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Là dove il mito vive

AA.VV.


Editeur - Casa editrice

Moretti & Vitali

Africa
Africa Occidentale
Mali


Anno - Date de Parution

2003

Pagine - Pages

144

Lingua - language - langue

italiano

Edizione - Collana

Andar per storie

Prefazione

Giuliano Corti


Là dove il mito vive Là dove il mito vive  

Le narrazioni mitiche in occidente sono ormai sommerse, obsolete, trascurate, eppure nel nostro procedere di terapeuti della psiche e di analisti del profondo noi continuiamo a imbatterci nel mito attraverso sogni e amplificazioni, immaginazioni attive e risonanze dei simboli. Anche nella malattia e nelle crisi che sbriciolano le protesi e incrinano il cuore spesso è un mitema a indicare la via da seguire, la diagnosi e la prognosi: il mito è una narrazione altra, che non conforta ma comprende, e nel suo ampio spettro accoglie cecità e rivelazione, delitto e innocenza, incesto ed erranza, ineluttabilità e presenza. Asse portante quindi dell'Essere, e dell'Essere costitutivo, il mito non è un'opzione, tanto meno per chi affronta il problema della cura.
Questo quaderno raccoglie intense riflessioni sul tema, motivate e ravvivate dall'incontro con la parola di Apam Dolo, guida dogon che vive immerso nella tradizione orale della falesia che taglia il Subsahara. Nella sua terra il mito non è reperto, detrito e frammento, sfondo o reminiscenza, ma è presente, palpabile e percepibile: anzi, inevitabile. Il mito permea il linguaggio, il sociale, l'amore tra i sessi, la generatività e il rispetto per la saggezza anziana, le regole dell'ospitalità e i passi della danza. Ogni oggetto, ogni pietra, ogni albero, ogni essere animato- dall'animale all'uomo agli spiriti- è un crocevia, un passaggio continuo di essenze e presenze, una testimonianza viva delle trame e dei flussi invisibili che ci attraversano. L'incontro con una dimensione così straordinariamente differente dalla nostra ha permesso di rivisitare in profondità i presupposti del nostro saper-fare terapeutico, e di ritrovare le figurazioni tipiche e mitiche del nostro mondo e della nostra storia.

“Mito in senso stretto significa “parola”, parola che racconta, che narra, consiglia, dispone alla vita, parola che si compone in un racconto, parola capace di favoleggiare e descrivere, parola che pare una dimensione avventurosa e che costruisce mondo, mondo reale e mondo fantastico, perché il mito ricostruisce un mondo raccontandone le origine e le ragioni, i dubbi e le certezze, i fatti e le leggende.
La parola che racconta (mito) in qualche misura si oppone alla parola che spiega, che tratta, che argomenta, che saggia, che analizza e definisce, che svolge e sciorina, a quel Logos che rischiara e svolge. La luce del mito è meno chiara e meridiana di quella del logos perché il mito è la luce del mattino, la luce dell’alba e del tramonto, una luce meno tagliente e netta, una luce che allunga le ombre e quindi accoglie mondo e lo mostra nella sua profondità di campo perché non abbaglia” (Guliano Corti dalla prefazione a “Là dove il mito vive”)

 



Recensione in lingua italiana

Indice:
La parola che racconta, di Giuliano Corti;
Cosmogonia dogon, di Piero Coppo;
Il sogno mitico, di Marco Gay;
Dove il mito vive, di Giulia Valerio;
Seminario con Apam Dolo;
L'io declinante e l'ombra: un mito moderno della singolarità, di Marco Gay.