17 ottobre venerdì - Padum - Bardan - Mune -
Phuktal
40 km asfalto 2h + passeggiata
Da Padum seguiamo
la strada asfaltata per
Manali che risale la stretta valle del vorticoso fiume Tsarap:
la meta è l'oasi di Purne. Lungo il percorso
visitiamoi monasteri di
Bardan
(vedi pagina web)
e
Mune (Muni). La narrazione di
Taddeus Skorupski in The Cultural Heritage of Ladakh,
mi è particolarmente cara perché è del 1977,
tre anni prima della nostra Prima in Zanskar:
Partendo per Kargya, incontrammo
notevoli difficoltà nel trovare facchini che portassero i nostri
carichi a Muni, la nostra prima tappa, ma grazie all'iniziativa e
alla persuasione del Maggiore, finalmente radunammo un numero
sufficiente di uomini e partimmo nel
primo pomeriggio, camminando lungo il sentiero che corre verso sud
sulla riva sinistra del fiume Lingti. Prima superammo il villaggio
di Chila sulla riva destra, un gruppo di case con un piccolo
boschetto. Poi arrivammo al monastero di Bardan, in una posizione
imponente. Non c'erano monaci presenti, poiché un buon numero di
loro era andato a Leh per incontrare il Dalai Lama, mentre gli altri
stavano celebrando liturgie nel vicino villaggio di Bibca (Pibcha).
A Muni decidemmo di
fare un buon pasto e comprammo una capra. Mentre i soldati erano
impegnati
a montare le tende, accendere il fuoco e macellare l'animale, andai
a visitare il monastero.
I pochi monaci rimasti
indietro furono felici di vedermi e mi offrirono del buon tè
tibetano, tsampa e burro. Mi mostrarono con grande entusiasmo i loro
templi appena dipinti e presi accordi con loro per rimanere al mio
ritorno da Kargya. Sulla via del ritorno alle tende, un mastino nero
sbucò fuori dalle case e mi morse gravemente una gamba. Avendo visto
persone morire di rabbia in Ladakh, il mio inevitabile pensiero fu:
"Ce l'ho fatta anch'io?". La situazione era certamente preoccupante;
scesi al fiume, lavai la ferita meglio che potei e decisi di sperare
per il meglio. Quella sera il pasto fu splendido. Bevemmo, io in
particolare, un sacco di chang offerto dagli ospitali abitanti del
villaggio. Il giorno dopo camminammo fino al piccolo villaggio di
Surle, dove trovammo alloggio in una casa privata. Lungo la strada i
soldati si divertirono a sparare ai piccioni, che abbondano a sud di
Padum. Un tibetano potrebbe dire che non c'è da stupirsi che io sia
stato morso da un cane, avendomi associato all'uccisione di esseri
viventi. Il paesaggio montano era mozzafiato. Il fiume Lingti scorre
in una gola molto profonda e stretta, con villaggi in alto,
disseminati su piccole e a volte più ampie alture pianeggianti tra
le creste montuose. Il cielo blu intenso e il colore delle rocce in
pieno sole creavano un'atmosfera di straordinaria bellezza e
tranquillità.Il giorno dopo abbiamo attraversato un ponte di corda sopra Surle e
visitato il villaggio di Ja e poi Phugtal.
Lungo il percorso, vicino alla
strada asfaltata, l'archeologo Quentin Devers segnala dei petroglifi
vino al villaggio di Ichar (33.30035,
77.00068). Cercheremo di individuare la fortezza
imprendibile di Dorzong arroccata sulla falesia (33.29147,
77.01686).
Vicino all'oasi di Purne
cercheremo di individuare altri petroglifi (33.22977,
77.14435) segnalati da Denvers.
Dalla oasi di Purne prosegue
in macchina fino al parcheggio prima del ponticello per
Phuktal. Sotto il
Gonpa, dove la quota è di circa 3950 mt, ci si accomoda nella
Guest House dei monaci. rudimentale
alloggio ma il luogo merita questo piccolo
sacrificio! Se ula spartana guest hose non fosse aperta, pernotteremo
in una delle guest house di Purne (Purni),
Trovi
qui (clicca) la
camminata a Phuktal (pr. Fùktal), quasi pianeggiante tranne
nell'ultimo tratto sotto il monastero.
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Ultima modifica: 06/05/2025 16:04:15
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