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il sito di marco vasta

lento pede ambulabis

Samarkanda Самарканд
Sulle orme di Tamerlano
22 aprile - 11 maggio 2013
Uzbekistan - Turkmenistan - Iran

Su ] Khiva ] [ Samarcanda ] Shakhrisabz ] Shiraz ] Tashkent ] Teheran ] Yazd ]

Tashkent

REGISTAN

Questo emblematico complesso di maestose e imponenti medressa – una profusione quasi esagerata di maioliche, mosaici azzurri e vasti spazi armoniosi – è il monumento principale della città e uno dei luoghi più straordinari di tutta l’Asia centrale.

Il Registan (all’angolo tra Registan e Tashkent; ingresso macchina fotografica h8-19 da aprile a ottobre, 9-17 da novembre a marzo), parola che in tagiko significa ‘luogo sabbioso’, era il centro commerciale della Samarcanda medievale, e la piazza probabilmente era interamente occupata dal bazar.

I tre maestosi edifici che lo compongono sono le medressa più antiche sopravvissute fino ai nostri giorni, dal momento che quelle risalenti a epoche precedenti furono tutte distrutte da Gengis Khan. Hanno subito gravi danni nel corso dei secoli a causa dei terremoti cui la regione è soggetta, ma il fatto che siano ancora in piedi è la prova della straordinaria abilità di coloro che le hanno edificate. Va dato atto ai sovietici di aver lavorato febbrilmente per proteggere e restaurare questi grandi tesori; è anche vero però che essi si presero delle libertà piuttosto discutibili, come la bizzarra aggiunta di cupola azzurra esterna alla Medressa Tilla-Kari.

Il portale d’ingresso della Medressa Sher Dor (leone), posta di fronte a quella di Ulughbek e terminata nel 1636, è decorato con felini ruggenti che sono considerati leoni, anche se sembrano più delle tigri, a dispetto della proibizione islamica di raffigurare animali viventi. I lavori di costruzione durarono 17 anni, ma la medressa non ha retto bene al passare del tempo come quella di Ulughbek, edificata in soli tre anni.

Tra i due edifici sorge la Medressa Tilla-Kari (rivestita d’oro), completata nel 1660 e dotata di un bel cortile con giardino. Il suo fiore all’occhiello è la moschea, caratterizzata da elaborate decorazioni in oro che dimostrano ampiamente la ricchezza di Samarcanda all’epoca in cui fu costruita. Il raffinato soffitto con lamine d’oro è piatto, ma il suo disegno affusolato dà l’impressione, dall’in- terno, che sia sormontato da una cupola. All’interno della moschea vi è una magnifica galleria con fotografie in bianco e nero della vecchia Samarcanda.

Anche la moschea della Medressa Ulughbek ospita un’interessante galleria fotografica. Molte stanze della medressa un tempo utilizzate come dormitori sono ora adibite a negozi di oggetti artistici e souvenir. In alta stagione il cortile della Medressa Sher Dor ospita alcuni spettacoli tradizionali per i turisti, tra cui finti matrimoni uzbeki; nella piazza si tiene anche uno spettacolo di luci e suoni piuttosto pacchiano.

Dall’alba all’ora di apertura, i poliziotti di guardia si offrono di scortare i visitatori in cima a un minareto per 10.000S o più (trattabili).

 

MOSCHEA DI BIBI-KHANYM

La gigantesca Moschea di Bibi-Khanym (h 8-19 da aprile a ottobre, 9-17 da novembre a marzo), situata a nord-est del Registan, fu ultimata poco prima della morte di Tamerlano e fu certamente il gioiello del suo impero. Un tempo era tra le moschee più grandi del mondo islamico (la cupola della moschea principale è alta 41 m e il pishtak 38 m.e per la sua costruzione si sfruttarono al massimo le tecniche costruttive dell’epoca. Nel corso degli anni si sgretolò progressivamente fino a crollare quasi del tutto nel terremoto del 1897, ma fu ricostruita negli anni ’70.

Secondo la leggenda Bibi-Khanym, moglie cinese di Tamerlano, ne ordinò la costruzione per fargli una sorpresa mentre egli era assente. L’architetto si innamorò perdutamente di lei e rifiutò di terminare il lavoro a meno che lei non gli avesse dato un bacio. Il bacio lasciò un segno e Tamerlano, quando lo vide, fece giustiziare l’architetto e ordinò che in futuro le donne dovessero indossare il velo per non rappresentare una tentazione per altri uomini. I  l cortile interno contiene un enorme leggio di marmo per il Corano che dà un’idea della maestosità con cui era stata concepita la moschea. Secondo la tradizione locale, se una donna cammina carponi sotto il leggio avrà molti bambini. Nel cortile si trovano altre due moschee più piccole: quella alla sinistra dell’entrata principale ha ancora gli imponenti interni originali decorati con caratteri arabi.

Sull’altro lato di Tashkent kochasi sorge il compatto mausoleo (ingresso h8-18) della stessa Bibi-Khanym, risalente al XIV secolo e splendidamente restaurato nel 2007.

 

SHAH-I-ZINDA

Il luogo più suggestivo e amato di Samarcanda è questo spettacolare viale di mausolei (h 8-19 da aprile a ottobre, 9-17 da novembre a marzo), ornati con alcune delle più belle opere in piastrelle smaltate del mondo musulmano. Il nome, che significa Tomba del Re Vivente, si riferisce al santuario originario, il più interno e il più sacro, un complesso di stanze fresche e tranquille in torno a quella che probabilmente è la tomba di Qusam ibn-Abbas, un cugino del profeta Maometto che si dice abbia portato l’islam in questa regione nel VII secolo.

Un santuario dedicato a Qusam esisteva in questo luogo, all’estremità di Afrosiab, già molto tempo prima che i mongoli lo saccheggiassero nel XIII secolo. Lo Shah-i-Zinda cominciò ad assumere la sua forma attuale nel XIV secolo, quando Tamerlano e poi Ulughbek decisero di seppellire i membri della loro famiglia e le persone da loro predi- lette accanto al re vivente.

Dopo essere sopravvissute per oltre sette secoli senza particolari interventi, nel 2005 molte delle tombe sono state sottoposte a un aggressivo e controverso restauro e buona parte dei mosaici e delle piastrelle di maiolica che vediamo non è originale.

La tomba più bella rimane il Mausoleo di Shodi Mulk Oko (1372), il secondo a sinistra dopo le scale d’ingresso, dove riposano una sorella e una nipote di Tamerlano. Le sue splendide piastrelle di maiolica sono di livello talmente eccezionale (e combaciano ancora oggi praticamente senza lasciar spazio tra l’una e l’altra) da aver richiesto un restauro minimo.

Il complesso dello Shah-i-Zinda è un’importante meta di pellegrinaggi, perciò entrateci mostrando rispetto e con un abbigliamento discreto.

 

MAUSOLEO DI GUR-E-AMIR E DINTORNI

Tamerlano, due figli e due nipoti, tra cui Ulughbek, riposano sotto il Mausoleo di Gur-e-Amir (Oksaroy; h 8-19 da aprile a ottobre, 9-17 da novembre a marzo), un monumento incredibilmente modesto che si distingue per la sua caratteristica cupola azzurra scanalata. Timur si era fatto costruire una semplice cripta a Shakhrisabz e sembra che questo mausoleo, eretto nel 1404, fosse destinato a suo nipote, Mohammed Sultan, che avrebbe dovuto essere il suo erede ma era morto l’anno prima. Tuttavia, secondo la leggenda, quando nell’inverno del 1405 il sovrano morì improvvisamente di polmonite in Kazakistan (mentre pianificava una spedizione contro i cinesi), i passi per raggiungere Shakhrisabz erano bloccati dalla neve e quindi Tamerlano fu sepolto a Samarcanda.

Come in altri mausolei musulmani, le lapidi hanno una funzione puramente indicativa: le cripte vere e proprie si trovano in una camera sottostante. Al centro vi è la lapide di Tamerlano, formata un tempo da un unico blocco di giada verde scuro. Nel 1740, lo Nadir Shah, sovrano persiano, la portò in Persia, dove accidentalmente si ruppe in due: da quel momento pare che Nadir abbia avuto una serie di sventure, tra cui un figlio in pericolo di vita. Su suggerimento dei suoi consiglieri religiosi, egli rimandò la lapide a Samarcanda, e naturalmente suo figlio riacquistò la salute.

La semplice lastra di marmo a sinistra di quella di Tamerlano è la lapide di Ulughbek, mentre a destra vi è quella di Mersaid Baraka, uno dei maestri di Tamerlano, e di fronte riposa Mohammed Sultan. Le lapidi dietro quella di Tamerlano indicano le sepolture dei suoi figli Shah Rukh (padre di Ulughbek) e Miran Shah. Dietro a queste giace Seyid Sheikh Umar, il più venerabile tra i maestri di Tamerlano, che si diceva fosse un discendente del profeta Maometto (sheikh). Fu proprio intorno alla tomba di Umar che Tamerlano fece costruire il Mausoleo di Gur-e-Amir.

L’antropologo sovietico Mikhail Gerasimov aprì le cripte nel 1941 e, tra le altre cose, confermò che Tamerlano era alto (1,70 m. e menomato alla gamba e al braccio destro (per ferite riportate quando aveva 25 anni), e che Ulughbek morì decapitato. Secondo l’aneddoto preferito da tutte le guide, Gerasimov trovò sulla tomba di Tamerlano un’iscrizione che più o meno diceva: ‘chiunque aprirà questa tomba sarà sconfitto da un nemico più terribile di me’. Il giorno dopo la scoperta, il 22 giugno, Hitler attaccò l’Unione Sovietica.

Dietro il brutto muro costruito di recente intorno al Gur-e-Amir sorge il piccolo Mausoleo di Ak-Saray (Oksaroy; ingresso h9-18), al cui interno vi sono degli affreschi, a malapena visibili prima del restauro del 2008, e alcune decorazioni in piastrelle di maiolica.

Tra il Gur-e-Amir e la via principale si trova il Mausoleo di Rukhobod, risalente al 1380 e probabilmente il più antico della città an- cora in piedi. Oggi è occupato da un negozio di artigianato e souvenir.

 

L’ANTICA SAMARCANDA (AFROSIAB)

In un sito archeologico di 2,2 kmq chiamato Afrosiab, a nord-est del Bazar Siob, si trovano gli scavi di Marakanda (l’antica Samarcanda), che giacciono più o meno abbandonati alle intemperie.

Il Museo di Afrosiab (235 53 36; Tashkent kochasi; h8.30-18 da aprile a ottobre, 9-17 da  novembre a marzo) è stato costruito intorno a una delle scoperte archeologiche più importanti di Samarcanda, un affresco del VII secolo raffigurante il re sogdiano Varkhouman che riceve dignitari stranieri in sella a elefanti, cammelli e cavalli. Riproduzioni di questo suggestivo affresco, riportato alla luce nel 1965 durante la costruzione di Tashkent kochasi, sono visibili in tutto il paese. Il secondo piano del museo conduce il visitatore attraverso gli 11 strati di civiltà diverse che compongono Afrosiab.

Sulla riva del fiume Siob, 400 m a nord-est del museo, si trova la tomba del profeta Daniele (ingresso h9-20.30 da aprile a ottobre, 9-17 da novembre a marzo); per raggiungerla svoltate a sinistra da Tashkent kochasi. Si tratta di un edificio lungo e basso sormontato da cinque cupole che è stato sottoposto a lavori di restauro. Al suo interno è custodito un sarcofago lungo ben 18 m: la leggenda narra, infatti, che il corpo del profeta Daniele cresce poco più di un centimetro l’anno e quindi il sarcofago deve essere continuamente ingrandito. Le sue spoglie, che risalgono almeno al V secolo a.C., furono portate qui da Tamerlano in segno di buon auspicio dalla località di Susa, in Iran (dove c’è quella che si sostiene essere la vera tomba di Daniele). Proseguendo verso nord si raggiungono i resti dell’Osservatorio di Ulughbek (ingresso h8-19 da aprile a ottobre, 9-17 da novembre a marzo), una delle grandi scoperte archeologiche del XX secolo. Ulughbek fu probabilmente più famoso come astronomo che come sovrano. Il suo astrolabio di 30 m, progettato per osservare la posizione delle stelle, faceva parte di un osserva torio di tre piani fatto costruire dal re fra il 1420 e il 1430. Tutto ciò che rimane è la colossale parte ricurva dello strumento, rinvenuta nel 1908. Nel piccolo museo sono esposte alcune miniature che ritraggono Ulughbek, nonché alcune antiche ceramiche e altri manufatti rinvenuti durante gli scavi di Afrosiab.

Il modo migliore per raggiungere Afrosiab è a piedi. Attraversate l’incrocio a nord della Moschea di Bibi-Khanym e percorrete la pedonale Tashkent kochasi per circa 1 km fino al Museo di Afrosiab; l’Osservatorio di Ulughbek si trova dopo 1,5 km. Se non avete voglia di camminare, potete prendere l’autobus n. 70 dalla fermata Usto Umar situata di fronte alla Shah-i-Zinda o qualsiasi mezzo con l’indicazione ‘Bulungur’ o ‘Jambay’ dalla nuova autostazione Shahizinda, 200 m a est della Shah-i-Zinda.

 

MUSEO STATALE D’ARTE

Il museo più importante di Samarcanda, che un tempo sorgeva nella piazza a est del Registan, è stato demolito alla fine del 2009 nell’ambito dei lavori per ‘abbellire’ Samarcanda. La collezione, che comprende uno dei Corani più grandi del mondo (1 m x 1,5 m), era conservata in un magazzino all’epoca delle nostre ricerche ma dovrebbe essere trasferita in un nuovo edificio nei pressi del Tsum (beruni 32) entro il 2011.

 

MUSEO REGIONALE

Il Museo Regionale (Abdurahmon Jomi 51; ingresso h9-17), ospitato nella vecchia abitazione di un mercante ebreo, vanta una splendida ala dedicata alla storia degli ebrei, con vecchie fotografie della nutrita comunità proveniente dall’Europa e da Bukhara che un tempo viveva a Samarcanda. Nel resto del museo sono espo- ste le consuete mostre storiche, collezioni di vecchie ceramiche e animali impagliati.

 

ALTRE COSE DA VEDERE

Dall’altra parte dell’incrocio del Bazar Siob, su una collina all’estremità di Afrosiab, sorge la Moschea di Hazrat-Hizr (tashkent kochasi; ingresso minareto h8-18). La moschea risalente all’VIII secolo che sorgeva in questo punto fu incendiata e rasa al suolo da Gengis Khan nel XIII secolo e non venne ricostruita fino al 1854. Negli anni ’90 è stata magnificamente restaurata da un ricco cittadino di Bukhara e oggi è la moschea più bella di Samarcanda, con un pregevole interno dal soffitto a cupola e un minareto dal quale si possono ammirare la Moschea di Bibi-Khanym, lo Shah-i-Zinda e l’Afrosiab.

L'aivan presenta un soffitto a nervature. Se preferite qualcosa in rovina, ma autentico, andate a visitare il Mausoleo di Ishratkhana (sadriddin ayni), una tomba del XV secolo sormontata da un tetto di lamiera che potrebbe essere il set di un film dell’orrore, piena di piccioni e con una cripta dall’atmosfera lugubre. Sull’altro lato della strada si trova il Mausoleo di Hodja Abdi Darun (sadriddin ayni), che condivide un tranquillo cortile ombreggiato

 

NAVOI KOCHASI E PARCO NAVOI

Il centro russo di Samarcanda viene generalmente ignorato dai turisti: peccato, perché è una zona incantevole che non ha nulla di sovietico, anzi: Lenin si rivolterebbe nella tomba se vedesse gli abitanti del posto vestiti a festa che passeggiano lungo Navoi (ex Leninskaya).

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