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04/11/2024 21:00:45

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The New Year’s Festival “P’o lha, P’ug lha, rLung rta,”

Tibetan articles with English Summary in Appendices I and II of Tibetan Folk Songs from Gyantse and Western Tibet, collected and translated by G. Tucci,

Tucci Giuseppe


Editeur - Casa editrice

Artibus Asiae

  Asia
Tibet



Anno - Date de Parution

1966

Lingua - language - langue

Eng


The New Year’s Festival “P’o lha, P’ug lha, rLung rta,”  

La maggior parte dei libri recenti sul Tibet trattano della politica, della religione e della storia del paese.  Pertanto, è benvenuta la pubblicazione di questa versione ampliata e migliorata dei Canti popolari tibetani del Professor Giuseppe Tucci, a circa diciassette anni dalla sua prima apparizione.  Lo speciale interesse di Tucci per il Tibet ha portato a molti preziosi studi sulla storia, la religione e l'arte del Tibet.  Aveva visitato il Tibet tre volte fino al 1948, coprendo ogni volta nuove aree, in particolare centri importanti della cultura tibetana.  Aveva anche ottenuto innumerevoli antichi tanka ("rotogli dipinti") e xilografie, nonché antichi manoscritti sanscriti.  Le sue opere includono, tra gli altri, Le Tombe dei Re Tibetani;  Testi buddisti minori (in due parti);  e Rotoli dipinti tibetani (in tre enormi volumi).
 I canti popolari tibetani sono costituiti da tre parti: la prima parte presenta canti popolari di Gyantse e canti matrimoniali;  Parte II, canti del Tibet occidentale;  e Parte III, rituali nuziali a Spiti.  Ci sono cinquantaquattro canzoni popolari in tutto e dieci canzoni matrimoniali nella Parte I. La raccolta totale di canzoni popolari di Gvantse non è affatto grande o rappresentativa dell'area stessa.
Includono canti di diversa natura come i canti di strada di Lhasa, i canti popolari dei distretti di Dakpo e Kongpo nel Tibet sud-orientale, il canto della ballerina mendicante e il canto della prostituta. Quindi non sono puramente di origine locale.  Per quanto riguarda il cosiddetto canto della prostituta, i tibetani non lo hanno classificato come tale. Si può notare che molte delle canzoni di strada di Lhasa provenivano da fanciulle e prostitute di Lhasa, la maggior parte delle quali analfabete o semianalfabete.  Alcune prostitute divennero addirittura famose cantanti professioniste di Lhasa.
I canti popolari sono di autore anonimo.  Tutto ciò che possiamo dire dei compositori è che erano persone semplici.  Ciò vale anche per le belle arti come l'architettura, la musica e l'artigianato, poiché la teoria e la tecnica sono state tramandate di epoca in epoca, da maestro ad allievo.

 



Biografia

Giuseppe Tucci
Macerata 1894 - San Paolo dei Cavalieri (Tivoli) 1984


Tucci è considerato il più grande orientalista italiano del Novecento, e fra i massimi tibetologi a livello internazionale. Fu giornalista, scrittore, archeologo, antropologo, esploratore, Accademico d'Italia, presidente onorario di numerose istituzioni di grande prestigio in tutto il mondo, vincitore del "Premio Nehru", e ha meritato ben cinque lauree honoris causa. Concittadino del gesuita e sinologo Padre Matteo Ricci, Giuseppe Tucci nasce a Macerata il 5 giugno 1894 e muore a San Polo dei Cavalieri, vicino a Tivoli, il 5 aprile 1984. Dotato di eccezionali qualità naturali e di un'ottima preparazione classica, giovanissimo conosce già una decina di lingue europee. Nel 1915 parte per la Grande Guerra, congedandosi col grado di tenente. Nel 1919 si laurea in Lettere e Filosofia.
Lavora prima come bibliotecario della Camera dei deputati, ma già tra il 1925 e il 1930 insegna italiano, cinese e tibetano presso le Università indiane di Calcutta e Shantiniketan, dove fra l'altro incontra il poeta Tagore e Gandhi. Dal 1930 diviene docente di lingua e letteratura cinese all'Università di Napoli, e dal 1932 insegna religione e filosofia dell'Estremo Oriente all'Ateneo di Roma. Nel 1933 fonda assieme a Giovanni Gentile, che ne è il primo presidente, l'Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente (Is.M.E.O.), con lo scopo di "promuovere e sviluppare i rapporti culturali fra l'Italia e i paesi dell'Asia Centrale, Meridionale ed Orientale ed altresì di attendere all'esame dei problemi economici interessanti i Paesi medesimi". L'attenzione rivolta anche agli aspetti politico-economici è documentata, oltre che dalle numerose pubblicazioni dell'Istituto come i periodici Bollettino dell'Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente (1935) e Asiatica (1936-1943), dallo specifico interesse di Tucci per la geopolitica dell'Asia in un periodo cruciale della sua storia, e dalla sua amicizia personale con Karl Haushofer, che invita a tenere importanti conferenze su questa materia.
Tucci concentra i suoi viaggi di ricerca nella vasta regione himalayana, quale naturale crocevia storico fra tutte le diverse culture dell'Asia, raccogliendo sistematicamente materiale archeologico, artistico, letterario, di documentazione storica e altro. Risultati eccezionali vengono così ottenuti dalle sue lunghe spedizioni in Tibet fra il 1929 e il 1948, anno in cui l'Is.M.E.O. riprende in pieno la sua attività postbellica sotto la sua diretta presidenza, destinata a durare fino al 1978. Tra il 1950 e il 1955 egli organizza nuove spedizioni in Nepal, seguite dalle campagne archeologiche in Pakistan ('56), in Afghanistan nel ('57) ed in Iran ('59). Sempre nel 1950 avvia il prestigioso periodico in lingua inglese East and West, e nel 1957 fonda il Museo Nazionale di Arte Orientale di Roma.
Tra i suoi numerosi ed importanti scritti ricorderemo solamente, sia i sette volumi di Indo-tibetica (Accademia d'Italia, 1932-1942) che i due di Tibetan Painted Scrolls (Libreria dello Stato, 1949) per la loro ampiezza documentaria, e la Storia della filosofia indiana (Laterza, 1957) per la sua portata innovativa, specie per quanto riguarda la logica indiana.