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An atlas of tibetan plateau
Farmer Michael

Editeur - Casa editrice

Brill Academic Pub

  Asia
Tibet
Amdo
Himalaya

Vajrayana

Anno - Date de Parution

2022

Pagine - Pages

393

Titolo originale

An atlas of tibetan plateau

Lingua - language - langue

English


An atlas of tibetan plateau  

Recensione di Giorgio Dallorto
Dopo la pubblicazione di A Historical Atlas of Tibet di Ryavec, avevo pensato che l’ultima parola sulla cartografia storica del Tibet fosse stata sicuramente scritta: mi sbagliavo! L’impegno di scrivere un altro lavoro dedicato allo stato attuale dell’altopiano tibetano con ulteriori ricerche e costruzione di database è stato adempiuto dall’architetto e cartografo Michael Farmer, che da molti anni si occupa di cultura tibetana. Con questo magnum opus, che ha richiesto decenni per essere completato, ha redatto un’opera di riferimento essenziale, accolta calorosamente da studiosi e studenti interessati a conoscere il Tibet contemporaneo, nonché da praticanti spirituali che desiderano seguire le orme dei grandi maestri del passato lungo i molti luoghi di pellegrinaggio che esistono ancora oggi in Tibet.
Michael è sempre stato affascinato dalle mappe e dalle zone dell’Himalaya, dell’India settentrionale e dell’Asia in generale, forse a causa del fatto che molti dei suoi parenti sono nati all’ombra dell’Himalaya. Poco più che ventenne intraprende un lungo viaggio attraverso l’India e il Nepal e rimane così affascinato da queste zone e dalle persone che le abitano.
Le sue mappe sono apparse in molte pubblicazioni famose, tra cui la famosa The Nyingma School of Tibetan Buddhism (Wisdom, 1991) di Dudjom Rinpoche e la guida Tibet Handbook (Footprint, 1996). Di recente ha anche creato un’esclusiva Mappa tridimensionale del Tibet generata al computer per il MACO (Museo dell’Arte e della Cultura Orientale di Arcidosso, Italia).
An Atlas of the Tibetan Plateau presenta 120 mappe a colori e numerose immagini satellitari che ritraggono tutto, dagli insediamenti più recenti a ciò che resta di monumenti ed edifici storici più antichi, e testimoniano il notevole sforzo che i tibetani hanno portato nella ricostruzione del loro patrimonio religioso. Utilizzando ampie immagini satellitari, l’autore ha identificato e posizionato più di 2000 luoghi religiosi più quasi 2000 insediamenti denominati sia in tibetano che in cinese, ove possibile.
Questo bellissimo atlante contemporaneo del Tibet contiene un’introduzione che descrive in dettaglio tutte le caratteristiche tecniche utilizzate dall’autore per mappare l’intero altopiano a partire dai territori estremi occidentali fino ai territori nord-orientali confinanti con il Gansu, Sichuan e lo Yunnan. Il sistema informativo geografico (QGIS) ha consentito all’autore di aggiungere un’enorme quantità di diversi tipi di dati attraverso la digitalizzazione e il calcolo. Ogni luogo è stato posizionato utilizzando le immagini satellitari. Google Earth e altre fonti sono state utilizzate per fornire le illustrazioni e l’aggiornamento geografico della posizione.
Per quanto riguarda la lingua usata per i nomi dei luoghi, l’autore ha fatto grandi sforzi per rendere i toponimi tibetani e il loro equivalente cinese accessibili ai non tibetani, usando una semplice trascrizione romanizzata per la pronuncia dei toponimi tibetani, insieme ai nomi pinyin, sulle mappe.
Dopo una breve descrizione della crescita e dello sviluppo urbano negli ultimi anni, il libro descrive tutti gli aspetti di questa trasformazione con foto eccezionali di edilizia rurale e religiosa. Infine c’è una descrizione dello sviluppo del sistema ferroviario, compreso il collegamento ferroviario Lhasa-Chengdu attraverso la valle di Tsanpo fino alla contea di Nang e il progetto ferroviario da Zhigatse a Kathmandu.
In diverse mappe il lettore può anche scoprire il gran numero di aeroporti che sono stati costruiti nell’Altopiano; al momento ci sono circa 20 nuovi aeroporti d’alta quota, il più alto è l’aeroporto di Daocheng Yading a 4.411 m. nella contea di Dabpa (vedi mappa 51).
La sezione scritta del libro è di grande interesse per i tibetologi e per coloro che in generale sono interessati alla cultura e alla storia del Tibet, descrivendo la Classificazione e lo Sviluppo dei Gonpa. Si inizia con un glossario che spiega l’etimologia e il significato delle parole tibetane (cioè gonpa, “luogo solitario” – un monastero di qualsiasi dimensione), per poi elencare i monasteri, identificati da simboli e colori che rappresentano i loro lignaggi quando sono noti (vedi anche mappe 111-114).
Dopo le mappe nella parte centrale del libro, la seconda parte contiene gli Indici:
– una pagina di codici funzione dell’indice;
– un indice di otto pagine di aree amministrative in caratteri traslitterati tibetani e caratteri uchen tibetani;
– altre otto pagine con lo stesso indice delle aree amministrative in Pinyin con i corrispondenti caratteri in caratteri cinesi;
– la parte finale e più ricca del libro, di circa 220 pagine, è un completo indice dei toponimi. Il primo indice di 100 pagine elenca in ordine alfabetico i nomi nella traslitterazione tibetana, seguiti dai caratteri uchen tibetani equivalenti, quindi Pinyin, Hanzi, Codice Caratteristica, Contea, Prefettura, Provincia, con il numero della mappa e la posizione geografica di ciascun luogo e, quando è noto, il rispettivo lignaggio spirituale. L’indice della seconda metà delle pagine contiene le stesse informazioni ma elencate in ordine alfabetico secondo la traslitterazione Pinyin.
Questa pubblicazione è il frutto di una vita di studio e ricerca. Ringrazio Michael per il suo impegno in questo lavoro per il quale la casa editrice ha prodotto un volume che è elegante, moderno e, soprattutto, utile per tutti coloro che sia nel presente si recheranno nella terra sacra del Tibet che nel futuro. Un’opera di riferimento importante e imprescindibile per studiosi, viaggiatori e pellegrini.

 


Recensione in altra lingua (English):

Michael Farmer is a retired architect who has been involved with Tibetan culture for many years. His maps have appeared in many publications, including the Nyingmapa School of Tibetan Buddhism, (Wisdom, 1991) and the Tibet Handbook (Footprint, 1996) and among other projects he has recently created a unique, large computer-generated three dimensional Map of Tibet for the Museo di Arte e Cultura Orientale (Arcidosso, 2019). He has designed several Tibetan gonpas, including the major lhakhang of Shechen Monastery in Nepal.