Murgab - Karakul - Sari Tash
[ Karaart ]
Alba dal Pamir Hotel (26 settembre 2019)
Diario intimo
Alba
radiosa. Il sole spunta dietro un dosso sull'altro bordo della piana
di Murgab e ai mattinieri che hanno le finestre sulla facciata del Pamir Hotel offre lo spettacolo del primo giorno della creazione. Il
nostro astro rimane nascosto alla vista ma illumina dapprima la
vetta del Muztag Ata e poi i suoi pendii che intravediamo lontani
verso nord est.
Partenza da
Murgab
non troppo
tardi per poter compiere con calma le operazioni di uscita dal
paese e di ingresso in Kirghisistan che potrebbero essere lunghe.
A nord di Murgab, la strada
oltrepassa le deviazioni per la Valle di Pshart (6 km) dove
sono stato l'anno scorso. Il jailoo che avevamo raggiunto in 4x4 era
stato il primo che visitavamo, quindi aveva il fascino della
scoperta, ma la camminata proposta dal redazionale si era rivelata
la più dura e la meno interessante.
Poi sempre sulla sinistra ai limiti della pianura, si scorgono i
capannoni della Biostantsiia Chiechiekty (38.340624,
74.014807); secondo una delle mie guide era un complesso di
laboratori sull'uranio, avrei i miei dubbi, ma in effetti verso il
confine con il Turkestan ho visto le grandi trincee di prospezione
dei ricercatori sovietici e con un buon tele (il binocolo rimane
sempre a casa...) anche i campi di lavoro cinesi nella fascia appena
conquistata.
Poco
dopo il bivio per Rang-Kul (24 km), troviamo il tempo per
fotografare l'infinito reticolato della linea interna, più
arretrata rispetto al confine cinese. In
alcuni punti la staccionata sormontata da filo spinato corre
a meno di 20 m dalla strada. Credo che noi occidentali abbiamo
considerato il blocco russo-cinese come una entità monolitica, ma è
dagli anni sessanta che non lo sono più.
Affiancata dal grande
reticolato costruito dall'URSS contro la Cina, la strada prosegue
e torniamo sulla sponde del Kara Kul. Le aree a sud ovest ed a sud del lago
sono indicate come Karghushi Pamir, e prendono nome dal passo Khargush che mette in comunicazioni questo Pamir con la valle del
Bartang ad ovest, ma la toponoastica non è sempre chiara perché c'è
un toponimo simile "passo Kargush" che mette in comunicazione
l'altopiano di Alichur con il Wakhan (misetri della fede...). Non posso che citare nuovamente Kapuściński:
«....a causa del clima micidiale il filo
spinato si deteriorava ed andava sostituito di frequente per
centinaio anzi migliaia di chilometri, c'era da supporre che buona
parte della industria metallurgica sovietica fosse destinata alla
produzione di filo spinato».
in
Imperium, Ryszard Kapuściński
Ricordo
una immagine di Life con le truppe cinesi schierate sulla riva di un
fiume Amur (da non confondersi con l'Amur Daria nel cui bacino
idrografico ora siamo) che li divideva dall'orso russo, forse era
presso la isola di
Zhēnbǎo Dǎo quasi alla confluenza
di Amur ed Ussuri nel 1969.
Come regalo dell'esami di terza media
avevo chiesto un abbonamento a Life e fra le immagini che ricordo spicca anche quella dei cinesi dietro una roccia che sporgendosi a
mezzo busto guardavano verso le linee indiane in Ladakh. Potrei
confondermi con i reportage di Epoca, dove per altro scriveva Bonatti creando nella mia generazione lo spirito di avventura
verso mondi che per noi erano sconosciuti.
Una fotografia a colori
(ah! i forti colori delle Kodacrome che accentuavano la realtà!) di
Epoca che ben ricordo è quella del Dalai Lama in processione sulla
scalinata, forse quella del Palazzo Bianco del Potala (mistero,
esotismo ed esoterismo...). Mio padre raccoglieva gli inserti di
Epoca e li faceva poi rilegare. Chissà dove li ho buttati? Come
sarei felice di rivederli ora!
La Strada del Pamir (ru: Pamirsky Trakt, Памирское
Шоссе) tra Osh e Khorog, e che
percorriamo in direzione contraria all'avanzare della sua
costruzione, fu completata da ingegneri militari sovietici fra il
1931 e il 1935 allo scopo di facilitare il trasporto di truppe e gli
approvvigionamenti in questo remoto avamposto dell’URSS. Fino a poco
tempo fa inaccessibile ai viaggiatori, il percorso in alta quota attraversa questo elevato
altopiano che ricorda il paesaggio tibetano, popolato da yurte e yak
e disseminato di laghi di un intenso blu. I cippi chilometrici di
colore blu hanno segnata su un lato la distanza da Osh e dall'altro
quella per Khorog.
Dalla relazione Pamir Orientale trek -
gr.Vasta 2019
Sotto:
GMaps da Murgab a Sari Tash. Clicca sul
rettangolino a destra per il pieno schermo
Clicca sul rettangolo in alto a destra per aprire a pieno schermo.
Inizia la salita che ci
condurrà al punto più alto del tragitto, ma
prima del passo,
a circa 44 chilometri da Murgab, sulla nostra destra (direzione sud-nord) passiamo
nuovamente davanti ai resti della postazione zarista del XIX secolo.
Ben presto le montagne abbracciano la strada che si arrampica verso i 4655 m del Passo Ak-Baital
(Aghbai, Oqbaytal, Ак байта́л
(cavallo bianco).
Dal
valico parte una lunga discesa di circa 78 km fino al Kara-Kul, il lago
più alto di tutta l’Asia centrale. Voltandoci indietro subito dopo
il passo abbiamo una bella vista su una valle laterale che conduce al
Picco Muzkol (Музкол),
terreno da gioco di molte spedizioni
internazionali e che abbiamo già ammirato dirigendoci a Jalang due giorni
fa.
Scendendo
dal passo, troviamo un edificio indicato come
caravanserraglio, con i resti di un'altra caserma zarista situata a
nord del passo. Dopo il
Karakul, sostiamo
brevemente al sito archeologico di
Karaart. La luce è
forte ed i geoglifi non fanno ombra quindi è difficile capire i
disegni, ma in lontananza scorgiamo, come all'andata, le
montagne del Tien Shan (1).
La M41 sale nuovamente ad un
valico minore, il Pereval Uy-Bulak -(Перевал Уй-Булак 4.255m
slm) e poi entra in un ambiente ancor più desertico che fa scrivere
ad un viaggiatore del 19° secolo «Non so perché mi vengono in mente le parole di apertura
dell'Inferno di Dante: "...lasciate ogni speranza o voi che
entrate». Qualunque idea si abbia della desolazione, deserto e
aridità, la visione di Kyzyl Art supererà tutte le aspettative... "
«Chasse et exploration dans les
régions du Pamir»
Vicomte E. de Poncins, Paris, 1897, pp. 54
Il falsopiano si estende verso
ovest ed è chiamato
Deserto di Markansu (Пустыня Маркансу), Долина Маркансу (Valle di
Markansu), ma anche Valle dei Tornado Долина смерчей ed era
temuta dai cammellieri diretti verso il bacino del Tarim che la
definivano Valle della Morte (Долина смерти).
Le carovane della Grande Via della Seta avevano la possibilità di
attraversare le aride piane a oltre quattromila metri in questa
parte nord-orientale dei Pamir. Ma era una scelta difficile:
queste desolate spianate offrivano condizioni meteorologiche
estreme. Oltre al freddo intenso, gli uragani, le improvvise
tempeste di neve in piena estate e l'aria quasi costantemente
polverosa ed i frequenti vortici simili ai tornado.
Il luogo assumeva un aspetto
spettrale costellato com'era dai resti degli animali da soma morti
quassù. Anche se Markansu indica in lingua kirghiso "ruscello", esso
è secco per la quasi totalità dell'anno e la carovaniera era piena
di scheletri di questi animali - principalmente cavalli e cammelli -
che in alcuni punti formavano cumuli di ossa. Il clima secco e
freddo portava alla mummificazione dei cadaveri e ha conservato
le tracce delle passate tragedie per lunghi secoli fino agli anni
"30, quando vennero rimossi al momento della costruzione della
strada.
Eppure prima che quassù
avanzasse la desertificazione, questi spazi erano abitati. Qui va
menzionato il ritrovamento interessante: nel 1957 l'archeologo Vadim
A. Ranov trovò un insediamenti neolitici di età compresa tra 9.500
e 8.500 anni (il più famoso è Oshkona - Ошхонa), il luogo
abitato più alto al mondo, un insediamento mesolitico che risale al 8500 aC. con focolari dove sono stati rinvenuti resti
carbonizzati di betulla e ginepro.
V. A. Ranov, L'exploration archéologique du Pamir
Bulletin de l'École française d'Extrême-Orient
Année 1984 73 pp. 67-97
Alcuni scienziati sono convinti
che a quei tempi la valle di Markansu fosse anche di seicento metri
più bassa di quella attuale (cioè si è innalzata di 5 - 7 cm ogni
anno), altrimenti persone e alberi non avrebbero potuto vivere quassù. I
movimenti tettonici di alta velocità non sono rari in quest'area, ma
non è ancora provato che la Valle del Markansu abbia realmente
subito un rapido sollevamento anche se il plateau si è sicuramente
sollevato in migliaia di anni (vedi anche
Relations between climatic changes and prehistoric human migrations...).
Dalla relazione Pamir orientale Trek
2018 gr. Vasta
Arriviamo al Chek Point
tajiko (39.37335, 73.32686). Le pratiche sono oggi mediamente
lunghe, ad uno ad uno dobbiamo registrare l'uscita dal GBAO e poi
dal Tajikistan che lasciamo definitivamente ed entriamo nella terra di nessuno
larga una ventina di chilometri ed occupa entrambi i versanti del
valico Kyzl Art dove sostiamo ancora per
fotografare i due monumenti.
La terra di nessuno non è delimitata da
alcun segnale né reticolato. Qui, fra i due chek-point,
l'avventuroso e coraggioso Fabio Migli ha vissuto una
esilarante Avventure, esilarante per il lieto fine quando la
racconta: era rimasto
incastrato con la sua Dacia Duster nel greto di un
torrentello. Non riusciva a scendere dalla vettura attrezzata e nel
frattempo il torrentello si era trasformato in un torrente. Alla
fine chiamò con il
satellitare AnM che fece partire un soccorso da Osh. Nel frattempo
il torrente si era ulteriormente ingrossato e l'acqua entrava nella macchina.
Fortunatamente - per questo ci ride sopra quando la racconta - dei
turisti di passaggio lo estrassero dall'abitacolo. La centralina
della Dacia era stata danneggiata e prima che EA riuscisse ad
inviargli il pezzo di ricambio passò una settimana. Complimenti
Fabio!
La strada giunge a Bor Döbö (anche Bordona) con dogana
kirghisa e controllo passaporti. La struttura si è modificata negli
anni ampliandosi. Riconosco alcuni edifici del 2014. La
registrazione di entrata è veloce: già da alcuni anni sono attivi i lettori per i passaporti
elettronici. La procedurae è quindi facile. Più lungo il controllo doganale sopratutto per l'antidroga. Vengono
scaricati e ricaricati i bagagli. Un po' differente dalla gelida
sosta di Sven Hedin diretto in senso contrario verso Fort Pamir:
"To prevent any misconception as to the
style of "house" it was, I will state at once that this rabat (rest-house)
was merely an earthen hut, with a wooden roof supported by rough
beams, and that the only provision for sleeping was a square bank of
earth in the middle of the floor. This and a few similar huts have
been put up by the direction of the governor of Fergana for the
convenience of the mounted post-messengers who travel backward and
forward between Margelan and Fort Pamir. This particular hut stood
at the foot of a desolate hill, and from that circumstance gets its
name of Bor-doba, a corruption of Bor-teppe, the Gray Hill. We both
dropped straight off to sleep, and slept until the bustle and noise
caused by the arrival of the caravan awakened us. Then we had tea
made, and warmed ourselves over a glorious fire"
Sven Hedin
Through
Asia p.146
Bordona nel 1904. Da
Through
Asia
Sempre M41, percorriamo un tratto più spettacolare in questa terra
kirghisa, il fondo stradale mostra tracce di una asfaltatura
forse risalente al tempio dei Soviet, inizia a cambiare e
diventa più accidentato, correndo su un terrapieno con un rettilineo
fra prati dove pascolano cavalli e bovini. Le strutture a globo
sulla nostra destra
proteggevano due radar ed attirano l'attenzione mentre ci avviciniamo
alle montagne sull'altro limite della pianura.
|
La cena... |
|
e la colazione più
che abbondante... |
In
breve siamo a Sari Tash (roccia gialla). Vicino al bivio
fra la M41 e A371 (la strada per Irkeshtam e Kashgar in
Sinkiang). Alla GH Akyh (pr. Akul), contemporaneamente a noi,
arriva un gruppetto di coreani. Momenti di perplessità. Altre GH
stanno pochi metri e
forse dovremmo sparpagliarci, ma non hanno posti letto Alla fine staremo tutti e quasi trenta nella
casa, chi sul lettino chi per terra.
Passando per il cortile
raggiungiamo il bar-ristorante Akyh (pr. Akul) e ordiniamo veloci
manty mentre gestori e guida cercano di sistemarci. La cameriera passa e tavolo per
tavolo ci per fotografarci, prima che arrivino le pietanze siamo già
su Istagram. Abbiamo saltato il pranzo e ci abbuffiamo, ma soprattutto
a sera facciamo tardi.
Alle 21:30 abbiamo ancora le
luci accese!
Sari Tash. 26 Settembre 2019
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[ 27 Settembre ]
(1) Cinese:天山; pinyin: Tiānshān, Dungan:Тянсан; Tjansan; Antico
turco:𐰴𐰣 𐱅𐰭𐰼𐰃, Tenğri tağ; Turco: Tanrı Dağı; Mongolo:Тэнгэр
уул, Tenger uul; uiguro: تەڭرىتاغ, Тәңри тағ, Tengri tagh;
Kirghizistan: Теңир-Тоо / Ала-Тоо,Teňir-Too / Ala-Too, تەڭىر-توو /
الا-توو; Kazako: Тәңіртауы / Алатау, Ta'n'irtay'y / Alatay ',
تأڭئرتاۋ; Uzbeko: Tyan-Shan, Тян-Шан, تيەن-شەن.
Cronistoria
Part. |
Arr. |
Località |
Lat |
Long |
Km* |
Prog** |
Prog |
06:30 |
|
Sveglia |
|
|
|
|
|
07:30 |
08:15 |
Colazione |
|
|
|
|
|
08:36 |
|
Pamir Hotel -
Karakul 90 km.
Pamir Hotel, Murgab,
partenza. |
38.17452 |
73.96681 |
0,0 |
0,0 |
1.117 |
|
|
Deviazione per
Pshart. |
38.22601 |
74.0372 |
5,710 |
5,710 |
|
|
|
Deviazione nord per
Chiechiekty. |
38.33853 |
74.03297 |
12,800 |
18.510 |
|
|
|
Deviazione sud per
Rangkul. |
38.35304 |
74.03231 |
1,630 |
20,140 |
|
|
|
Deviazione nord per
Rangkul. |
38.39091 |
74.01902 |
7,760 |
27,900 |
|
|
|
Caserma zarista
(Stemma Zar Nicola II) |
38.49441
|
73.83.85115 |
23,800 |
51,800 |
|
09:50 |
|
cartello inizio
passo. |
|
|
|
|
|
|
|
Cantoniera
semi-abbandonata |
|
|
24,200 |
75,900 |
|
09:55 |
|
Passo Ak Baital. |
38.56113° |
73.59778° |
2,850 |
78,750 |
|
|
|
Caravansérail
Muzkol |
|
|
66,500 |
94,800 |
|
|
Deviazione per
Jalang e Kudara. |
38.84144 |
73.46823 |
17,000 |
111,800 |
|
|
|
Karakul -
Confine 97 km.
GH Erkin,
Karakul', Tagikistan |
39.010815 |
73.55956 |
20,400 |
132,200 |
|
11:12 |
|
Karaart,
Tagikistan. Solar calendar |
39.05448 |
73.59568 |
5,850 |
138,500 |
|
|
|
Pereval Uy-Bulak
(passo) - Перевал Уй-Булак. |
39.20721 |
73.4385 |
36,700 |
174,750 |
|
|
|
Markansu,
Tagikistan |
|
|
10,600 |
|
|
12:40 |
13:30 |
Frontiera. Posto di
controllo GBAO. |
39.37336°
|
73.32687° |
10,500 |
164 |
|
|
|
Posto di controllo
tajiko. |
39.37379°
|
73.32728° |
|
164 |
|
|
|
Confine - Sari
Tash 44 km.
Valico Kizil art,
terra di nessuno Kirghizistan |
39.38445°
|
73.32256° |
18,500 |
182,5 |
|
14:00 |
15:00 |
(ora tajika) Bor
Döbö - Bordoba KPP controllo passaporti Frontiera Kirghizistan |
39.50712. |
73.26881 |
19,000 |
198,5 |
|
15:30 |
|
Sary Taš,
Kirghizistan. GH Akyh (pr. Akul)
con caffè ristorante
Кафе Акун |
39.7267892 |
73.2481440 |
25,500 |
223,5 |
1.348 |
20:00 |
|
Cena. |
|
Da
Controllare |
|
231 |
|
* Il chilometraggio intertappa è stato annotato basandosi su
GMaps.
** Il chilometraggio progressivo è stato annotato dal GPS di
OpenStreetMap.
|