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26/04/2024 04:21:20

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È buio sul ghiacciaio

Con i diari delle spedizioni al Nanga Parbat, al Broad Peak e al Chogolisa

Buhl Hermann


Editeur - Casa editrice

Corbaccio

Asia
Pakistan
Karakorum


Città - Town - Ville

Milano

Anno - Date de Parution

2007

Pagine - Pages

407

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

Exploits)

Ristampa - Réédition - Reprint

2007

Traduttore

Affentrager Irene

Curatore

Diemberger Kurt


È buio sul ghiacciaio È buio sul ghiacciaio  

Austriaco di nascita e con un carattere di ferro, l'alpinista ha compiuto negli anni '50 imprese straordinarie. Tra le tante, una in particolare lo consegnò alla storia dell'alpinismo. 1953. A soli ventinove anni, Buhl viene invitato a unirsi a una spedizione tedesca che tenterà la vetta del Nanga Parbat, nona montagna della Terra, allora ancora inviolata e considerata uno degli 8.000 più difficili. Dopo settimane di tentativi andati male, la spedizione dichiarò ufficialmente il fallimento. Ma Buhl non si arrese. E ripartì. Da solo, il 3 luglio, dopo una scalata di 17 ore raggiunse sfinito la vetta. È per la prima volta un uomo, solo, aveva scalato un 8.000. Nel 1957 l'alpinista scalò il suo secondo 8.000, l'inviolato Broad Peak, e divenne l'unico uomo al mondo ad aver compiuto la prima ascensione di ben due 8.000. Hermann Buhl morì qualche giorno dopo l'ascesa al Broad Peak, all'apice della sua fama, scendendo dal Chogolisa insieme a Kurt Diemberger. Nella nebbia, una cornice di neve, cedendo sotto il suo peso, lo fece precipitare nella parete sottostante per migliaia di metri. Il suo corpo non venne mai più ritrovato. Il libro è l'avvincente biografia dell'alpinista che, di sua stessa mano, racconta le imprese compiute. L'opera interrompe il racconto poco dopo la salita del Broad Peak. Mentre le ultime pagine della sua vita sono raccontate da Kurt Diemberger, che lo vide precipitare proprio davanti a sé.

Hermann Buhl, nato a Innsbruck nel 1924, salì la sua prima montagna all’età di dieci anni. Dopo brillanti successi nelle Alpi, nel 1953 partecipò alla spedizione tedesca al Nanga Parbat. Sin dal primo giorno annotò gli eventi nel suo diario. Il 3 luglio 1953, dopo diciassette ore di salita, Buhl raggiunse da solo la cima a 8125 metri, conquistando così la «montagna fatale dei tedeschi». Il suo libro È buio sul ghiacciaio, pubblicato nel 1954, in cui racconta gli inizi della sua attività di scalatore, i primi successi e il trionfo al Nanga Parbat, diventa un caposaldo della letteratura di montagna. Ma solo mezzo secolo dopo, in questa nuova edizione, vengono pubblicate integralmente, grazie all’autorizzazione della vedova di Buhl Eugenie, le annotazioni dei diari del Nanga Parbat, del Broad Peak e del Chogolisa con il commento di Kurt Diemberger: fu Diemberger, infatti, l’ultimo compagno di cordata di Buhl. Dopo il successo al Broad Peak, nel giugno 1957 – il secondo ottomila di Buhl – i due alpinisti partirono insieme per salire il Chogolisa. Lassù, il 27 giugno 1957, Buhl incontrò la morte.

 



Recensione in lingua italiana

`Nanga Parbat! Sillabe evocatrici per tutti gli alpinisti. E per milioni di altri uomini. Gli sono stati dati molti nomi: Montagna del terrore, Montagna del destino. Un gigante che si spinge fin nelle nuvole e ha già inghiottito 31 esseri umani. Che prende solo vittime e nulla offre in cambio. Sovranità spietata, che incatena gli uomini al suo fascino e non li lascia più liberi. Eravamo abbastanza forti per tentare la grande avventura? Avremmo potuto seguire le orme degli altri che prima di noi erano andati lassù per combattere, attaccare, difendersi e, da ultimo, soccombere? Avremmo saputo portare a compimento l’impresa in cui altri erano falliti? Domande angosciose, dominate però da una gioia bruciante. La gioia della grande, sublime avventura e la gioia di dar prova del nostro valore. La fantasia costruiva un’immagine della montagna, ci faceva pregustare le peripezie che vi avremmo vissuto. Molto ci attendevamo, ma la realtà superò ogni nostra aspettativa...`


Biografia

Hermann Bulh, nato nel 1924 a Innsbruck e morto tragicamente nel 1957 sul Chogolisa (Karakorum) esercitò la professione di guida ed è tuttora una figura leggendaria dell’alpinismo. La sua prima ascensione in solitaria del Nanga Parbat nel 1953 gli procurò fama internazionale. Nel 1957 conquistò un secondo ottomila, il Broad Peak. Il suo libro apparve per la prima volta nel 1954, divenne un bestseller e fu tradotto in molte lingue. La vedova Eugenie vive a Ramsau vicino a Berchtesgaden e ha dato il suo consenso alla pubblicazione integrale dei diari di Hermann Buhl delle due grandi spedizioni.