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29/03/2024 07:40:46

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Giochi sacri

Chandra Vikram A.


Editeur - Casa editrice

Mondadori

  Asia
India
India del sud


Città - Town - Ville

Milano

Anno - Date de Parution

2007

Pagine - Pages

1183

Titolo originale

Sacred Games

Lingua originale

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

Scrittori italiani e stranieri

Traduttore

Francesca Orsini


Giochi sacri Giochi sacri  

Nello sfogliare questo "mattone", avevo trovato una cartolina inserita dall'editore con i nomi dei personaggi, fra cui quello di un protagonista minore "Bunty". Come autista in un long weekend ad Agra, l'agenzia ci aveva assegnato un buon padre di famiglia con questo stesso nome. Avevo così avevo acquistato il libro per curiosità sentimentale. Alla prima lettura mi era sembrato un polpettone da spiaggia. Una seconda lettura mi ha confermato l'abilità della traduttrice, ma rimango sempre dello stesso parere. Potrebbe essere utile confrontarlo con un altro libro sulla città di Mumbai Maximum City di Mehta Suketu, che per curiosa coincidenza stavo leggendo proprio in quel weekend brumoso ed invernale.



Trama Sartaj Singh, ispettore di polizia a Mumbai, nota fino a poco tempo fa come Bombay, ha un lavoro ingrato. Vive infatti ed esercita la sua professione in una città che oltre alla sua assoluta e intensa bellezza gli sbatte in faccia ogni giorno un "sottobosco" di malaffare, crimine organizzato e violenza a cui Sartaj non si è mai assuefatto e contro il quale però non riesce a segnare decisive vittorie. La sua esistenza sembra dipanarsi così in una inerte caoticità, fatta di ladruncoli, microcorruzione e pasti in piedi. L'assassinio dell'erede di un boss della mafia locale, il pedinamento di pericolosi criminali e lo smascheramento di mille trame delittuose che coinvolgono gli strati più insospettabili della società indiana servono così da pretesto a Vikram Chandra per tessere una storia che unisce i ritmi forsennati dell'hard boiled alle pause silenziose della poesia, il sentimentalismo alla Bollywood al magistero dell'alta letteratura. Il risultato è un affresco potente e grandioso di una delle metropoli più complesse e avvincenti della contemporaneità.

 


Recensione in altra lingua (English):

Seven years in the making, Sacred Games is an epic of exceptional richness and power. Vikram Chandra's novel draws the reader deep into the life of Inspector Sartaj Singh — and into the criminal underworld of Ganesh Gaitonde, the most wanted gangster in India.
Sartaj, one of the very few Sikhs on the Mumbai police force, is used to being identified by his turban, beard and the sharp cut of his trousers. But "the silky Sikh" is now past forty, his marriage is over and his career prospects are on the slide. When Sartaj gets an anonymous tip-off as to the secret hide-out of the legendary boss of G-Company, he's determined that he'll be the one to collect the prize.
Vikram Chandra's keenly anticipated new novel is a magnificent story of friendship and betrayal, of terrible violence, of an astonishing modern city and its dark side. Drawing inspiration from the classics of nineteenth-century fiction, mystery novels, Bollywood movies and Chandra's own life and research on the streets of Mumbai, Sacred Games evokes with devastating realism the way we live now but resonates with the intelligence and emotional depth of the best of literature.



Recensione in lingua italiana

Sartaj Singh, unico ispettore Sikh della polizia di Mumbai, è un uomo sulle cui spalle pesano un matrimonio fallito, una carriera perennemente all’ombra di un padre ingombrante e irraggiungibile e una solitudine che ogni giorno si fa più opprimente. Vive e lavora in una città che lo aggredisce con la sua sensuale bellezza e con una violenza e una corruzione alle quali Sartaj non si è mai assuefatto e non ha mai saputo segnare significative vittorie. Un mattino, però, tutto cambia: il telefono squilla e una voce brusca chiede "Vuoi Ganesh Gaitonde?". Gaitonde, il temutissimo, imprendibile boss della mafia è asserragliato in un rifugio antiatomico e rifiuta di arrendersi. Quando Sartaj si reca all’appuntamento, tra i due comincia un avvincente dialogo al citofono, ma Gaitonde – il cui primo nome, Ganesh, è quello del dio-elefante caro agli induisti – si spara prima di essere catturato. Sartaj si trova ad indagare su qualcosa di molto più grande di lui. Dietro al suicidio del boss, infatti, si sospettano altre trame: pericoli per la sicurezza nazionale, attentati, tensioni con il Pakistan. Da questo punto in poi il romanzo segue binari paralleli: da un lato la ricostruzione dell’ascesa criminale del boss, raccontata in prima persona, dall’altra l’inchiesta della polizia e il resoconto della normale giornata di lavoro tra ricatti, violenze e piccoli abusi. A partire da questi due personaggi principali, si snoda così davanti al lettore una narrazione fluente e affascinate che racconta un mondo – come lo chiama l’autore – "molto fluido" che ha come fulcro una metropoli dove tutto è possibile: una Mumbay di poliziotti esausti, mafiosi in crisi esistenziale, prostitute che diventano attrici e attrici che diventano semidee. Una detective storyispirata al crimine locale in cui la criminalità organizzata rimanda alla politica, la politica alla religione e tutte e tre ai movimenti loschi alle frontiere. Un romanzo che racconta l’India di oggi meglio di qualsiasi reportage: un’India presa nel grande gioco del crimine organizzato, delle politiche locali e dello spionaggio, ma catturata anche nelle maglie della llela "il gioco degli dei che trascende la divisione tra bene e male".
Formidabile per capacità d’intrattenere, numero di personaggi e quantità di temi, il romanzo mescola abilmente i generi e disorienta: è detective story e affresco politico-sociale, romanzo di mafia e racconto epico, affresco sociale ed esperimento linguistico (moltissimi, infatti, i vocaboli hindi, urdu, bengali, marathi) in cui amore, potere, guerra e luoghi eterni si stampano, pagina dopo pagina, sul corpo dell’unica, vera protagonista di questo incantevole romanzo: la città di Bombay, l’odierna Mumbai, teatro di una contemporaneità globalizzata che però reca in sé, tenaci e antichissime, le proprie radici d’Oriente.


Biografia

Chandra Vikram A.

Nato a New Delhi nel 1961, Vikram Chandra è cresciuto nel leggendario Rajasthan e poi esposto alla cultura americana negli anni universitari. Attualmente vive tra Mumbai, nella sua nativa India, e Berkeley, dove insegna Scrittura Creativa all’Università. Appartiene alla schiera dei grandi narratori indiani in lingua inglese come Anita Desai e Salman Rushdie, del quale riprende la lezione inserendosi quindi nella grande tradizione orientale del racconto fantastico. Scrittore, giornalista ma anche programmatore di computer, ha vinto prestigiosi premi letterari e i suoi libri sono già stati tradotti in molte lingue. Il suo primo e fluviale romanzo, Terra rossa e pioggia scrosciante, uscito nel 1995, ha suscitato grande clamore sia in India che negli Stati Uniti. La sua poetica rimanda alla tradizione orientale del romanzo fantastico (o poema) a cornice, di cui basterà citare i mirabili esempi di Ramayana e Mahabharata e delle Mille e una notte. Il titolo stesso del romanzo discende da un poema classico in lingua tamil. Nelle opere successive conferma la predilezione per opere monumentali e nel recente I giochi sacri crea un affresco potente e grandioso di una delle metropoli più complesse e avvincenti della contemporaneità.

Bibliografia sintetica
Terra rossa e pioggia scrosciante, Instar Libri, 1998
Amore e nostalgia a Bombay, Instar Libri, 1999
Missione Kashmir, Sperling & Kupfer, 2002
Giochi sacri, Mondadori, 2007

Consulta anche: Sito Ufficiale
Consulta anche: Alcune recensioni a cura di Mario Biondi