Marce forzate

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Di una sola tribų, quella degli Auaghir, conosciamo in dettaglio il calvario delle deportazione. Il 27 giugno la tribų viene costretta ad abbandonare il suo territorio e viene avviata verso il campo provvisorio di Driana, distante una cinquantina di chilometri. Dopo una sosta di qualche giorno, il 4 luglio gli Auaghir riprendono la marcia verso una nuova destinazione, Ghemines, distante circa 200 chilometri attraverso vie impervie e in regioni semidesertiche. La marcia dura dodici giorni. La tribų č composta da alcune migliaia di persone, in gran parte donne, bambini e vecchi. Al loro seguito duemila cammelli e in coda alla carovana il bestiame, circa seimila capi. Nella relazione sulla loro deportazione č scritto: "Non furono ammessi ritardi durante le tappe. Chi indugiava, veniva immediatamente passato per le armi. Un provvedimento cosė draconiano, fu preso per necessitā di cose, restie come erano le popolazioni ad abbandonare le loro terre e i loro beni". Ma la destinazione finale della tribų č a Soluch, distante cento chilometri di deserto. Qui gli Auaghir vengono ammassati in un campo circondato da una doppia barriera di filo spinato, dal quale non usciranno per tre anni.

Tratto dal Sito dell'ANPI - Le guerre coloniali del fascismo

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