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25/04/2024 12:37:37

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Phyang Monastery of Ladakh

Konchok Namgyal and Jina, Prem Singh


Editeur - Casa editrice

Indus Publishing Company

  Asia
India
Ladakh
Himalaya

Città - Town - Ville

Delhi

Anno - Date de Parution

1995

Pagine - Pages

134

Titolo originale

Phyang Monastery of Ladakh

Lingua originale

Lingua - language - langue

eng

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Phyang Monastery of Ladakh

Phyang Monastery of Ladakh  

The Phyang monastery, situated at a commanding location on a hillock overlooking the village Phyang in Ladakh, has been an important centre of learning of the Drikung Kagyu order in Ladakh.

Chissà se Marco Pallis ritroverebbe quella pace che caratterizzò il suo soggiorno a Phyang nel 1936. Estasiato assisteva al lavoro di lama Konchhog Gyaltsan ed era facile «ritrovarsi nella bottega di mastro Geronimo e in quella di frate Angelico».

 

Consulta anche: Acquista anche la Guida al Ladakh di Marco Vasta


Recensione in lingua italiana

Il monastero di Phyang (Tashi Chos-Dzong, la cittadella della legge), fu costruito nel 1530 dal re Tashi Namgyal ed è attualmente diretto dal maestro tibetano Togdan Rimpoche dell’ordine dei Digung-Kagyü. Vi appartengono una cinquantina di monaci ed una decina di novizi. Tutto il complesso di edifici è in corso di restauro e la disposizione delle cinque cappelle è leggermente differente rispetto ad altri monasteri. Il nuovo cortile, stile ferro-cemento, si trova a nord del monastero ed è qui che si tiene una festa religiosa che, nelle intenzioni dei monaci, avrebbe dovuto rivaleggiare con la più nota festa di He-mis. Le danze si svolgono con il medesimo programma di Lamayuru (monaci e danzatori sono gli stessi).
Il Gangon Tsedupo si svolgeva in inverno nel 18° e 19° giorno del primo mese ti-betano. I monaci hanno chiesto e ottenuto l’autorizzazione a spostare la festa in estate. Ad ovest del cortile sorgono due templi, uno antico di circa novecento anni e che, quindi, precederebbe la fondazione del monastero, ed uno recentemente restaurato. Valicato il portone d’ingresso, si percorre un corridoio e si sale verso il cortile interno. Da qui si ac-cede alla vecchia cappella, con balconata interna, oppure ad altre cappelle in corso di re-stauro e sovrastanti il corridoio. La disposizione di statue e vetrine è quindi stata cambiata ed è praticamente impossibile ritrovare l’arredo e le pitture murali così come erano stati descritti da Francke e da Snellgrove
....
Il vasto cortile lastricato era già stato restaurato nel 1986 e poi completamente ri-strutturato nel 1999. Gli artigiani hanno in parte rifatto il portico in legno sotto il quale si siedono i lama durante le cerimonie all’aperto. Un’ampia scalinata porta il visitatore al li-vello del dukang che è preceduto da un loggiato sulle cui pareti sono affrescati i Lokapala e la ruota della vita.

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