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Viaggio in Ladakh e Zanskar in occasione del Padum Hurim - 19-20 Ottobre 2025

con Avventure nel Mondo e Marco Vasta

Viaggio di 17 giorni dal 11 al 27 ottobre 2025


Passeggiate

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Le montagne non si muovono ma le strade avanzano. I monasteri ladakhi sono tutti su colline o speroni di roccia. Solo Sani, in Zanskar è in pianura. Collegati da sentieri, ai fondovalle od ai villaggi che dominano, ole "fortezze della solitudine" (come poeticamente le chiamava Giuseppe Tucci) sono oggi collegate da strade cancellando escursioni come quella in Zanskar a Dzongkul (རྫོང་ཁུལ, Wiley: rdzong khul dgon pa, pron. dzong khül gön pa). Nel nostro viaggio possiamo effettuare alcune passeggiate, tutte facoltative.

Per favorire l'acclimatazione, seguiremo il principio "sali in alto, dormi in basso" ed una prima facile salita può essere quella allo Namgyal Tsemo Gompa (tib.: རྣམ་རྒྱལ་རྩེ་མོ་དགོན་པ, Wylie: rnam rgyal rtse mo dgon pa), la rocca che domina Leh. Salita facoltativa che si può effettuare anche in taxi  con la strada asfaltata che giunge alla stessa altezza del tempio-castello dove nottetempo una pallida lampadina conferma la presenza del monaco residente.

Una seconda camminata è nella valle dell'Indo e raggiunge l'eremo di Kodtsang sopra Hemis (ཧེ་མི་དགོན།).

In Zanskar, se possibile, una piacevole visita alla malga di Shila Phoo permette di assistere al rientro delle greggi e dei bovini e alla loro mungitura pernottando presso la famiglia locale. D'obbligo la camminata in piano alla grotta del monastero di Phutyal (ཕུག་དལ་དགོན།). Sulla via del ritorno a Leh, chi vuole può salire all'eremo di Urgyen Dzong.


Namgyal Tsemo Gompa   རྣམ་རྒྱལ་རྩེ་མོ་དགོན་པ

 

Il quartiere con le case più vecchie di Leh si trova alle spalle della moschea e da esso si può salire al castello ed alla rocca. Il gLechen Palkhar (lett.: palazzo della vitoriadi Leh) domina la capitale con la sua massiccia struttura apparentemente intatta. Il palazzo-fortezza fu costruito nel 1600 dal re-leone Singge Narngyal e servì da residenza ai sovrani del Ladakh fino al 1846. Dopo l’invasione dogra i re si ritirarono nel palazzo di Stok.

Gli otto piani dell’edificio sono quasi tutti pericolanti; una volta entrati occorre porre attenzione ai buchi nel pavimento ed ai gradini malmessi ed insicuri. I dipinti murali sono quasi completamente scomparsi e nel dedalo dei corridoi e delle scale si raggiunge la cappella di palazzo, che racchiude una grande immagine di Ushnishasitatapatra (tib Dukkar), alcune maschere liturgiche ed affreschi con episodi della vita di Sakyamuni, interessanti i pochi ornamenti rimasti sulle colonne. Anni addietro era agibile anche una piccola sala d’armi, in gran parte del 1800, ed appartenenti probabilmente alle truppe di Zorowar Singh.

Inoltratevi per i bui androni ed affacciatevi nel cortile interno: riuscite ad immaginare quando i re Ladakhi dominavano il vasto impero e quassù per le feste di Gyalpo Losar e di Dosmoche si riuniva la nobiltà ladakha e vassalla? I musici cantavano la gloria di Sengge Namgyal che aveva elevato il possente palazzo. Dalle mura bianche pendevano arazzi, ai rabsal s’affacciavano le dame e le gesta di Tashi, Jamyang, Deldab e Tshe-stang erano narrata al ritmo di doppi flauti, tamburelli e cimbali.

Dopo la visita al Palazzo reale continuate la salita al Namgyal Tsemo Gompa (tib: ) རྣམ་རྒྱལ་རྩེ་མོ་དགོན་པ, Wylie : rnam rgyal rtse mo dgon paarroccato sullo sperone roccioso che domina  la valle.

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Salita all’eremo di Kodtsang

La strada sterrata di Hemis termina presso la rimessa dell’auto del convento, da qui parte un sentiero che in circa un’ora conduce a Kodtsang Tsam sKang (rGod-tshang sgrubsde).

L’eremo fu fondato circa quattro secoli prima del gompa di Hemis e gli edifici sono disposti attorno alla grotta dove per vent’anni visse in meditazione lo yogi rGyatha rGodtshang di Lho-brang (1189-1258) dell’ordine druk-pa kagiüpa. Egli divenne famoso per lo straordinario potere della sua meditazione e per le pratiche ascetiche. Se un tempo il luogo era veramente isolato, nei mesi estivi non lo è più e monaci e yogi salgono quassù solo nei mesi invernali quando la neve rende impraticabile il sentiero. La grotta originale è stata trasformata in santuario e, oltre alla immagine del fondatore, racchiude quelle di grandi maestri e yogi. Vi sono anche due cappelle secondarie ed un laboratorio di stampa e di xilografia.

Chi ha la costanza di proseguire nella valle giunge ad un valico dal quale si ammira tutta la sottostante piana di Leh, ma lo spettacolo più impressionante è sul versante opposto all’eremo: gli strati rocciosi si sono piegati in modo tale da formare un libro di geologia spalancato con simmetria davanti ai vostri occhi. L’eremo ha una tradizione secolare come centro di meditazione. I praticanti yogy risiedono alternativamente qui per sei anni e a Kaspang (nella valle di Sakti) per altri sei.

Su richiesta del Dalai Lama, i monaci di Kodtsang accettarono di essere sottoposti a controlli da parte di fisiologi statunitensi. Nel gelo notturno, i monaci praticarono il tunmo per aumentare la temperatura del proprio corpo vestito solo da una tunica. Il freddo era così intenso che i ricercatori non riuscivano a lavorare a mani nude per applicare gli elettrodi.

L’esperimento venne ripetuto all’interno per consentire il lavoro dei ricercatori, ma ciò che stupì gli yogi fu che i dottori non chiesero in che modo i monaci eseguissero la pratica!

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Shila Phu

Da Shila un sentiero i sale attraversando un boschetto artificiale da cui proviene parte degli architravi delle case dello Zanskar e giunge all'alpeggio con una malga.

La salita si può affrontare ance noleggiando un cavallo con relativo cavallante.

 

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Urgyan Dzong

Situato presso la valle di Phokhar ed isolato sulla montagna in una depressione circolare circondata da alte muraglie di roccia, si trova il luogo santo per eccellenza della valle di Purig: è Urgyen dZong, la fortezza di Urgyen (Udyana, luogo di nascita di Padma Sàmbhava).

Il complesso di grotte è méta di pellegrinaggio come lo sono le altre centootto grotte del Ladakh visitate dal prezioso maestro. Il numero 108 lo troviamo attribuito anche alle visite di Naropa in altrettante grotte e 108 sono i monasteri fondati in epoca storica da Rin-chen bZangpo: questo numero ha un significato simbolico all’interno del mondo buddhista.

Delle tre grotte presenti ad Urgyen, la centrale ha uno sviluppo maggiore e permette l’accesso a piccole cavità trasformate in celle. Nel 10° giorno del quinto mese tibetano, in corrispondenza quindi con la festa religiosa di Hemis, si svolgono un pellegrinaggio ed una serie di celebrazioni presso gli altari contenuti nelle grotte. Chi desidera assistervi è meglio che chieda di essere accompagnato da un fedele della valle del Purig: Il sentiero di salita non è di facile individuazione e richiede più di quattro ore. Dal 1981 al 1985 qui si ritirò Kamtang Rimpoché, iniziato al DorjeTrollo (rDorje Gro Lod), una delle forme di meditazione di Guru Rimpoché.

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Phuktal Gompa (ཕུག་དལ་དགོན།)

 

Da Purni il sentiero segue la riva sinistra dello Tsarap Lingti Chu (o Lunak o Choshirok Nallah) addentrandosi nella gola che il fiume ha scavato fra i depositi alluvionali. Un nuovo ponte porta sulla riva destra. Saliamo ancora fino allo spiazzo di Chatsal Gang (prima vista) costellato da decine di chorten ed, in alto, lo sguardo scopre con sorpresa il monastero di Phuktal incastrato nella bastionata rocciosa come un alveare (m. 3.980 km 8, 2h).

Le bianche case ospitano le celle dei monaci e gli edifici comunitari spiccano nella roccia dell’ampia caverna attorno al nucleo originario fondato da Gangsem Sherab bZangpo che, nel 15° secolo, fu inviato a predicare il Vajrayana in questa sperduta provincia. I monaci gelug-pa registrati nel monastero sono ufficialmente una ottantina e per vivere si sono sparsi nei gompa minori dei vicini villaggi.

Una libreria, tre grandi cappelle ed una più piccola, le cucine, le stanze dell’abate ed il sepolcro del fondatore sono disposti su un complesso di terrazze che sovrastano la stretta vallata ed il villaggio situato sull’altra sponda. Il tempio più importante è situato sulla terrazza superiore e la sala di culto è ricavata nella parte più interna della grotta. Da una fessura sgorga una vena d’acqua, considerata sacra e miracolosa, e la caverna dà nome al monastero: Phug Tag (brag), la grotta nella parete. Una lapide commemora Alessandro Csoma de Xoros, l’avventuriero ungherese che soggiornò nel monastero. Ritorniamo con il sentiero fino a Purni (2h-4h).

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Ultima modifica: 06/05/2025 16:03:46

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