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Tibetan painted scrolls, I rotoli dipinti Tibetani

Tucci Giuseppe


Editeur - Casa editrice

Pol. di Stato

  Asia
Tibet
Vajrayana


Città - Town - Ville

Roma

Anno - Date de Parution

1949

Pagine - Pages

798

Titolo originale

Tibetan painted scrolls

Lingua originale

Lingua - language - langue

italiano

Ristampa - Réédition - Reprint

SDI Publications; 1st edition (April 30, 2006)

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Tibetan painted scrolls

Tibetan painted scrolls, I rotoli dipinti Tibetani  

An artistic and symbolic illustration of 172 Tibetan paintings preceded by a survey of the historic, aritistic, literary and religious development of Tibetan culture, with an article of P. Pelliot on a Mongol edit, the translation of historical documents and an appendix of pre-Buddhistic ideas of Tibet.

Volume I of Tibetan Painted Scrolls is a huge survey of five hundred years of Tibetan cultural and religious history. There are chapters on the different Buddhist lineages and their traditions, excellent outlines of the corpus of Tibetan religious and historical literature, and a general survey of Vajrayana Buddhism for which professor Tucci, a noted Sanskrit scholar, was excellently qualified to assess. There is also an invaluable report with descriptions of several major monasteries in Tsang, southern Tibet. These and many other monumentsdetailed herein failed to survive the Cultural Revolution, making the significance of these descriptionsall the more significant to Tibetan studies. The second part of volume I is an unrivalled essay on Tibetan thangka painting in fifteen chapters, including "SYmbolical Meaning of Colors and Lines," "To Paint is to Evoke," "Iconometry," "Consecration of Thangkas" etc. etc.

Volume II is a detailed description of the 195 thangkas, which include a tremendous wealth of information on iconography, a history of Tibetan and Indian Buddhism, references to Buddhist texts and a multitude of tanslations of inscriptions on the illustrated thangkas. There are small unrivalled monographs on the life stories of Shakyamuniand the Tibetan hero saints Padmasambhava, Tsongkhapa and the Third Dalai Lama. Tucci writes for nearly one hundred pages on the Jataka Tales, or stories of Sakyamuni's adventures in his many incarnations on the path to Supreme Enlightenement. With the benefit of a large number of paintings as his illustrations, he offers a versatile analysis of iconology, iconography, hagiography, history,sociology and linguistics.

Volume III contains the illustrations of the 195 thangkas, illustrated manuscripts and bookcovers, which Tucci obtained during his seven expeditions to Tibet between 1933 and 1947.

 


Recensione in altra lingua (English):

Professor Tucci, highly literate in Sanskrit & Tibetan as well as fluent in many Himalayan languages, was the first western scholar to travel widely through the Tibetan cultural Diaspora. From 1926 until 1956, Tucci trekked thousands of miles through Ladakh, Tibet, Nepal, Sikkim, & Bhutan seeking to learn the history of ancient Tibetan kingdoms



Recensione in lingua italiana

TUCCI G. - Tibetan Painted Scrolls. Roma, La Libreria dello Stato, 1949. In -folio, 3 voll., di cui due (mm. 425x310) con complessive pp. XXIV-798-(6) con 134 ill. n.t. e numerose tavole genealogiche anche ripiegate; il III vol. a cartella (mm. 500x350) contiene 256 tavv. sciolte tenute assieme da cordoncino, di cui 25 a colori. Legatura editoriale piena tela rossa con titolo, fregi e doppio filetto dorato ai piatti, titolo e fregi ai dorsi, tagli superiori dorati. Prima edizione di 750 esemplari su carta Fabriano,


Biografia

Giuseppe Tucci
Macerata 1894 - San Paolo dei Cavalieri (Tivoli) 1984


Tucci è considerato il più grande orientalista italiano del Novecento, e fra i massimi tibetologi a livello internazionale. Fu giornalista, scrittore, archeologo, antropologo, esploratore, Accademico d'Italia, presidente onorario di numerose istituzioni di grande prestigio in tutto il mondo, vincitore del "Premio Nehru", e ha meritato ben cinque lauree honoris causa. Concittadino del gesuita e sinologo Padre Matteo Ricci, Giuseppe Tucci nasce a Macerata il 5 giugno 1894 e muore a San Polo dei Cavalieri, vicino a Tivoli, il 5 aprile 1984. Dotato di eccezionali qualità naturali e di un'ottima preparazione classica, giovanissimo conosce già una decina di lingue europee. Nel 1915 parte per la Grande Guerra, congedandosi col grado di tenente. Nel 1919 si laurea in Lettere e Filosofia.
Lavora prima come bibliotecario della Camera dei deputati, ma già tra il 1925 e il 1930 insegna italiano, cinese e tibetano presso le Università indiane di Calcutta e Shantiniketan, dove fra l'altro incontra il poeta Tagore e Gandhi. Dal 1930 diviene docente di lingua e letteratura cinese all'Università di Napoli, e dal 1932 insegna religione e filosofia dell'Estremo Oriente all'Ateneo di Roma. Nel 1933 fonda assieme a Giovanni Gentile, che ne è il primo presidente, l'Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente (Is.M.E.O.), con lo scopo di "promuovere e sviluppare i rapporti culturali fra l'Italia e i paesi dell'Asia Centrale, Meridionale ed Orientale ed altresì di attendere all'esame dei problemi economici interessanti i Paesi medesimi". L'attenzione rivolta anche agli aspetti politico-economici è documentata, oltre che dalle numerose pubblicazioni dell'Istituto come i periodici Bollettino dell'Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente (1935) e Asiatica (1936-1943), dallo specifico interesse di Tucci per la geopolitica dell'Asia in un periodo cruciale della sua storia, e dalla sua amicizia personale con Karl Haushofer, che invita a tenere importanti conferenze su questa materia.
Tucci concentra i suoi viaggi di ricerca nella vasta regione himalayana, quale naturale crocevia storico fra tutte le diverse culture dell'Asia, raccogliendo sistematicamente materiale archeologico, artistico, letterario, di documentazione storica e altro. Risultati eccezionali vengono così ottenuti dalle sue lunghe spedizioni in Tibet fra il 1929 e il 1948, anno in cui l'Is.M.E.O. riprende in pieno la sua attività postbellica sotto la sua diretta presidenza, destinata a durare fino al 1978. Tra il 1950 e il 1955 egli organizza nuove spedizioni in Nepal, seguite dalle campagne archeologiche in Pakistan ('56), in Afghanistan nel ('57) ed in Iran ('59). Sempre nel 1950 avvia il prestigioso periodico in lingua inglese East and West, e nel 1957 fonda il Museo Nazionale di Arte Orientale di Roma.
Tra i suoi numerosi ed importanti scritti ricorderemo solamente, sia i sette volumi di Indo-tibetica (Accademia d'Italia, 1932-1942) che i due di Tibetan Painted Scrolls (Libreria dello Stato, 1949) per la loro ampiezza documentaria, e la Storia della filosofia indiana (Laterza, 1957) per la sua portata innovativa, specie per quanto riguarda la logica indiana.