organizzazione statuale nata agli inizi dell’Ottocento. Articolata in numerose "zauie" periferiche, la Senussia ha funzioni sia politiche che religiose e regola l’attività dei commerci, del pagamento delle decime e dell’attività amministrativa e giudiziaria. Il carattere fortemente radicato della Senussia fa sì che in Cirenaica la ribellione alla colonizzazione sia più diffusa e difficile da sconfiggere perché mimetizzata nel territorio e sostenuta dalla popolazione.

Nel gennaio 1930 il generale Rodolfo Graziani viene nominato vicegovernatore della Cirenaica e affianca il governatore Pietro Badoglio nell’attuazione della "fase finale" della repressione della resistenza antitaliana, guidata da Omar al-Mukhtar. Si apre una guerra senza quartiere: viene attuato un piano di deportazioni delle tribù seminomadi che appoggiano i ribelli, si ordina di impiccare i capi ribelli catturati, viene emanato un proclama i cui si afferma che se il nemico non si piega, sarebbe stato sterminato: ogni cosa sarebbe stata distrutta, le proprietà confiscate, i colpevoli puniti persino nelle loro famiglie; vengono istituiti tribunali volanti con diritto di morte per reati quali il possesso di armi da fuoco o il pagamento di tributi ai ribelli; viene permesso l’utilizzo di strumenti bombe ad aggressivi chimici, come testimonia un dispaccio di Badoglio al vicegovernatore Siciliani del 10 gennaio 1930: "Continui rastrellamenti e vedrà che salterà fuori ancora qualcosa. Si ricordi che per Omar al-Mukhtar occorrono due cose: primo, ottimo servizio di informazioni; secondo, una buona sorpresa con aviazione e bombe iprite. Spero che dette bombe le saranno mandate al più presto".

La riconquista della Cirenaica dura circa due anni e si conclude con un impressionante bilancio di vittime tra la popolazione

Tratto dal Sito dell'ANPI - Le guerre coloniali del fascismo

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