Travels of Tibetan pilgrims in the Swat Valley
Tucci Giuseppe
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Editeur - Casa editrice |
The Greater India Society
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Asia
Himalaya
Tibet
Swat
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Città - Town - Ville |
Calcutta
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Anno - Date de Parution |
1940
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Pagine - Pages
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103
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Titolo originale
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Travels of Tibetan pilgrims in the Swat Valley
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Lingua - language - langue
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English
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Edizione - Collana |
Greater India
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Travels of Tibetan pilgrims in the Swat Valley
Prima edizione, 8°, pp. , 103, , ii (errata corrige), ads; a. Pubblicata come n. 2 nella collana "Greater India" dell'editore. Include traduzioni dei viaggi di Orgyan-pa e sTag-ts'a?-ras-pa, e testi traslitterati in tibetano dei soli viaggi di Orgyan-pa, con estratti del testo traslitterato della biografia di Orgyan-pa scritta da r'God-t'sa?-pa. Dalla introduzione: È ormai accettato da tutti gli studiosi che Uddiyana debba essere situato nella valle dello Swat: in effetti, ritengo che l'opinione del mio amico Benoytosh Bhattacharyya, che identifica ancora Uddiyana con la parte occidentale dell'Assam, abbia pochi sostenitori. Bisogna però ammettere che la nostra conoscenza del paese in epoca buddista è molto scarsa; i nostri unici informatori sono infatti i pellegrini cinesi, ma la descrizione che hanno lasciato del luogo non è molto dettagliata. Nel corso dei suoi avventurosi viaggi nella valle dello Swat, fu affidato a Sir Aurel Stein il compito di identificare i vari luoghi menzionati dai pellegrini cinesi e di descrivere in un libro affascinante i resti sfuggiti alla distruzione. L'esplorazione sistematica di questa regione contribuirà probabilmente notevolmente alla nostra conoscenza del Buddhismo e della storia orientale. Infatti, le ricerche moderne sottolineano la grande importanza della valle dello Swat; Non solo era molto vicino alle rotte commerciali che collegavano l'India con l'Asia centrale, ma era anche considerato il luogo di nascita di molti riti e pratiche successivamente assorbiti nel Mahayana. Molti Tantra erano comunemente riconosciuti come rivelati per la prima volta nell'Uddiyana. Uno dei metodi più esoterici di realizzazioni tantriche, legato principalmente al ciclo del dakint, era persino noto come Uddiyanakrama; il legame del paese con la magia è accennato in alcuni manuali tantrici che ancora oggi godono di grande popolarità.
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Recensione in altra lingua (English): |
First edition, 8vo, pp. [4], 103, [1], ii (errata), [2] ads; original green cloth-backed paper-covered boards stamped in black on upper cover and spine; a very good, clean, and sound copy. Issued as no. 2 in the publisher's Greater India series. Includes translations of travels of Orgyan-pa and sTag-ts'a?-ras-pa, and transliterated texts in Tibetan of the travels of Orgyan-pa only, with extracts of the transliterated text of the biography of Orgyan-pa by r'God-t'sa?-pa. Guiseppe Tucci (1894-1984) was an Italian Orientalist, Indologist and scholar of East Asian studies, specializing in Tibetan culture and history of Buddhism. Fluent in several European languages, Sanskrit, Bengali, Pali, Prakrit, Chinese and Tibetan, he is considered one of the founders of the field of Buddhist Studies. He was also a supporter of Italian Fascism, and he used idealized portrayals of Asian traditions to support Italian ideological campaigns. He made seven expeditions to Tibet between 1933 and 1947. |
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Biografia |
Giuseppe Tucci Macerata 1894 - San Paolo dei Cavalieri (Tivoli) 1984
Tucci è considerato il più grande orientalista italiano del Novecento, e fra i massimi tibetologi a livello internazionale. Fu giornalista, scrittore, archeologo, antropologo, esploratore, Accademico d'Italia, presidente onorario di numerose istituzioni di grande prestigio in tutto il mondo, vincitore del "Premio Nehru", e ha meritato ben cinque lauree honoris causa. Concittadino del gesuita e sinologo Padre Matteo Ricci, Giuseppe Tucci nasce a Macerata il 5 giugno 1894 e muore a San Polo dei Cavalieri, vicino a Tivoli, il 5 aprile 1984. Dotato di eccezionali qualità naturali e di un'ottima preparazione classica, giovanissimo conosce già una decina di lingue europee. Nel 1915 parte per la Grande Guerra, congedandosi col grado di tenente. Nel 1919 si laurea in Lettere e Filosofia. Lavora prima come bibliotecario della Camera dei deputati, ma già tra il 1925 e il 1930 insegna italiano, cinese e tibetano presso le Università indiane di Calcutta e Shantiniketan, dove fra l'altro incontra il poeta Tagore e Gandhi. Dal 1930 diviene docente di lingua e letteratura cinese all'Università di Napoli, e dal 1932 insegna religione e filosofia dell'Estremo Oriente all'Ateneo di Roma. Nel 1933 fonda assieme a Giovanni Gentile, che ne è il primo presidente, l'Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente (Is.M.E.O.), con lo scopo di "promuovere e sviluppare i rapporti culturali fra l'Italia e i paesi dell'Asia Centrale, Meridionale ed Orientale ed altresì di attendere all'esame dei problemi economici interessanti i Paesi medesimi". L'attenzione rivolta anche agli aspetti politico-economici è documentata, oltre che dalle numerose pubblicazioni dell'Istituto come i periodici Bollettino dell'Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente (1935) e Asiatica (1936-1943), dallo specifico interesse di Tucci per la geopolitica dell'Asia in un periodo cruciale della sua storia, e dalla sua amicizia personale con Karl Haushofer, che invita a tenere importanti conferenze su questa materia. Tucci concentra i suoi viaggi di ricerca nella vasta regione himalayana, quale naturale crocevia storico fra tutte le diverse culture dell'Asia, raccogliendo sistematicamente materiale archeologico, artistico, letterario, di documentazione storica e altro. Risultati eccezionali vengono così ottenuti dalle sue lunghe spedizioni in Tibet fra il 1929 e il 1948, anno in cui l'Is.M.E.O. riprende in pieno la sua attività postbellica sotto la sua diretta presidenza, destinata a durare fino al 1978. Tra il 1950 e il 1955 egli organizza nuove spedizioni in Nepal, seguite dalle campagne archeologiche in Pakistan ('56), in Afghanistan nel ('57) ed in Iran ('59). Sempre nel 1950 avvia il prestigioso periodico in lingua inglese East and West, e nel 1957 fonda il Museo Nazionale di Arte Orientale di Roma. Tra i suoi numerosi ed importanti scritti ricorderemo solamente, sia i sette volumi di Indo-tibetica (Accademia d'Italia, 1932-1942) che i due di Tibetan Painted Scrolls (Libreria dello Stato, 1949) per la loro ampiezza documentaria, e la Storia della filosofia indiana (Laterza, 1957) per la sua portata innovativa, specie per quanto riguarda la logica indiana. |
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