lento pede ambulabis
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Viaggio in Ladakh e Zanskar in occasione del
Padum Hurim -
19-20 Ottobre 2025
con Avventure nel Mondo e Marco Vasta
Viaggio di 17 giorni dal 11 al
27 ottobre 2025
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Il Cham ed io
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Danzatori ad Hemis - Vittorio Sella @ 1913 |
Nella primavera del 1985 ho scritto il primo articolo a pagamento.
Uscì sul quotidiano BresciaOggi. Avevo conosciuto un allora giovane
giornalista, Riccardo Venchiaruti ad una conferenza stampa organizzata con
aperitivo - trucchi che si imparano - per il lancio di alcune serate di viaggio.
Non ricordo cosa proiettassi, ma Riccardo mi propose di scrivere un articolo.
Stavo per tornare in Ladakh e trascorrervi l'estate da Giugno a Settembre. Pensai
di raccontare una cerimonia cui speravo di assistere.
Presentai
"Fra Cimbali e tamburi al Festival di Hemis",
ma prima di consegnarlo, chiesi il parere ad una amica che era stata con in Ladakh
con il gruppo di Giorgio Daidola. "Perfetto, - fu il suo giudizio -
sembra proprio che anche tu fossi li, solo un particolare: dal tempio si scende
nel cortile, non il contrario". Furono le prime diecimila lire guadagnate con
una vacanza che non avevo ancora fatto! Chiesi il viaggio assieme ad altri due
concatenati. I tre viaggi vennero assegnati e pubblicati
sulla rivista
Telefonai a Roma: "Perché hai programmato tre settimane
per il Festival di Hemis. quando
viene e fatto in due?". La risposta fu semplice: "Un svista, ma saprai inventarti
qualcosa! Ci vediamo a Giugno (1) al raduno".
Sono tornato e poi tornato ancora a pernottare ad Hemis ed
ho assistito nuovamente alle danze. In quarant'anni ho visto i cambiamenti
architettonici del monastero e il ridursi delle cerimonie da festa popolare ad
uno spazio per gli spettatori paganti, La coreografia del cham era uscita sulla
rivista di AnM a cura di una capogruppo, ma curiosamente differiva da quella cui avevo
assistito e descritto nella guida di AnM pubblicata nel 1988 nelle
edizioni Calderini.
Lamayuru, Sani, Karsha, sTongde, Phyang, Tak Tok,
Karzok, Stok, Matho, Leh in Ladakh, Bhumtang e Thimpu in Bhutan,
Ciwang in Nepal, sono state tappe della mia
curiosità. Non è un cammino iniziatico né un tour fotografico. Anche se ho
acquistato. compulsato testi ed arricchito gli scaffali della libreria, non ho
ancora capito se il 'cham sia solo espressione del desiderio di credenti e non
credenti, di praticanti e spettatori, di annullarsi nell'infinito o ogni evento
vada preso per quello che semplicemente è, un momento gioioso nella vita di un
buddhista.Quello che dovrebbe accadere a chi assiste e a chi
danza è spiegato da Ogyen Trinley Dorje, 17° Karmapa (preciso che non
parteggio per nessuno dei due karmapa):
"Immaginando
se stessi come la divinità, i danzatori pensano che tutti i movimenti fisici che
compiono siano espressioni della divinità o i suoi movimenti. Allo stesso modo,
gli spettatori di una danza del lama non dovrebbero pensare alla danza del lama
come a un'esibizione o a una danza ordinaria. Se si sa come praticare il mantra,
è importante allenarsi nella percezione pura connessa alla pratica tantrica e
pensare di stare effettivamente vedendo la divinità, meditando sulla fede.
Purificarsi dalla fissazione sulle apparenze ordinarie è di primaria importanza
nel mantra, quindi è molto importante per i danzatori della danza del lama
cercare di bloccare la fissazione sulle apparenze ordinarie e anche per gli
spettatori impegnarsi a bloccare la fissazione sulle apparenze ordinarie."
(2).
Nebesky-Wojkowitz Rene,
1976, pag. 38
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Note
(1) "In illo tempore"
il raduno si teneva in Giugno prima delle partenze
(2)
The Great Cham Dance (nel sito Karmapa).
Bibliografia sul Cham
L'interesse per i Cham nasce in Italia grazie a due
libri quasi introvabili:
the Buddhist Dance Drama of Tengpoche di New Delhi 1976.
Non a caso Fantin pubblicò
in lingua inglese temendo la scarsa diffusione fra il pubblico italiano.
Verni Piero, Sevignani Vicky,
Tibet, le danze rituali dei lama. Firenze, Nardini Press,
1980, 159 pagine, presentazione del Dalai Lama, fotografie di Vicky
Sevegnani,(1995)
Per cercare di comprendere i Cham, ho anche
acquistato o consultato:
-
De
Nebesky-Wojkowitz Rene,
Oracles and Demons of Tibet,
the cult and iconography of the tibetan
protective Deities, di René De Nebesky-Wojkowitz, 1956.
-
Jerstad Luther G.,
Mani Rimdu, Sherpa Dance-Drama, University of Washington
Press, Seattle, 1969, 192
-
De
Nebesky-Wojkowitz Rene,
Tibetan Religious Dances
Tibetan Text and Annotated
Translation of the "Chams Yig", 1976
-
Anagarika Govinda,
Lama,
I fondamenti del misticismo tibetano, secondo gli insegnamenti
esoterici del grande mantra Om Mani Padme Hum, Astrolabio,
Roma, 1978
-
Vasta Marco, Fra cimbali e tamburi all'Hemis Set-chu in
Ladakh, Roma 1988.pag 234-237
-
Verni Piero (1988) : Danze rituali Tibetane. L’Umana
Avventura, Inverno 1988, p. 81-87.
-
Cathy Cantwell,
The Dance of the Guru's Eight
Aspects, The Tibet Journal Vol. 20, No. 4 (Winter 1995),
pp. 47-63 (17 pages) Published By: Library of Tibetan Works and
Archives
-
Cantwell, Cathy (1992), ‘A Black Hat Ritual Dance’
in Bulletin of Tibetology, Vol 28, No.1, Gangtok: Namgyal Institute
of Tibetology, pp. 12-23.
-
Consonni
Alessandra,
Cham yig.
Il libro tibetano delle danze,
Clueb Bologna 2008
-
Dipankar Khanna1 & J. Shashi Kiran Reddy,
Vajranŕtyam: a Phenomenological Look at the Cham or Lama Dance as a
Meditative Experience.
-
Knight Edward Frederick,
Where three empires meet, A Narrative of Travel in Kashmir, Western
Tibet, Gilgit and Other Adjoining Countries. Longmans, 1905,
NY & Bombay, pag. 210.
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