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Hidden Lands in Himalayan Myth and History
Transformations of sbas yul through Time
Frances Garrett, Elizabeth McDougal, Geoffrey Samuel (editor)

Editeur - Casa editrice

Brill's Tibetan Studies Library

  Asia
Nepal
Tibet
Buddhismo

Città - Town - Ville

Leiden, (The Netherlands) with offices in Boston (USA), Paderborn (GER), Singapore (SG) and Beijing

Anno - Date de Parution

2020

Pagine - Pages

382

Lingua - language - langue

eng

Edizione - Collana

Vol. 46


Hidden Lands in Himalayan Myth and History  

Che Shangri-la fosse un "paese nascosto" lo sapevo dal film, ma non lo avevo mai pensato in termini di beyul. Pian piano nuove regioni himalayane si aprivano al turismo e Shangri-la si spostava, ora era il Ladakh, forse il Sikkim, per i turisti più abbienti era il Bhutan... Poi qualcuno scopriva lo Zanskar o il Nubra. Nei testi religiosi, talvolta le indicazioni erano chiare e Yol-Mo era sicuramente l'Helambu, vicinissimo a Kathmandu.
Conoscevo pure - da letture - l'esistenza dei terton (gter ston) e delle terma (gter ma), i cacciatori di tesori e le loro rivelazioni. Anche questo non lo collegavo ad alcun "paese nascosto", ma solo a tradizioni letterarie tantriche e a pratiche esoteriche dei lama.
Nel 1994 dovevo scegliere fra due aree appena aperte, l'alto Dolpa o il monte Kailash da Simikot. Scelsi il viaggio al Kang Rinpoche, la "gemma preziosa delle nevi", ma l'anno successivo andai in Dolpo e iniziai a sentir parlare di beyul. Girovagando poi fra Nepal e Bhutan, mi imbattevo in altri be-yul: Langtang (Glang Phram), Rolwaling (Rol Pa'i Ling), Soku (Sho Rong), tanto per enumerare i "paesi nascosti" che ho attraversato.
Ma insomma, quanti erano?
Per gli addetti ai lavori, nello scorso novembre è uscita in Brill, un'interessante e costosissima antologia, ricca di fotografie - sorprendenti quelle su chi ancora medita in quei luoghi e quelle del pellegrinaggio al Namcha Barwa - e di mappe accurate ed esplicative. I curatori hanno scelto recenti tesi di dottorato, pubblicazioni di borse di studio, saggi fotografici, mappe e traduzioni sulle terre nascoste attraverso l'Himalaya, presentate sia nella prospettiva storica che in quella contemporanea. Il volume mi ha incuriosito, anche se per studiosi, non per turisti né per praticanti il buddhismo.
Secondo le credenze della scuola nyingma del buddhismo tibetano, i beyul sono valli nascoste che spesso comprendono centinaia di chilometri quadrati, che Padmasambhava ha benedetto come rifugi nei momenti di persecuzione. Dove fossero era indicato nelle terma, scritte su rotoli ed un tertön, scoprendo una  terma in momenti specifici e appropriati, può rivelarne il contenuto.
Le loro posizioni erano conservate su rotoli (lamyig o neyig) nascosti sotto le rocce e all'interno di grotte, monasteri e chorten. I beyul sono luoghi in cui il mondo fisico e quello spirituale si sovrappongono e l'efficacia della pratica tantrica aumenta con le dimensioni della percezione.
Fra gli autori Hildegard Diemberger. Un piccolo aneddoto: molti anni fa, scendendo dalla Val di Fassa, al casello A22 di Affi, caricai due autostoppisti. Ero appena tornato dal viaggio in Chitral ed in Hunza e - chiacchierando - la giovane studentessa raccontò che anche il padre era spesso in Himalaya per documentari. "Sei figlia di Diemberger?". Avevo indovinato!
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Dall'editore: "In un'era di crisi ambientale, le narrazioni di "terre nascoste" hanno una maggior attrattiva. Considerate come santuari in tempi di calamità, le terre nascoste dell'Himalaya o སྦས་ཡུལ (sbas yul / be-yul) hanno plasmato la vita di molti popoli della regione. Gli sbas yul sono descritti da lama visionari chiamati "cercatori di tesori" (terton) che hanno individuato terre nascoste e hanno scritto loro guide.
Le interpretazioni accademiche dello sbas yul come luoghi di elevazione spirituale e rifugio dalla guerra sono state complicate di recente. La ricerca esplora temi come il ruolo politico ed economico dei "cercatori di tesori", l'impatto dello sbas yul sulle popolazioni indigene e l'uso dello sbas yul per la protezione ambientale e il turismo. Questo libro mette in mostra recenti borse di studio susbas yul da prospettive storiche e contemporanee."

 


Recensione in altra lingua (English):

In an era of environmental crisis, narratives of ‘hidden lands’ are resonant. Understood as sanctuaries in times of calamity, Himalayan hidden lands or sbas yul have shaped the lives of many peoples of the region. Sbas yul are described by visionary lamas called ‘treasure finders’ who located hidden lands and wrote guidebooks to them. Scholarly understandings of sbas yul as places for spiritual cultivation and refuge from war have been complicated recently. Research now explores such themes as the political and economic role of ‘treasure finders’, the impact of sbas yul on indigenous populations, and the use of sbas yul for environmental protection and tourism. This book showcases recent scholarship on sbas yul from historical and contemporary perspectives.