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La bambina perduta

Venturi Maria


Editeur - Casa editrice

Rizzoli

Italia
Italia
Italia


Città - Town - Ville

Milano

Anno - Date de Parution

2005

Pagine - Pages

139

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

I libri di Maria Venturi


La bambina perduta La bambina perduta  

Paola C., madre di una bambina di otto mesi, scopre per caso che il marito la tradisce. L'impalcatura del fittizio equilibrio che ha retto fino a quel momento la sua vita crolla all'improvviso. In un estremo tentativo di ribellione, Paola comincia a scrivere la sua storia. Racconta la violenza carnale subita a dodici anni, ripercorrendo le fasi che sono seguite a quei quattro minuti di strazio inflitti dal compagno della madre. Ora con lucido distacco e ora con incontrollabile affanno, Paola esamina fatti e riflessioni, vuole capire come riparare il danno che le ha sempre impedito di vivere gioie, illusioni, abbandono. Perché quel precoce impatto con un dolore più grande di lei ha lasciato sul suo corpo repulsione e gelo

 



Biografia

Maria Venturi Madre di due gemelle e nonna dell'adorata Caterina, dopo aver diretto Novella 2000 e Anna, alterna l'attività di giornalista con quella di scrittrice e autrice di fiction televisiva. Collabora con Oggi, Bella e Il Messaggero. Ha vinto il premio giornalistico Saint Vincent. I suoi romanzi, sempre al vertice delle classifiche di vendita, sono diventati anche degli sceneggiati televisivi come La storia spezzata e La donna per legare il sole. Sua è anche la sceneggiatura della fiction TV Incantesimo.

da il Foglio, settembre 2001
La signora degli incantesimi si chiama Maria Venturi, ha 64 anni e la faccia della professoressa di lettere del liceo classico della tua città, però è una tipa tosta. Vive a Brescia, la sua finestra dà su Piazza della Loggia, si alza la mattina alle cinque e quarantacinque, entra in cucina, si mette davanti alla macchina per scrivere (Olivetti Studio 46) e comincia a infilzare un sentimento dietro l'altro: il suo più grande successo è la passione tra un chirurgo e un'infermiera. Il titolo è di quelli che tutti conoscono: Incantesimo e va in onda su Raiuno. Ora è alla fine della quarta edizione, ma riprenderà a settembre. Maria ha appena terminato la quinta sceneggiatura, data di produzione prevista 2002. Poi ce ne saranno altre. L'incantesimo non finisce mai. Alberto Bevilacqua l'ha definita la Sandokan dei sentimenti, nella "Donna per legare il sole" racconta di Viola e Michele, divorziati che poi saliranno insieme all'altare. Nell'Amore stretto parla spudoratamente di passione: Laura si dedica a uomini che non le regalano nulla. Nella "Moglie addosso", Marianna e Stefano naufragano nel matrimonio, la donna si perde in un affascinante bandito, tenta il suicidio in carcere, il padre naturale esce allo scoperto Tutti gli stereotipi del feuilletton, genere nobile non spazzatura. "Che cos'erano i Miserabili, se non feuilletton?", dice.
Maria Venturi non è una Liala rinchiusa in una prigione dorata. E' una donna di polso, quasi un maschiaccio ("Io amo raccontare balle"). Ride quando la descrivono come una signora sdolcinata che vive in una casa con le tendine di pizzo ("Ma quali tendine le mie costano come un monolocale"). E' stata direttore di Anna, Novella 2000, tiene una rubrica di lettere su Oggi, è stata editorialista sul Messaggero. Ora ha appena finito un nuovo libro. "Da quando mi lasciasti", si intitola: storia di una donna che ha bisogno di passare attraverso una tragedia personale per riscoprire se stessa. Dalla corrispondenza con i lettori, Venturi ha imparato la geografia del cuore, dalle leggi del marketing editoriale e televisivo americano ha capito come catturare il pubblico. "Beautiful è il modello assoluto per le fiction, la madre di tutte le soap; ma io me ne discosto. Gli americani se ne fregano dell'aderenza alla realtà, io preferisco scrivere di cose quotidiane, che possono accadere realmente". Il suo genere lo chiama "western dei sentimenti".
La formula del suo incantesimo sta nel segreto dell'happy end: "Per chi fa letteratura popolare il lieto fine è un dovere, un istinto di natura. Non usciresti di casa, non ti sposeresti, non faresti figli, non avvieresti alcun progetto se non avessi l'istinto del lieto fine che muove il mondo. Trasmettere questa fiducia è il dovere dello scrittore popolare". Non le dispiace che qualcuno snobbi la sua produzione come "letteratura di consumo". Intanto perché i lettori la consumano tantissimo: 100 mila copie di media per i suoi 14 libri che le fruttano 200 milioni per libro soltanto in anticipi dell'editore (e chissà quant'altro di venduto). "Io guadagno tanto", ammette con soddisfazione. I suoi libri sono long seller, vendono continuamente e si può calcolare una rendita vitalizia di circa 35 milioni l'anno per ciascuno. Poi ci sono i diritti televisivi: 300 milioni per ogni serie di Incantesimo. "Io non ho complessi di inferiorità culturale: anche perché scrivo saggi di psicologia con uno pseudonimo straniero che non le svelerò".
Ma ora la Venturi non ha più questo problema. Ora capita che agli "happy few" piacciono le sue storie. Italo Calvino l'aveva incoraggiata. Lo scrittore giornalista Oreste del Buono l'ha metaforicamente adottata.
Per scrivere fiction si è abbeverata alla scuola dell'attualità. A forza di scoop nati per caso. Venturi voleva seguire l'uomo che amava. Così convinceva i suoi direttori a inviarla in questo o in quel posto promettendo scoop fantasmagorici. Un po' se li inventava, molti sono veri: in Algeria ha incontrato Ben Bella, dopo aver fatto amicizia con la sua amante; a Orgosolo ha parlato con il bandito Graziano Mesina; ha nascosto in casa la figlia di Sandra Milo, contesa dal marito dell'attrice; ha scoperto che il ragazzo da tutti ritenuto il fratello di Claudia Cardinale era in realtà suo figlio Patrick; si è beccata una querela da Rossano Brazzi per avere insinuato che l'attore fosse gay. Una volta l'ha fatta grossissima: lesse su un ritaglio che Marilyn Monroe aveva lasciato alcune poesie rimaste inedite. Allora Maria prese le sue poesie giovanili ("con le quali vinsi un premio", ricorda) e quelle di una sua amica e le pubblicò come se le avesse scritte Marilyn. Un successone. A distanza di anni c'è ancora chi parla di quei versi.
Christian Rocca

Consulta anche: Premio "la baccante" 2004