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26/04/2024 06:44:16

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Mani

Viaggi nel Peloponneso

Fermor Patrick Leigh


Editeur - Casa editrice

Adelphi

Europa
Grecia
Peloponeso


Città - Town - Ville

Milano

Anno - Date de Parution

2004

Pagine - Pages

394

Titolo originale

Mani. Travels in the Southern Peloponnese

Lingua originale

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

La collana dei casi

Traduttore

Franco Salvatorelli


Mani Mani  

Patrick Leigh Fermor è la massima approssimazione all’archetipo del viaggiatore di cui disponga il nostro mondo. Lo ha dimostrato fin dal 1933, quando, con un leggero zaino, si è lanciato in una traversata a piedi dell’Europa, da Londra a Istanbul, che ancora oggi non ha finito di raccontare. Ma il suo libro esemplare è dedicato a un luogo, il Mani – ultima propaggine del Peloponneso, magnifica e strana, che si distacca dal resto della Grecia per la sua natura aspra e allucinatoria e per la sua storica inaccessibilità.
Quasi sempre a piedi, e per anni (come il suo grande amico, Bruce Chatwin), Leigh Fermor ha percorso la parte estrema del Peloponneso, descrivendone i paesaggi fascinosi, quasi lunari – e insieme segnati dalla più intensa mediterraneità –, facendone rivivere, con vena felice di narratore, storie, leggende e personaggi, e insegnandoci a viaggiare simultaneamente nello spazio e nel tempo. Che entri in una torre costruita per respingere i pirati turchi, chiarisca a quali nuovi usi si pieghino le icone custodite nelle centinaia di minuscole chiese che punteggiano le montagne, o semplicemente disegni la rosa dei venti che le spazzano, Leigh Fermor riesce in poche righe a farci vedere quello che ha visto e sentire quello che ha sentito, trasmettendo istantaneamente al lettore un germe benefico: quello del nomadismo.

 



Recensione in lingua italiana

Patrik Leigh Fermor è nato nel 1915. Nel 1933 ha compiuto il suo primo grande viaggio a piedi da Londra a Istanbul, poi descritto in A Time of Gifts e Between the Woods and the Water. Nel 1942 è stato paracadutato a Creta, dove, travestito da pastore, ha organizzato la resistenza sull’isola, spingendosi a rapire di persona il generale Kreipe, comandante tedesco dell’isola. Dalla fine della guerra vive prevalentemente a Kardamili, nel Peloponneso, in una casa da lui stesso